Rafał Stanowski: la moda in Polonia ha un enorme potenziale

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Cracovia è famosissima per la sua splendida piazza e il vecchio mercato dei tessuti che ricordano la storica grandezza di questa luogo, un passato che ancora risuona nelle fondamenta di una città in crescita continua. Ma il tempo passa e lo sviluppo della società mette in primo piano nuove cose.  
E questa volta è la moda ad essere protagonista. 

Dall’altra parte della città, un po’ lontano dal centro, ci troviamo davanti ad un palazzo in cui il senso estetico si materializza diventando qualcosa di tangibile. Siamo circondati da foto professionali, ritratti, mockup, quadri, progetti di interni, tutto legato al design.

Rafał Stanowski

Qui ci dà il benvenuto il direttore creativo della scuola artistica di progettazione abiti del SAPU nonché direttore creativo della Cracow Fashion Week. Ci rendiamo subito conto che ci troviamo in fronte ad una persona ingegnosa, sensibile e con una profonda cultura estetica.

Parlando del Sapu possiamo affermare che contribuisce ed influisce sul mercato della moda in Polonia?

La Scuola Artistica di Cracovia, fondata nel 1989, è l’istituto attivo da più tempo e con i maggiori successi nel settore in Polonia. Invece la Scuola Artistica di Progettazione Abiti è stata fondata nel 1995. Da allora ad oggi ha formato migliaia di laureati molti dei quali lavorano in grandi aziende come Reserved, Mohito, House, 4F o Patrizia Aryton che attualmente è diretta dal nostro laureato Patrycja Cierocka.
Al SAPU hanno studiato anche persone che hanno aperto loro case di moda come Michał Gillbert Lach, la metà del binomio Bohoboco e altri giovani stilisti molto importanti per il mercato polacco della moda come Monika Ptaszek, Ola Bajer o Waleria Tokarzewska.

Come si suddividono i corsi della scuola?

La Scuola Artistica di Progettazione Abiti istruisce i futuri stilisti di moda e all’interno delle Scuole Artistiche di Cracovia, a cui appartiene, si insegna anche design, recitazione, danza, fotografia, visual merchandising e coreografia.

Il settore della moda è in grande sviluppo in tutto il mondo, avete molti studenti stranieri?

Sì tanti, molti dall’Ucraina ma anche dal resto del mondo. Recentemente abbiamo avuto una studentessa delle Mauritius, ma ci sono anche studenti dagli Stati Uniti, del Nepal, dall’Africa o dall’Arabia Saudita. Ci sono anche slovacchi, tedeschi, svedesi e italiani. Ragione per cui abbiamo fondato il Fashion College per insegnare la moda e la fotografia in inglese. Di anno in anno ci sono sempre di più studenti e aumenta l’interesse verso la moda polacca. Gli studenti stranieri cercano nuove opportunità e noi siamo contenti di poterle offrire.

 Ci sono tirocini per i Vostri studenti? Organizzate qualche tipo di scambio internazionale?

Abbiamo avuto uno scambio con la scuola tedesca Fahmoda di Hannover. E siamo in contatto con istituti della Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria. I rapporti con i paesi confinanti sono molto intensi e gli interscambi di studio si svolgono regolarmente. Per quanto riguarda l’Italia ci piacerebbe creare dei contatti, finora non ci siamo riusciti. Ma, forse, magari grazie a Gazzetta Italia faremo qualcosa di nuovo. Poco fa si è presentata l’occasione di un progetto di una sfilata alla fashion week “Alta Roma”. 

Tu sei anche vice caporedattore della rivista “Lounge Magazyn”. Questa attività è legata in qualche modo con SAPU?

Non è legata con SAPU, ma le persone che cercano informazioni sul lifestyle la scelgono frequentemente. La scuola invece una volta all’anno, in occasione della Cracow Fashion Week, pubblica la propria rivista intitolata “Tuba”. Vale la pena dire che il portale Fubiz nella sua lista delle 50 copertine migliori nel mondo ha messo una delle nostre copertine di qualche anno fa accanto a quella di Time.

C’è molto movimento nel settore di moda, ma forse non è ancora un potenziale pienamente sfruttato. Recentemente è arrivata sul mercato editoriale la versione polacca della rivista Vogue, è un momento di svolta per la moda polacca?

Stanno crescendo molte marche nuove e c’è un gran interesse da parte dei media e del pubblico. La gente sempre più spesso acquista vestiti di marche polacche, create da vari giovani stilisti, artisti, artigiani. Il settore della moda in Polonia cresce velocemente da 5-6 anni. E se Vogue è entrato nel nostro mercato significa che c’è un grande potenziale. Le grandi marche, tipo La Mania, vanno benissimo, vendono all’estero e aspirano ad essere riconosciute come marche lussuose e di livello mondiale. La moda cresce di importanza ma non possiamo rapportarci con l’Italia. È un paese che vive di moda da millenni. Guardiamo un po’ Roma Antica, un design meraviglioso che noi di certo non abbiamo avuto a quei tempi. Qui all’epoca vivevamo nei boschi. (risate)

I giovani polacchi attribuiscono una grande importanza allo stile. Ma questo atteggiamento si può notare anche nelle altre classe di età? 

