“L’economia polacca ha senso solo se si considera l’ambiente internazionale e quindi gli investitori stranieri”, così ha aperto il confronto il Prof. Marek Belka, Governatore della Banca Nazionale Polacca, durante l’incontro annuale con IGCC (International Groups of Chambers of Commerce) di cui la nostra Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia è membro e fondatore.
“L’economia dell’Unione Europea è in recessione. Nel 2009 era a -5%, oggi che va un po’ meglio siamo sul -1,2%. Ci sono tre ragioni fondamentali che aiutano a comprendere meglio la crisi: il primo consiste nelle differenze economiche tra i Paesi aderenti, dove alcuni crescono e altri sono in profonda recessione, quindi abbiamo sicuramente un problema di integrazione economica” spiega il Professore che aggiunge “la seconda ragione prende in considerazione la situazione economica che sollecita i mercati con forti rialzi e ribassi con spiacevoli conseguenze sulla economia Europea. Infine la terza ragione è il tempo, infatti nel 2008-09 noi credevamo di avere gli strumenti per combattere la recessione, ma non era così e ora siamo al punto di dover utilizzare strumenti non convenzionali come l’OMT (Outright Monetary Transactions)”; OMT sono le operazioni di acquisto della Banca Centrale Europea a sostegno dell’Eurozona, una delle politiche monetarie del programma anti-spread del Governatore Mario Draghi. “Ora tutti stanno guardando alla Spagna, esitante nelle decisioni in un momento difficile, e i mercati stanno perdendo la sicurezza. Il mio punto di vista” continua Belka “è positivo, ma e’ polacco-centrico, con il successo che abbiamo avuto nel far crescere il mercato. Infatti nei Paesi non aderenti all’Euro, come il nostro, siamo pronti ad uno scenario di collassamento che coinvolgerebbe prima di tutto le banche e quindi gli altri operatori economici.”
Sottolinea il Governatore della Banca Nazionale Polacca “Spero che il programma proposto da Draghi venga approvato e riesca a stabilizzare i mercati per lungo tempo, perché preferisco il rischio al disastro. Se il programma aiuterà a ricostruire la credibilità, noi avremo la possibilità di salvare Paesi come l’Italia e la Spagna, ci vorranno anni, ma sarà possibile.”
Il Prof. Belka dopo il suo intervento si è prestato alle domande dei partecipanti: “l’euro è una moneta unica differente per esempio dal dollaro negli Stati Uniti d’America perché lì con un solo Governo centrale hanno reattività nel prendere decisioni importanti, invece nell’Unione Europea devono decidere 17 Governi dei Paesi aderenti, perdendo tempo di reazione. Teniamo presente che non è auspicabile un Europa senza il mercato unico, porterebbe ad una instabilità dei singoli Paesi. Inoltre non tutti nell’Eurozona devono essere come la Germania, noi dobbiamo differenziare e valorizzare tutte le economie dei Paesi membri, ognuno con le sue peculiarità, con i propri assets. La Spagna, per esempio, ha una grande forza nell’export, come l’Italia, non dobbiamo per forza essere tutti uguali all’economia tedesca”. Rispetto al rapporto tra i cittadini e Governo Belka sostiene: “I cittadini devono essere pronti a pagare altre tasse, non morire tra le barricate, questo è il nazionalismo dei nostri giorni”.
Alla domanda “Quali sono i possibili scenari negativi di cui ha parlato e quali sono le possibili soluzioni che avete ideato?” Il Prof. Belka risponde: “Continuare con una crescita pari a zero per altri anni mentre la Germania continua a crescere rispetto al resto dell’Unione Europea, questo porterebbe ad un collasso con situazioni peggiori al 2009, sicuramente con bancherotta per l’economia europea, purtroppo è uno scenario possibile. Infatti una delle soluzioni da noi identificate consiste in un possibile salvataggio delle banche offrendo loro una maggiore liquidità, soluzione da prevedere insieme ad altri strumenti finanziari e fiscali.”
Per quanto riguarda l’ingresso della Polonia nell’Eurozona, il Professore annuncia “Prima di tutto l’Euro deve uscire dalla crisi e stabilizzarsi prima che la Polonia lo adotti, per non avere rischi di collasso e quindi l’economia deve prima riprendere a crescere.”