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Il gruppo manifatturiero polacco LPP ha aderito al programma Fur Free Retailer, ovvero lo standard che identifica le aziende impegnate contro lo sfruttamento degli animali nella produzione di pellicce. Le collezioni “autunno-inverno 2016” promosse dalle marche di abbigliamento appartenenti alla LPP saranno le prime ad essere “fur free”. Marta Chlewicka, la portavoce della LPP, spiega la decisione del gruppo sulla base di una consapevolezza sempre maggiore dei diritti degli animali, combinata alle esigenze dei clienti e alla volontà di ridurre il proprio impatto ambientale. Finora oltre 300 aziende di abbigliamento hanno aderito al programma Fur Free Retailer, tra le quali si possono annoverare le catene ZARA, Topshop, H&M e COS, oltre che brand di lusso, quali Hugo Boss o Armani. Ogni azienda che intende diventare “fur free” deve firmare un impegno scritto, in cui si impone l’obbligo a non vendere pellicce e accessori in pelliccia. “Il futuro della moda sono le nuove tecnologie, non gli animali chiusi in piccole gabbie di fili metallici”, ha detto Małgorzata Szadkowska, coordinatrice del programma internazionale Fur Free Retailer. La LPP gestisce quasi 1700 negozi in 18 paesi di tutto il mondo, come la Polonia, la Germania o gli Emirati Arabi Uniti.
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