Rapporto WEI sulla crescita economica della Polonia, tra 10 anni nel G20

0
364

Da 9 anni il Warsaw Enterprise Institute pubblica il “Bilancio di apertura”, una diagnosi dell’economia polacca nel contesto del recupero del ritardo con i paesi più ricchi dell’Europa occidentale, in particolare la Germania. La discussione durante la presentazione delrapporto è stata guidata dal vicepresidente del Warsaw Enterprise Institute, Sebastian Stodolak. Il nono rapporto di questa serie presentato ieri, intitolato “Bilancio di apertura 2023”, mostra che la Polonia sta raggiungendo la Germania, ma il ritmo di avvicinamento è rallentato. Le stime elaborate dal prof. Krzysztof Piech dell’Università Łazarski, autore del rapporto, mostrano che, a seconda dello scenario, la Polonia raggiungerà la Germania solo a metà degli anni ’60 del XXI secolo o già prima del 2038. Entro almeno un decennio, la Polonia potrebbe unirsi al gruppo delle 20 maggiori economie del mondo (G20), a condizione che riesca a raggiungere una crescita sostenibile e superare l’1% della sua partecipazione nel PIL globale. Nel 2032 raggiungerà il Giappone. Sfortunatamente il tasso di crescita del PIL della Polonia non è più eccezionale. Nel 2022, secondo le stime del Fondo monetario internazionale (FMI), la Polonia si classificava all’88° posto a livello mondiale, anche se l’aggiornamento dei dati ha migliorato questa posizione al 63° posto. Le previsioni del FMI per quest’anno indicano che questo potrebbe essere l’anno peggiore degli ultimi 40 anni, con una crescita di appena 0,56%, che colloca la Polonia lontano dai primi posti nella classifica mondiale. Nel 2024, con una crescita prevista del 2,28%, la Polonia sarà solo al 139° posto nel mondo, un risultato considerato modesto, soprattutto nel contesto della necessità di accorciare la distanza rispetto agli altri paesi. La situazione non è facilitata, tra le altre cose, dalla guerra oltre il confine orientale e dalle tendenze economiche globali che sono lontane dalla ripresa economica. Dopo la pandemia, la Polonia ha registrato una crescita del PIL eccezionalmente elevata, dopodiché il tasso di crescita economica è diminuito fino al primo trimestre del 2023. Negli ultimi due trimestri abbiamo notato una leggera accelerazione della crescita economica, che è influenzata dalle relazioni commerciali sempre più forti tra Polonia e Germania. La Germania è il principale partner commerciale della Polonia, rappresentando quasi il 29% delle esportazioni polacche e il 21% delle importazioni. La Polonia rafforza sistematicamente la propria posizione sul mercato tedesco. Nel 2021 la Polonia è stata il quinto partner commerciale più grande della Germania, registrando un aumento del fatturato di quasi il 19% rispetto all’anno precedente. Questo fatturato è aumentato di 20 miliardi di euro nel 2022 rispetto all’anno precedente. Le importazioni e le esportazioni in rapporto al PIL non mostrano più forti tendenze al rialzo. Dal 2021, la maggior parte dei paesi dell’UE ha registrato un aumento della quota delle esportazioni sul PIL. La Polonia ha mostrato una crescita moderata, rimanendo vicina alla media UE ma inferiore a quella della maggior parte dei nuovi Stati membri (ad eccezione di Croazia e Romania). A partire dal terzo trimestre del 2022 questa quota diminuisce leggermente. Nel 2021-2022 sono state osservate tendenze in aumento delle importazioni, che indicavano un miglioramento dell’economia, ma nel 2023 questa tendenza si è indebolita (dal terzo trimestre del 2022). Il nuovo governo avrà l’opportunità di risolvere i problemi che i suoi predecessori non sono riusciti ad affrontare, ma ciò dipende dall’introduzione di riforme adeguate. Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni geopolitiche. Se riusciremo a rafforzare l’economia del nostro Paese, ciò ci consentirà di sfruttare la “geoconfusione” a nostro vantaggio, in modo che la Polonia passi dall’essere un importatore di decisioni sul destino dell’UE ad un esportatore di decisioni, cioè che la sua voce sulla scena internazionale diventerà la voce di un paese co-decidente.

il vicepresidente del Warsaw Enterprise Institute Sebastian Stodolak
il prof. Krzysztof Piech