Le persone mature delle grandi città che hanno disponibilità economica tendono a prendersi cura della loro immagine. Più problematico è seguire la moda per chi vive lontano dalle grandi città e per ragioni economiche o semplicemente perchè non ne sentono l’esigenza non si prendono cura del loro look. La Polonia è tuttora in cerca di un proprio stile.

Forse lo stile polacco si avvicina a quello tedesco?

Lo stile tedesco ha una grande influenza ma per noi è strano. Non siamo mai stati più di tanto affascinati dalla forza teutonica. Piuttosto direi che abbiamo preso ispirazione da altri paesi. Abbiamo dimenticato che lo stile polacco, quello della nostra epoca d’oro, il XV secolo quando fummo una potenza europea, fu il risultato di un mix tra Est e Ovest. Sono sempre molto attento all’aspetto storico. Per esempio la cavalleria medievale dell’Europa Occidentale aveva le spade dritte mentre quella polacca aveva sciabole curvate. Questo design lo avevamo preso dai Tatari che ci avevano invaso da Est. Mentre poi ci sono tanti elementi occidentali nella nostra cultura, architettura o anche negli abiti dei nobili. Ebrei, tatari e poi turchi hanno avuto un impatto grandissimo sulla nostra estetica. Abbiamo una tradizione bellissima: la meravigliosa Cracovia rinascimentale è stata progettata dagli architetti italiani a cominciare dai tempi della regina Bona, in quel periodo avvenne una crescita incredibile del nostro stile.
Una volta ne ho parlato con Dorota Koziera, una stilista di design eccezionale  che ha progettato per aziende come Fiat, Dior, Swarovski. Attualmente abita a Milano, la capitale della moda. Le ho chiesto dello stile polacco. Mi ha risposto che la caratteristica più interessante è il fatto che si trova a cavallo fra il design scandinavo e quello italiano. Secondo me siamo più vicino alla Scandinavia, al suo minimalismo ma d’altra parte si può notare un fascino grande per l’Italia e il suo stile impressionante, pieno di colori e decorazioni. 
Tuttavia la progettazione della moda nello stile scandinavo ottiene risultati migliori in Polonia. Lo stile polacco si distingue dalla rigidità scandinava e grazie al carattere della società polacca assume un tono elegante.

Nella Polonia ci sono tante aziende importanti che sono legate direttamente con la moda, ma come si può valutare il loro contributo all’economia del Paese?

La compagna LPP ha un fatturato grandissimo e recentemente ha aperto una sua boutique in Oxford Street. Cresce e nella sua campagna pubblicitaria ha coinvolto la grande Kate Moss. Questo mostra che le aziende polacche stanno sviluppandosi. L’azienda Conhpol, di Cracovia, esporta le sue scarpe in tutto il mondo. Siamo un gigante a livello mondiale per quanto riguarda la produzione dei mobili in legno, lo stesso per quanto riguarda per esempio la produzione delle piastrelle di ceramica. L’industria legata al design in Polonia è molto sviluppata e vanta una lunga tradizione. Nel XIX secolo le manifatture di Łódź erano una potenza. E durante il comunismo si diceva che la Polonia vestiva tutti i paesi dell’area socialista. Era un’industria grandissima che negli anni 90′ ha iniziato ad avere problemi e poi molte aziende hanno chiuso perché hanno perso la sfida di fronte ai prodotti cinesi e internazionali.
Purtroppo poche persone che siedono nei posti decisionali capiscono l’attuale potenziale del settore moda in Polonia. Penso che stiano sotterrando un tesoro prezioso. Basta menzionare l’Italia che vive di produzione di abbigliamento, scarpe, accessori, cerniere lampo, bottoni. La potenza del marchio ZARA spinge il PIL della Spagna, e similmente succede con H&M nell’economia della Svezia.
In Polonia abbiamo tanti giovani e bravi stilisti che si laureano in scuole come il SAPU. Mi piacerebbe che avessero più possibilità di sviluppare il proprio talento, che fossero date più borse di studio, o fossero realizzati programmi di supporto e incontri d’affari.

Ai polacchi manca una capacità di evolvere uno stile individuale?

La domanda per i prodotti polacchi è in crescita continua, sono cose bellissime e spesso si distinguono per la qualità. Ma questa domanda è rallentata dalla scarsa capacità di spesa. Qualche tempo fa ho letto un’indagine sulle decisioni commerciali dei polacchi e in quale modo le prendono. Per quanto riguarda l’abbigliamento il criterio base nel fare acquisti è stato, ovviamente, il prezzo, seguito dalla comodità e solo alla fine dalla qualità dello stile. Secondo me questi parametri dovrebbero un po’ cambiare. In Italia tutto è bellissimo, perché le città per secoli hanno rivaleggiato su estetica e immagine. In questa sfida per la bellezza partecipiamo anche tutti noi che lavoriamo nel settore della moda e penso che ci stiamo avvicinando velocemente a standard di gusto alti.

Autori delle creazioni: Anna Maria Zygmunt, Artur Stec, Daria Grabowska, Ewa Chojnacka, Karolina Głogowska, Laura Filip, Maciej Soja, Nikola Gadzinowska, Patryk Jordan, Paulina Mrożek, Piotr Popiołek, Sandra Stachura, Weronika Urbaniak