Quattro giorni in Campania

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Da oltre 6 mesi sono in Erasmus a Siena, la mia amata cittadina medievale in Toscana. Non solo perfeziono il mio parlato, vivo la vita da studentessa e studio all’Università per Stranieri, ma sfrutto il mio soggiorno in Italia anche per viaggiare. Lo scorso semestre sono riuscita a visitare le città più importanti del Nord Italia, questo semestre invece lo dedico alla conoscenza dell’Appennino Meridionale. Per iniziare volevo recarmi in Campania e in Puglia. Nelle gite maggiori a volte mi accompagna un’amica, che mi raggiunge dalla Polonia. Anche questa volta dovevamo partire insieme. Il pernottamento su CouchSurfing trovato, il passaggio iniziale su Bla Bla Car idem (volevamo continuare il nostro viaggio in autostop). Ma all’ultimo minuto, all’improvviso, abbiamo dovuto cambiare i piani e mi sono trovata di fronte alla scelta: andare da sola in Wild Wild South e rischiare o rimanere a casa sana e salva? Ho scelto il primo, limitando il mio trip alla sola Campania.

Non sono riuscita a trovare un passaggio diretto da Siena a Napoli; il conducente con cui viaggiavo mi ha lasciato a Caserta. Il piano era di prendere subito il treno da Caserta e andare a Napoli. Ma quando sono arrivata ho capito che la maggiore attrazione turistica locale, la Reggia di Caserta, è situata nell’immediata vicinanza della stazione dei treni! Essendo così vicina e avendo qualche oretta di anticipo ho deciso di vedere il palazzo Borbone settecentesco. Mi è subito venuto in mente Sanssouci, il palazzo di Hohenzollern a Potsdam, che mi è piaciuto molto. Sono entrata nel parco e ho sentito la gioiosa voglia di godermi ogni momento in questo posto meraviglioso. Mi aspettava una passeggiata lunghissima lungo le deliziose fontane che conducono alla scarpata con torrente. L’arrampicata alla cima della collina si è dimostrata essere un’ulteriore attrazione e la veduta mi ha compensato lo sforzo del viaggio in un caldo inconsueto per il mese di marzo. Ho passato così tanto tempo al parco che poi il palazzo ho dovuto vederlo di corsa, ma comunque sono uscita dall’intero complesso con un senso di soddisfazione turistica. La tappa seguente della mia avventura è stato il viaggio in treno a Napoli, dove in cerca di una presa funzionante mi sono trovata nello stesso scompartimento con persone poco raccomandabili e per un attimo mi sono pentita della mia decisione di viaggiare da sola… Ma poi tutto e andato per il meglio!

Dal momento in cui il mio primo host Andrea è venuto a prendermi dalla stazione tutto è andato come un orologio. Molto presto ho avuto l’occasione di vedere e assaggiare ciò che più mi aspettavo andando a Napoli. La stazione metro Toledo in realtà si è rivelata anche p[cml_media_alt id='113397']Kurkowska - Campania (12)[/cml_media_alt]iù bella che nelle foto, è veramente incredibile! Poi ho saputo che Andrea e il suo coinquilino Filippo abitano nel centro e hanno la vista sul Vesuvio. A cena invece mi hanno portato nella migliore, secondo loro, pizzeria a Napoli, Pellone. Per me la pizza lì è stata troppo pesante, ma non mi stupisce la loro scelta da maschi. Ho deciso pero di condurre una mini-indagine e creare un proprio ranking!

