L’articolo è stato pubblicato sul numero 78 della Gazzetta Italia (dicembre 2019 – gennaio 2020)
Esco di casa. A Campo San Polo il sole attraversa le nuvole. Saluto i vicini che portano a spasso i cani, portano i bambini a scuola o si siedono sulle panchine. Vado a lavorare, ma prima in un bar, dove sanno che sto per bere un cappuccino con latte di soia. Dentro, diversi volti mi salutano con un sorriso. Non ci conosciamo, ma a volte parliamo. Dopo il caffè, esco nella vivace calle.
– Da che parte per Piazza San Marco? chiede una turista di passaggio.
– È più facile se va dritto a Rialto, attraversa il Canal Grande e poi svolta a destra dopo le indicazioni. Chieda lungo la strada per essere sicura. Sono solo 15 minuti. È difficile e perdersi… è molto facile. Hahaha!
Entrambe ridiamo, ci auguriamo una buona giornata e andiamo ciascuna nella propria direzione. Mi piace aiutare i turisti e so che chiunque venga a Venezia è interessato alle sue architetture. Molte persone chiedono di San Marco per iniziare le visite dal “cuore di Venezia”, sono felice di aiutarle ad arrivarci, perché so che questo posto unico non è secondo a nessuno. Però per me il cuore di Venezia batte da qualche altra parte e la mappa della città ha un aspetto diverso.
La casa in cui vivo e il mio caffè preferito dove mi presento con le pantofole di casa e non è niente di strano. L’appartamento di un amico dove le risate degli ospiti si mescolano alla musica di piatti pieni di cibo delizioso. Cinque chilometri di percorso di corsa con viste motivanti più di una medaglia olimpica. Un negozio con guarnizioni e tutto il necessario per riparare una sedia in modo da non buttarla via. Un mercato ortofrutticolo ed una bancarella con i fiori per il vaso. Il ristorante creato da rifugiati dal Medio Oriente. La libreria dove libri saggi e persone sagge non sono rari. Una galleria d’arte. Il bar dove ho parlato con le persone migliori che conosco davanti a un bicchiere di prosecco. Il luogo di incontro dell’associazione di attivisti sociali.
Dopo sei anni continuo a imparare la storia della città e a conoscere il suo presente. Venezia e il suo ricco passato sono un tesoro che volentieri cerco di far scoprire agli ospiti. E consiglio che nei giorni pieni di impressioni turistiche trovino il tempo di ascoltare il ritmo del vero cuore di Venezia: sulla riva al tramonto, su una panchina sotto un albero, al mercato e nel bar, o anche lungo un canale, dove un’enorme nave avanza sgradevolmente, o per le strade dove una linea sul muro indica il livello dell’acqua durante l’ultima alluvione. Auguro ai cercatori del cuore di Venezia che nel loro cammino verso i luoghi più noti si fermino e si regalino la possibilità di vedere ciò che è più prezioso: le persone che vivono qui, perché sono loro le basi viventi di Venezia.
traduzione it: Justyna Czerwonka
foto: Sebastiano Casellati