In tutto il mondo sviluppato, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e rappresentano fino al 50% di tutti i decessi. Studi scientifici stanno dimostrando che consumare bevande alcoliche in moderazione riduce la mortalità per malattia coronarica, nonché per altre cause del 25-30% in soggetti di mezza età, soprattutto negli uomini di età superiore ai 40 anni e nelle donne in post-menopausa.
Se consumate in eccesso le bevande alcoliche aumentano l’esposizione ad una vasta gamma di fattori di rischio e il rischio aumenta con la quantità di alcol consumato. L’abuso di alcool è associato a una serie di malattie croniche a lungo termine che riducono la qualità di vita. Queste includono l’ipertensione, problemi cardiovascolari, cirrosi del fegato, dipendenza all’alcool, varie forme di cancro, alcol-correlati danni cerebrali e una gamma di altri problemi.
I risultati di alcuni studi sostengono che il binge drinking (l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve) è dannoso per il cuore. In aggiunta ai problemi di salute derivanti dal consumo eccessivo di bevande alcoliche, ci sono conseguenze sociali, sia per il bevitore e sia per gli altri membri della comunità. Le conseguenze sono danni ai membri della famiglia (bambini compresi), ad amici e colleghi, così come per gli sconosciuti.
L’uso moderato di vino in un soggetto sano è in grado di ridurre di oltre il 25% il rischio di cardiopatie. La tesi è poi documentata anche da quello che è stato definito il “French Paradox“, ovvero il “Paradosso Francese“. In cosa consiste questa famosa espressione? I francesi conducono una dieta con alte concentrazioni di grassi, burro e formaggio, alimenti considerati ben poco salutari in dosi non corrette. Eppure, nonostante questi comportamenti non esemplari in materia di salute, la percentuale di queste patologie è molto bassa, proprio grazie al diffuso consumo di dosi moderate di vino durante i pasti.
Oltre a ciò l’azione diuretica di un organismo è molto importante per il suo corretto funzionamento e soprattutto per la fondamentale proprietà di eliminazione di scorie che potrebbero andare ad incidere sulla salubrità di altri organi, primi tra tutti il fegato e i reni.
Una scarsa azione diuretica può portare ad una grave compromissione delle funzioni organiche dovendo ricorrere ad interventi medici di purificazione.
Il vino svolge un ruolo di rilievo sia nel favorire l’eliminazione delle urine, sia nel mantenerle relativamente povere di scorie azotate. Il vino più indicato è in questo caso la tipologia bianco secco, grazie al rilevante contenuto di potassio, variabile in base alla zona di produzione ed ai trattamenti. Questo sale esercita azione contraria al sodio non favorendo la ritenzione idrica, ovvero evitando l’assorbimento di acqua tra le pareti cellulari, causa di gonfiori dei tessuti. Anche l’alcool presente nel vino svolge azione diuretica favorendo la filtrazione renale, inibendo la secrezione di un ormone in grado di trattenere l’urina ed esercitando una azione vasodilatatoria sui capillari renali. E’ però da sconsigliare l’assunzione di vino in casi di gravi disturbi renali.