L’idea di scrivere questo libro nacque quando Egidio Ivetic, ora professore di storia moderna all’Università di Padova, era un marinaio di leva sulla Galeb (la nave di rappresentanza di Tito). Forse proprio in quel periodo si chiarirono anche i suoi interessi scientifici che riguardano la storia dell’Europa sud-orientale e dell’Adriatico come regioni storiche e l’area di confine tra il Mediterraneo e l’Europa. Il risultato di studi pluriennali ha prodotto l’opera che è stata appena pubblicata in Polonia per la casa editrice Międzynarodowe Centrum Kultury tradotta da Joanna Ugniewska, Piotr Salwa e Mateusz Salwa.
Già il titolo attira l’attenzione, perché nonostante i molti paesi e popoli la cui storia si intreccia sulle rive di questo mare, si parla di una civiltà adriatica. Una civiltà unita dal mare, perché secondo Ivetic, l’Adriatico – nonostante confini e conflitti – è un mare che unisce. Il nome Adriatico deriva dal nome dell’antico porto di Hadria (oggi Adria), fondato dagli Etruschi sulla costa settentrionale, nella zona dell’odierna Italia. È un mare nel mare, in quanto fa parte del Mediterraneo e rappresenta un 1/5 della superficie di questo mare. Separa la penisola italiana dai Balcani quindi è un luogo fisico con una certa posizione geografica e i suoi confini. L’Adriatico segnava il confine naturale degli imperi: l’Impero bizantino, l’Impero di Carlo Magno, l’Impero ottomano, il Sacro Romano Impero, l’Impero di Napoleone, la monarchia austro-ungarica. La storia dell’Adriatico è allo stesso tempo la storia dell’Europa centrale, ma anche la storia della formazione dei suoi confini.
D’altra parte, è anche un testimone e un protagonista della storia, una fonte di conoscenza del passato. L’Adriatico nel libro di Ivetic è uno spazio simbolico in cui si vedono le comunità locali e nazionali, un luogo di contatto della terraferma e della costa, dell’Oriente e dell’Occidente, del cattolicesimo e dell’ortodossia, della cultura romana e di quella slava. La storia di Egidio Ivetic parte dalla preistoria dell’area adriatica e dal passato greco, romano-illirico e bizantino e dedica attenzione particolare a ogni città e formazione del policentrico mondo adriatico, ma trova nella vicenda di Venezia un momento centrale, quando l’Adriatico viene economicamente e culturalmente integrato dalla presenza di una potenza. Nell’opera non mancano la storia del XIX e XX secolo, i tempi della prima e della seconda guerra mondiale, il periodo della guerra fredda e il conflitto nei Balcani. Ivetic sottolinea anche l’importanza degli ultimi passaggi politici che hanno fatto dell’Adriatico un’unità strategica entro l’alleanza atlantica e una euroregione dal punto di vista amministrativo. Ed è proprio nel quadro sovranazionale europeo che l’Adriatico potrebbe ripensare e praticare una sua unità, svincolandosi dalle sovranità degli stati. Gli abitanti dell’Adriatico devono tendere, secondo Ivetic, a far emergere dal proprio passato e ad affermare nel presente una cultura adriatica, plurilingue e transnazionale. Un obiettivo arduo ma che “vale comunque lo sforzo d’essere immaginato”, perché “una cultura adriatica rimane l’unica vera alternativa allo status di periferia, di confine e margine che i contesti rivieraschi vivono da troppo tempo in riferimento alle proprie culture nazionali”.
Il libro “Adriatyk. Morze i jego cywilizacja” è in palio nel concorso sul nostro profilo su Facebook. Vi invitiamo a partecipare!
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