Ogni anno Venezia attira migliaia di viaggiatori d’ogni tipo che giungono in laguna per diversi motivi: il Carnevale, la Biennale e la Mostra del Cinema o il solo piacere di visitare una città d’arte unica al mondo. Visitatori che si sommano al numero crescente di turisti così detti “mordi e fuggi” che dalle navi da crociera e dai molti pullman si riversano nelle calli di questo straordinario palcoscenico. Finora in molti si sono occupati di descrivere il fenomeno in maniera quantitativa e qualitativa, calcolando il numero di ingressi in città e talvolta, denunciando i comportamenti barbari di chi la calpesta. Venice Summer Outfits è un progetto che ha tentato un’analisi del fenomeno da un punto di vista diverso e assolutamente originale, che ha il suo fondamento nelle nuove possibilità di condivisione e partecipazione date dai social network. Attraverso la fotografia descrive una realtà che accomuna molte città d’arte, l’esistenza di un pubblico particolare che nell’abbigliamento esprime una propria libertà, un individualismo che in altri luoghi potrebbe risultare eccessivo. A questi però si accompagna una folla che, sentendosi in vacanza, veste molto comoda, come nel salotto di casa, dimenticando decoro ed educazione.
Che cos’ha scatenato il fenomeno Venice Summer Outfits? È semplice, siamo italiani. Per quanto pittoreschi e conformi agli stereotipi che ci attribuiscono, abbiamo un’idea di stile: la semplicità e l’eleganza. Non finiremo mai di stupirci per i sandali con i calzini bianchi o le mise di certe raffinate visitatrici della Biennale. Non è snobismo, la diversità e l’originalità ci piace, ma ha le sue regole di “stile”. Le eccentriche ragazze nipponiche, le donne di mezza età sui toni dell’arcobaleno, gli escursionisti barbuti in tenuta da trekking sono i modelli più fotografati dai membri dell’omonimo gruppo facebook di cacciatori di look, paparazzati nelle loro stravaganze imbarazzanti.
Che Venezia sia un luogo tollerante dove le persone si sentono accettate e libere di esprimere, attraverso l’abbigliamento, il loro anticonformismo è un fatto positivo. Ma dalle immagini ne esce anche una Venezia che dall’estrema eleganza dei tacchi a spillo e degli abiti da sera, non viene poi rispettata, nella sua immagine di “salotto più bello d’Italia” dai tanti personaggi che in ciabatte da piscina a torso nudo si aggirano per la città senza essere da nessuno ripresi e multati, come accadrebbe in qualsiasi altra capitale europea.
Attraverso la nostra pagina facebook, cui tutti possono contribuire inviando le loro foto di look stravaganti, stiamo così creando un “bestiario” comportamentale ed estetico che rappresenta in modo concreto gli stravaganti approcci a Venezia che hanno molti dei 21 milioni di turisti l’anno che arrivano da queste parti.
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