“Padova del Nord” o “Città ideale”, cosi viene chiamata Zamość, una piccola città nella regione di Lublin, che vanta un passato orgoglioso e una forma urbis descritta da architetti e studiosi del Rinascimento come Antonio Filarete e Vincenzo Scamozzi. I dettagli dei palazzi e le arcate spingono a dire che Zamość assomiglia Padova. E così è dato che Zamosc è stata costruita su progetto di Bernardo Morando, un architetto proveniente dalla provincia di Padova su comissione del cancelliere polacco Giovanni Zamoyski, ricco aristocratico, educato presso l’Accademia di Padova. E l’ammirazione per le nuove idee rinascimentali unì Zamoyski e Morando; uno disponeva delle terre e del denaro, l’altro delle conoscenze architettoniche. Il manoscritto del contratto per costruzione della città firmato tra Bernardo Morando e Giovanni Zamoyski è custodito nella Biblioteca Ossolineum. Bernardo iniziò i lavori nel 1578. Chiese l’aiuto dei costruttori italiani di Moravia e …venti anni dopo la città privata di Zamoyski era pronta!
La sua forma urbana ricorda la struttura del fiocco di neve, con la scacchiera delle strade che dividono la città in quartieri che al tempo erano frequentati dai mercanti armeni, russi, polacchi ed ebrei, con i loro templi e case, con la piazza grande e con due piazze minori (Mercato del Sale e Mercato dell’Acqua). Morando progettò il palazzo della famiglia Zamoyski, l’arsenale, i palazzi borghesi, chiese e porte cittadine abbracciate dalle mura fortificate. Il complesso si distingue per la simmetria e la prospettiva che sono principi della composizione rinascimentale. E c’è chi paragona Zamość all’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci con la testa in forma del palazzo, con i polmoni: l’Accademia e la Cattedrale, il Palazzo municipale: il cuore e i bastioni come le braccia e le gambe della città. Ma i turisti italiani dicono: è la nostra Sabbioneta di Scamozzi!
Forse la verità sta in mezzo, perché Bernardo Morando portò con se vari ricordi dell’Italia e li trasformò in armonia nella sua nuova patria. Sappiamo che egli sposò la polacca Caterina, con la quale ebbe sei figli: Michele, Andrea, Raffaele, Gabriele, Camillo e Lidia. Suo figlio Gabriele fu sindaco e giudice a Zamość, laureato a Padova, insegnava matematica all’Accademia di Zamość. La figlia sposò un nobile. Bernardo mori nel 1600 e venne sepolto sotto la Cattedrale di Zamość. Non è rimasta la sua lapide, ma costruendo Zamość, Bernardo ci ha lasciato qualcosa di più: la testimonianza del suo genio e la prova del concetto che l’architettura dovrebbe essere costruita “a misura d’uomo” come lo volevano i grandi maestri del Rinascimento.