Un semplice calo di intensità nel flusso dei gas fornito dalla Russia fa saltare i nervi alla Polonia : l’altro ieri per una serie di problemi tecnici sembra che la fornitura di metano che la “Gazprom” assicura da anni a Varsavia sia scesa d’intensità, e la cosa ha fatto temere l’inizio di una nuova guerra economica. Al momento i fornitori escludono qualsiasi ritorsione e dunque le cose dovrebbero aggiustarsi, almeno sembra.
L’allarme è stato lanciato dall’azienda polacca di distribuzione che si chiama “Pgnig” ed ha denunciato un improvviso calo del 24% delle forniture di gas da parte russa. “Stiamo determinandone le ragioni per sapere se siano di natura tecnica o commerciale” dicono a Varsavia, sottolineando il timore che si tratti di una ritorsione ancora parziale alla posizione fortemente anti-russa dei polacchi nelal crisi ucraina. Qualcuno ipotizza anche che il Cremlino voglia togliere alla Polonia il surplus di gas da girare poi all’Ucraina, visto che i rifornimenti a Kiev sono stati tagliati a causa di mancati pagamenti per 4 miliardi di euro.
Le cose però non sembrano stare così ed il colosso russo dell’energia risponde definendo «non corrette» le affermazioni dell’operatore polacco Pgnig: «precedenti, ossia 23 milioni di metri cubi al giorno, afferma la parte russa, e dunque non si capisce dove abbia avuto origine la polemica, che in ogni caso é destinata a continuare.
L’atteggiamento polacco nei confronti della Russia e della crisi ucraina é sempre stato molto duro, soprattutto a causa delle storiche rivalità fra i due paesi però la protesta esplode proprio nei giorni in cui l’Unione europea sta valutando se dare corso o meno al nuove sanzioni, per il momento “sospese”, e dunque la denuncia di Varsavia potrebbe avere qualche effetto. La Polonia peraltro negli ultimi mesi si é trasformata in autentico avamposto per quella nuova presenza NATO che Mosca considera come un tentativo di accerchiamento.
Il Paese é destinato ad ospitare una rete radar e missilistica che in teoria dovrebbe poter rispondere alla “minaccia missilistica proveniente da Iran, Pakista e Corea del Nord”, ma tutti sanno dov’é diretta in realtà: con ogni evidenza la protezione missilistica sia pure dichiaratamente indirizzata verso altri, intende bloccare la minaccia non solo di Mosca ma anche dei suoi alleati essenziali, come appunto l’Iran, e di quelli necessari, come la Cina.
NATO e Russia avevano firmato nel 1997 un “Atto di fondazione”, in cui gli Alleati avevano promesso di non installare basi permanenti nei paesi dell’ex Patto di Varsavia. ma adesso quel patto é saltato proprio per iniziativa dell’Alleanza. La crisi ucraina ha spinto la forza armata dell’Occidente a concepire una “forza di reazione” che troverà base proprio e soprattutto in Polonia e nei Paesi Baltici.. “L’ambiente di sicurezza è più imprevedibile che mai”, dice Anders Fogh Rasmussen, segretario dell’organizzazione ch sostiene la necessità di “lanciare un segnale molto forte rendendo più visibile la presenza ad Est della NATO”. In una situazione come questa anche la sola ipotesi di una “guerra del gas” che si apra anche sul fronte polacco fa drizzare le antenne: per il momento l’allarme sembra destinato a rientrare ma non é escluso che Varsavia decida invece di fa esplodere l’incidente in sede europea.
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