Il presidente di IPN, Łukasz Kamiński, ha annunciato che nella casa di Kiszczak in una confezione sigillata sono state ritrovate due cartelle le quali sono sottoposte ad una indagine: una cartella personale con 90 schede e una cartella del lavoro di un collaboratore segreto, noto come “Bolek” con 279 schede. I documenti riguardano gli anni 1970-76. Nella cartella personale è stata ritrovata una dichiarazione di collaborazione con il Servizio Segreto, scritta a mano e firmata: Lech Wałęsa “Bolek” eppure delle conferme di ricezione di denaro, anche firmate a mano. Nella cartella di lavoro vi sono varie comunicazioni, tra cui una scritta a mano e firmata “Bolek”, e gli appunti degli incontri dei funzionari di SB con lui. Wałęsa dice che non ci possono essere alcuni materiali di sua provenienza e che può provarlo in tribunale. Kamiński ha assicurato che un archivista di IPN il quale ha visto i documenti è sicuro della loro autenticità e che dopo l’ispezione e la loro descrizione saranno accessibili al pubblico secondo le regole dell’Istituto.
Il procuratore di IPN ha deciso di controllare la casa di Kiszczak dopo che la vedova, Maria Kiszczak, aveva incontrato il presidente dell’Istituto presentandogli uno dei documenti che riguardavano TW Bolek. Secondo IPN la vedova voleva vendere i documenti. Secondo gli storici i materiali divulgati sono importanti grazie al fatto che sono originali e dovrebbero far chiarezza sul tema della collaborazione di Lech Wałęsa con SB. Non portano più molte nuove informazioni per il caso ma riaffermano le testimonianze del libro di Sławomir Cenckiewicz e Piotr Gontarczyk “SB e Lech Wałęsa”. Cenckiewicz ha detto “Wałęsa era un agente che ha intrapreso impegni scritti della collaborazione, tradiva i suoi amici ed i suoi colleghi e prendeva i soldi per farlo. Nonostante il furto dei documenti organizzato negli anni 1989-90 e 1992-95 si è conservata la documentazione di base di Wałęsa come agente”.
Il figlio di Wałęsa, Jarosław, pensa che i documenti di IPN che riguardano suo padre non abbiano alcun valore e che siano contraffatti. L’ex-primo ministro, Donald Tusk, crede che questa situazione possa intaccare l’immagine della leggenda di Solidarność, Lech Wałęsa. È sorpreso dalla “grande emozione associata alla ricerca perché in realtà Lech Wałęsa non nascondeva il fatto che aveva certi contatti e problemi (con SB) negli anni ’70”.
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