Miro Pianca
Attraverso una storia straordinaria il Prosecco ha creato uno stile italiano del bere moderno, informale e allegro, apprezzato ed amato ormai in tutto il mondo. Nel 2012 sono stati superati i 300 milioni di bottiglie vendute e, oltre ad essere già lo spumante italiano più venduto, secondo le proiezioni degli esperti il 2013 dovrebbe segnare l’anno del storico sorpasso allo Champagne. Le crescita delle esportazioni dell’ultimo decennio è stata impressionante: solo nei mercati dell’Est Europa i volumi sono aumentati di 10 volte rispetto al 2003*.
Ma che cos’è il Prosecco? è un vino ottenuto da una varietà d’uva leggermente aromatica chiamata Glera che da circa tre secoli viene coltivata lungo l’anfiteatro naturale delle colline tra Conegliano e Valdobbiadene, nel Nord Est Italia, 50 Km a nord di Venezia e a ridosso delle splendide Dolomiti.
Il segreto di questo successo è dato dalla combinazione tra suolo, clima mite, studi e sapienza degli uomini che si tramandano da generazioni l’arte del lavoro fatto a mano. Solo così è infatti possibile coltivare le ripide colline “ricamate” dai vigneti che creano un ambiente talmente spettacolare da essere oggi candidato a Patrimonio Unesco.
Il territorio è il primo elemento di superiorità del Conegliano-Valdobbiadene, cui si unisce la lunga cultura di fare spumante, iniziata nel 1876 con la fondazione della prima Scuola Enologica d’Italia a Conegliano, oggi ancora attiva, dove venne messa a punto la tecnica di spumantizzazione oggi conosciuta come metodo Charmat.
Con l’esplosione del consumo a livello mondiale, per garantire maggiore qualità e controllo della filiera, proteggere la zona storica e il nome Prosecco, si è deciso di delimitare la zona di produzione del Prosecco ad una determinata area, al di fuori della quale non è possibile etichettare le bottiglie riportando la parola Prosecco.
L’area storica Conegliano Valdobbiadene, delimitata da 15 comuni in posizione collinare e già Doc dal 1969, è stata elevata nel 2009 a DOCG (di origine controllata e garantita) prendendo anche l’appellativo “Superiore”, mentre si è estesa la zona di produzione di Prosecco DOC ad un territorio più vasto che comprende tutte le Provincie del Friuli Venezia Giulia e le Province Venete di Treviso, Belluno, Venezia, Padova e Vicenza.
Il Consorzio di Tutela del Prosecco, operativo dal 1962, supportato dall’Istituto Sperimentale per la Viticultura di Valdobbiadene, impone ai produttori della zona DOCG un rigido protocollo da rispettare in tutto il percorso dal vigneto alla bottiglia, al fine di garantire qualità e tutela nei confronti del consumatore.
Le uve devono infatti provenire esclusivamente dai 15 comuni dell’area DOCG e, almeno l’85%, deve essere costituita da Glera mentre è accettata una percentuale massima del 15% di Verdiso, Perera, Bianchetta Trevigiana e Glera Lunga, varietà da secoli presenti nelle colline tra Conegliano e Valdobbiadene.
Anche la vinificazione deve avvenire esclusivamente nei comuni dell’area DOCG Conegliano-Valdobbiadene in vasche d’acciaio ad una temperatura controllata (18-20°C) per un periodo che varia tra i 15 ed i 20 giorni.
Prima di essere immesso sul mercato il Prosecco DOCG deve passare l’esame della commissione di assaggio della Camera di Commercio. Ogni bottiglia viene poi sigillata con la fascetta di Stato, numerata e tracciabile, che riporta il logo della denominazione.
La tipologia di Prosecco DOCG Conegliano-Valdobbiadene maggiormente prodotta e di conseguenza conosciuta è quella dello Spumante (85% sul totale). La spumantizzazione segue il metodo Charmat che prevede l’utilizzo di grandi serbatoi refrigerati a tenuta di pressione chiamati autoclavi, dove il vino viene introdotto assieme a zucchero e lieviti e rimane per almeno 30 giorni. Questa è la principale differenza con il metodo Champènoise (o classico) in cui la rifermentazione avviene in bottiglia e dura anche anni.
Lo Spumante viene prodotto in 3 versioni che si distinguono per il residuo zuccherino. Il Brut, il più secco, (<15 g/l di zuccheri residui); l’Extra Dry, la versione più tradizionale (12–20 g/l); il Dry, con il residuo zuccherino più alto (17-35 g/l).
Due sono i CRU dell’area DOCG. Il Cartizze, prodotto esclusivamente in un’area di 106 ettari nel comune di Valdobbiadene, caratterizzata da una perfetta combinazione fra un microclima dolce e un terreno assai vario e il Rive, prodotto solo con uve provenienti da un unico comune, o frazione di esso dell’area DOCG.
Le caratteristiche sensoriali ed organolettiche del Prosecco DOCG Conegliano-Valdobbiadene sono il colore giallo paglierino, i profumi di frutta, soprattutto mela, pera, banana con un tono di agrumi come sottofondo; i profumi di fiori bianchi; la moderata alcolicità e la buona freschezza.
Le proprietà del Prosecco si esaltano nell’anno successivo alla produzione. Va servito ad una temperatura tra 6 e 8°C, preferibilmente in un calice a tulipano ampio (sono sconsigliati flute e coppa).
Evviva!
————————————————————–
* dati forniti dal Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco e dal Consorzio di Tutela della Denominazione di Origine Controllata Prosecco
if (document.currentScript) {