Il secondo giorno ho dato ancora uno sguardo di addio al Vesuvio e mi sono trasferita nella casa del secondo host, Paolo, da cui sono rimasta fino alla fine del soggiorno a Napoli. Sono passata un attimo alla Galleria Umberto I e mi pareva di essere a Milano! Nella nuova casa come antipasto mi hanno servito la vera mozzarella locale, che mi ha fatto capire perchè quella imballata del negozio non mi piace tanto. Di seguito siamo andati a fare una passeggiata nel centro storico, dove abbiamo visto il vecchio quartiere di Forcella, il Duomo e la via dei Presepi. Paolo mi ha regalato un peperoncino portafortuna, il cosiddetto cornetto: funziona solo se lo otteniamo come regalo! Siamo passati da una delle botteghe per osservare il lavoro degli artigiani sui presepi; uno di loro ci ha fermati e si è messo a raccontarci qualcosa. Io ho spento il mio cervello quasi subito, visto che del dialetto napoletano non capisco quasi nulla. Finito il racconto, Paolo mi ha guardata con un’espressione per farmi capire che manco lui ha tratto molto dalla conversazione… Abbiamo deciso di recarci alla Certosa di San Martino, da cui c’è un bel panorama di Napoli. Nel frattempo abbiamo mangiato sfogliatelle e babà, i tipici dolci locali. Giunti alla Certosa abbiamo notato che tutta la vista era coperta da foschia, cioè nebbia meno densa, una specialità locale. Abbiamo deciso di tornare a casa usando la Pedamentina, cioè scale del XIV secolo che portano dalla Certosa fino a Spaccanapoli, la via che divide la città in due. A cena ho mangiato forse la pizza più buona della mia vita, a Sorbillo in via dei Tribunali. Ve la consiglio vivamente!

Il terzo giorno della gita è stato segnato da Sorrento e piaceri epicurei. Verso mezzogiorno siamo saliti con Paolo sul treno della Circumvesuviana e dopo meno di un’ora eravamo lì. Oltre alle bellissime vedute sul mare e le tipiche cupole a piastrelle giallo-verdi, Sorrento ci ha offerto anche gli onnipresenti alberi di limoni che creavano un’atmosfera di vacanze e spensieratezza. Non si può omettere la buonissima delizia di limone che ho assaggiato nella versione tiramisù. A pranzo ci siamo concessi gnocchi alla sorrentina, con mozzarella fusa. Alla fine di questo giorno piacevole abbiamo guardato il tramonto osservando le navi che tornavano da Capri…

L’ultimo giorno l’abbiamo iniziato con una passeggiata sul lungomare. Siamo arrivati al porto e da lì c’erano solo quattro passi per il Castel dell’Ovo, su cui ovviamente siamo saliti per avere una vista migliore della zona e della gente sdraiata sulla costa rocciosa come foche. Quelli più audaci hanno deciso anche di fare bagno! Il tempo era bellissimo, quindi perché no? Dopo pranzo ho incontrato ancora una volta Andrea e Filippo, che mi hanno portato a Pozzuoli al vulcano Solfatara. Quando ci siamo avvicinati alle paludi di zolfo bollenti mi sono davvero pentita della nostra idea e volevo scappare: in tutta l’area si sentiva un odore soffocante di uova sode! Andrea riteneva che le inalazioni sulfuree fanno bene ai polmoni e quasi si tuffava negli sbuffi di vapore, mettendomi al contempo disgusto e stupore. Dopo un attimo però anch’io mi sono abituata al particolare “profumo” e la parte restante della nostra visita alla riserva mi è piaciuta di più. I visitatori possono avere l’impressione di essere sulla Luna, vista la bianchezza del suolo e la presenza di numerosi crateri da cui esce il vapore: un’esperienza inusuale! Quel giorno il tramonto l’abbiamo visto al Lago d’Averno, dopodiché siamo tornati a Napoli, dove ho mangiato ormai l’ultima pizza al famoso ristorante da Michele. Molto buona, ma secondo me non vince con Sorbillo!

Il giorno successivo, mentre tornavo a Siena, guardavo le foto dalla gita ed ero triste perché era finita. Ero grata alla sorte per aver avuto degli host bravissimi, ma sentivo anche che mi sarebbero mancati, cosa paradossalmente non positiva. Il viaggio solitario si è concluso con successo, perché grazie a CouchSurfing non ero affatto da sola, anzi, ho avuto l’opportunità di conoscere meglio la cultura e la gente locale. Mi rimangono ancora molte cose da vedere in quelle parti dell’Italia, forse la prossima volta mi accompagnerà la mia amica. Ma stavolta, anche viaggiando per conto mio, contrariamente al proverbio: ho visto Napoli e non sono morta! 😉