L’interesse verso il calcio femminile da parte dei tifosi non è decisamente proporzionale ai successi che ottengono le giovani calciatrici polacche. Lo scorso 28 giugno le ragazze della nazionale polacca U-17, mentre le loro compagnie di classe finivano l’anno scolastico, hanno vinto in Svizzera il primo Campionato Europeo nella storia del calcio femminile polacco. Queste ragazze diciassettenni hanno profuso sul campo il massimo impegno, giocando un calcio bello e grintoso. Appena un mese dopo la fine dei Campionati Europei, la nazionale femminile di calcio Under 17 ha dovuto iniziare le qualificazioni per il prossimo torneo continentale, che si terrà in Inghilterra. Le giovanissime polacche, dopo aver vinto le partite d’esordio con il Kazakistan e l’Azerbaigian a Brzeg, hanno centrato il passaggio alla seconda fase delle qualificazioni. Le calciatrici e il loro allenatore Zbigniew Witkowski sono stati intervistati in esclusiva da Gazzetta Italia. Sulle emozioni legate alla vittoria ha parlato soprattutto Magdalena Gozdecka, che milita nelle file del AZS UJ Kraków.
Magda, come ci si sente ad avere vinto il Campionato Europeo venendo poi premiate dal Segretario Generale UEFA, Gianni Infantino?
“È un’emozione indescrivibile: aver avuto la possibilità di essere premiate da Gianni Infantino, che spesso si vede in TV in occasione dei sorteggi o delle riunioni dell’UEFA, è stato davvero bello. Peccato che non fosse presente Michel Platini che partecipava al matrimonio del figlio di Boniek. Per questa ragione a Nyon è mancato pure il presidente della PZPN.”
Come è iniziata la vostra carriera?
“Molte ragazze hanno iniziato a giocare a calcio da bambine con i loro amici maschi. Quando si sono rese conto che il gioco le rendeva felici e che talvolta battevano i ragazzi, hanno deciso di iscriversi in un club. Poi la nostra carriera è andata avanti in modo molto semplice.”
Come conciliate gli obblighi della nazionale con i vostri impegni scolastici?
“Penso che se uno ci tiene a realizzare i propri sogni, allora dà sempre il meglio per organizzarsi le giornate. La maggior parte di noi frequenta le scuole sportive, quindi gli insegnanti sono più comprensivi nei nostri confronti e consapevoli del fatto che abbiamo dei doveri verso la nazione e il club.”
Il calcio vi ha dato la gioia del gioco e l’ebbrezza della vittoria. Ma cosa vi ha tolto?
“Sicuramente a causa dei numerosi allenamenti non abbiamo abbastanza tempo da dedicare ai nostri genitori, ai fratelli o agli amici. Dal momento della vittoria dei Campionati in Svizzera, a casa mia ho passato soltanto quattro giorni. Sono sempre stata in viaggio prima in occasione dei Giochi della Gioventù e poi per il ritiro della nazionale in vista delle due partite di qualificazione.”
La Polonia ha grandi possibilità di essere scelta come paese organizzatore dei prossimi Campionati Europei di calcio femminile, nel 2017. Che ne pensate?
“Sicuramente ci piacerebbe tantissimo. La gioia sarebbe doppia se questo servisse a promuovere l’immagine del calcio femminile nel nostro paese, perché al momento sembra che l’interesse dei tifosi sia rivolto quasi esclusivamente verso il calcio maschile.”
Cosa pensate del calcio italiano?
“So che anche in Italia le ragazze giocano bene. Una volta ho partecipato all’Italy Cup e mi è piaciuto molto. È un torneo internazionale che viene giocato ogni anno nei pressi di Rimini.”
Durante le partite svoltesi a Brzeg ho potuto parlare anche con l’artefice del successo della rappresentativa femminile polacca di calcio under 17, l’allenatore Zbigniew Witkowski. Ricordatevi questo cognome, perché questo allenatore potrà garantire ai tifosi polacchi molti momenti di gioia.
Ha fatto il dottorato di educazione fisica presso l’Istituto di Fisiologia e di Sviluppo dei Bambini e degli Adolescenti dell’Accademia Formativa Russa a Mosca. In che modo questa istruzione la aiuta nella gestione della squadra giovanile?
“La mia istruzione e il fatto che insegno a un’università mi danno la possibilità di consultare la più recente letteratura e i materiali formativi e di essere aggiornato su questo sport. La gestione di questo squadra non è così difficile perché le ragazze sono ormai mature. Questa è una squadra di atlete molto disciplinate e umili, consapevoli del fatto che in giro ci sono centinaia di altre giocatrici che potrebbero benissimo occupare il loro posto.”
Lei gestisce un gruppo di ragazze fantastiche. È stato molto difficile selezionere le undici titolari?
“È importante dire che all’interno della nostra squadra venga sottolineato il ruolo anche delle giocatrici di riserva. Loro sanno che quando entrano in campo non indeboliscono la squadra, anzi contribuiscono molto positivamente al gioco.”
Il Comitato Esecutivo della UEFA a Venezia ha stabilito che a partire dal Campionato 2013\14 prenderanno parte alla fase finale soltanto otto squadre. Questo renderà ancor più difficile il vostro compito?
“Questa è senza dubbio la composizione più difficile tra tutti i tornei giocati nell’ambito della UEFA. Adesso è molto simile a quella delle squadre Under 19.”
Durante una conferenza stampa Lei ha detto di voler continuare il lavoro anche nella categoria Under 19. Possibile?
“Tutto dipende dalla PZPN. Non sono io a decidere su questa cosa ma penso che solo il lavoro duraturo e sistematico potrà portare a qualche risultato. Questo modello è il migliore per l’allenatore, visto che così potrebbe seguire le ragazze a partire dall’under 15, poi nell’under 17 per due anni, per poi infine concludere il ciclo nell’Under 19. Solo in questo modo, dopo sei anni, sarà possibile valutare il lavoro di un allenatore, valutando le sue scelte e i suoi risultati, anche in base al numero delle giocatrici che poi faranno parte della nazionale maggiore.”
Lei intende guidare un giorno un club maschile oppure preferisce rimanere nel calcio femminile?
“Non escludo in futuro la possibilità di allenare una squadra maschile. Nel frattempo vorrei lavorare con la rappresentativa Under 19, dal momento che vedo in questa squadra enormi prospettive. Ho guidato queste ragazze per quattro anni e abbiamo vinto assieme i Campionati Europei. Abbiamo lavorato su certi schemi e automatismi del gioco, che adesso vengono eseguiti alla perfezione.”
Si dice che il calcio italiano per via della sua tattica rappresenti una vera e propria sfida per un allenatore. Lei condivide quest’opinione?
“Penso che nel calcio di oggi le differenze tra i sistemi e gli stili di gioco siano molto esigue. Si sa che in Europa la preparazione tattica delle squadre è stata da sempre al massimo livello e non solo in Italia. Per quanto riguarda il Bel Paese, posso solo dire che è stato in Italia che ho visto giocare il miglior giocatore che abbia mai visto. Sto parlando di Diego Maradona che era bravissimo e giocava meglio di Messi.”
Esattamente come le polacche anche le giocatrici italiane Under 17 hanno superato la prima fase dei preliminari. Le italiane hanno vinto con la Macedonia 6 a 0, con la Bulgaria 10 a 0 e con la Svizzera 5 a 1, occupando la prima posizione del loro girone.