A pochi giorni dall’esequie del Dott. Pavoni, scomparso all’ eta’ di 62 anni, faccio ancora fatica a trattenere la commozione, ma tenterò di evitare di scadere nel retorico.
Per oltre un ventennio Pavoni è stato il simbolo della presenza industriale italiana in Polonia guidando la multinazionale torinese Fiat.
Le esperienze di vita personali, aiutano spesso il giornalista a dare una valutazione più o meno analitica dei fatti; di conseguenza, nel mio caso personale, avere un padre che ha lavorato per 31 anni alla Fiat in svariate sedi (Grecia, Portogallo, Singapore, Spagna etc) mi aiuta nel cercare di trasmettere l’impegno di Pavoni e il suo legame all’azienda. Ricordo spesso mio padre partire la domenica per raggiungere Torino per essere presente ai corsi Fiat che si tenevano al centro studi del Marentino. E così ricordo il Dott. Pavoni, persona integerrima, frutto anche di una vera e propria “scuola Fiat” che riuscì a creare già negli anni Settanta una classe di uomini formati professionalmente, legati fortemente all’azienda e pronti a dare il massimo impegno per il raggiungimento degli obiettivi. Ma Pavoni, al timone di Fiat Auto Poland sin dal 2002, non era solo la bandiera della Fiat e cercherò di raccontare qualche aneddoto che mi ha portato a conoscerne alcuni lati di questa grande meno noti ai media.
Episodio 1
Quando, nel 1996 ci fu l’incendio del Teatro La Fenice di Venezia, l’Istituto di Cultura di Varsavia mobilitò una commissione all’interno della quale vi erano alcune aziende tra le più importanti. Io, all’epoca funzionario del gruppo Fininvest, fui delegato dal mio direttore generale, di presenziare alla Commissione. Ricordo che ci si riuniva verso le 19.00 e fu lì che ebbi l’onore di collaborare con il Dott. Pavoni. Il suo carisma, e la sua profonda cultura mi imponevano una certa sudditanza psicologica. Ero terrorizzato nell’intervenire temendo di dire qualche sciocchezza e ascoltavo quest’uomo di piccola statura ma con una proprietà lessicale ed una conoscenza del mondo della lirica e in più mi stupivo della sua freschezza mentale, mentre io ero già sfinito dalla giornata lavorativa.
Episodio2
Ricordo che durante la mia breve carriera nell’automobilismo amatoriale, chiesi a lui un aiuto nel reperimento di sponsorizzazioni visto che usavo auto del gruppo Fiat. Fu subito disponibilissimo e mi mise in contatto con il Dott. Livio Guida, direttore della Selenia (ex Olio Fiat) e grazie a quel contatto riuscii a coprire le altissime spese e a vincere 2 titoli polacchi nelle gare su circuito.
Episodio3
Ricordo che durante un evento ufficiale, correva l’anno 2006, dove la sua presenza era garanzia di prestigio, riuscii ad avere 5 minuti con lui a quattrocchi. Ebbene in quell’occasione feci una gaffe colossale. Gli chiesi se era costato molto riuscire ad ottenere che le auto dei parlamentari fossero Lancia. Diventò rosso in volto, e parecchio indispettito mi rispose che in occasione di quell’appalto, furono i tedeschi a presentare strane buste “fuori budget” e il gruppo Fiat aveva vinto quell’appalto solo presentando la migliore offerta. Capii di aver fatto una domanda fuori luogo ma capii con un uomo della sua caratura non avrei dovuto fare commenti da “bar dello sport”.
Ecco io ho scritto di getto e con il cuore il mio ricordo di un grande uomo simbolo. Come ho dichiarato anche sul video a lui dedicato, mi piacerebbe che venissero prese iniziative volte a mantenere vivo il ricordo di un personaggio che non sarà facile rimpiazzare. Quindi la redazione di Gazzetta Italia è aperta a ricevere proposte di eventi, siano essi premi letterari o iniziative caritative, a intitolarle alla memoria di questo piccolo grande uomo.
R.I.P. Enrico Pavoni
Roma 25 Marzo 1950 – Varsavia 21 Ottobre 2012