Elezioni in Sicilia cartina tornasole di un’Italia che cambia

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2017

È passato un anno da quando Silvio Berlusconi si è dimesso da presidente del consiglio, ma politicamente parlando sembra sia passata un’era geologica. Le recenti elezioni in Sicilia hanno certificato in modo chiaro che il paese vuole voltar pagina. Le incredibili aperture di credito del cittadino verso una classe politica priva di ideali, con scarse, per usare un eufemismo, capacità gestionali, e soprattutto assurdamente costosa, oltreché infarcita di persone che hanno, o che hanno avuto, problemi con la giustizia, sembrano finalmente esaurite. Le inchieste giornalistiche in Italia hanno spesso smascherato situazioni e comportamenti inaccettabili da parte della politica, da tempo definita casta in quanto ha vissuto e tuttora vive in una privilegiata dimensione comportamentale ed economica totalmente slegata dalla realtà di un Paese che invece è schiacciato da un impressionante debito pubblico, da una disoccupazione crescente e da una popolazione in grosse difficoltà economiche, mentre le imprese che se lo possono permettere delocalizzano all’estero per sfuggire a tassazione, costi energetici fuori mercato, burocrazia. Ma solo oggi quelle inchieste giornalistiche sembrano destinate a spostare voti ogni volta che arrivano all’opinione pubblica, segno che gli italiani hanno riconquistato una salutare attenzione verso chi li governa.

Con tali premesse un mese fa si è votato in Sicilia. Questi i risultati dei partiti:

PD: 257.274 voti nel 2012 (505.922 voti nel 2008), il calo è del -49%, pari a 248.648 voti in meno.

UDC: 207.827 voti nel 2012 (337.108 voti nel 2008), il calo è del -38%, pari a 129.281 voti.

PDL: 247.351 nel 2012 (901.503 nel 2008), il calo è del -73% in meno, pari a 654.152 voti persi.

M5S: 285.202 nel 2012 (46.895 nel 2008), l’incremento è di un +512% pari a 238.607 nuovi voti conquistati. Il PD, UDC e PDL insieme hanno quindi perso 1.032.211 voti, solo in parte recuperati dal Movimento 5 Stelle perché mancano all’appello ben 793.504 voti.

Le elezioni hanno comunque dato un vincitore di coalizione: Rosario Crocetta, candidato di PD-UDC-Mp e Consumatori, che ha nettamente battuto Musumeci candidato del centrodestra. Ora c’è l’incognita per Crocetta di come costruire la maggioranza in Regione Sicilia visto che la coalizione che lo sostiene non ha la maggioranza in Consiglio e quindi giocoforza dovrà cercare nuove alleanze o appoggi esterni, anche se Crocetta ha già garantito che non farà “inciuci”.

Ma in attesa di conoscere la composizione della maggioranza di Crocetta queste elezioni siciliane sono state un interessantissimo prologo alle prossime elezioni politiche italiane in programma nell’aprile 2013. Senza lanciarci in previsioni, data anche la crescente volatilità dei consensi, non possiamo però esimerci dal registrare la profonda trasformazione in corso nell’elettorato italiano. Ancora un anno fa, prima della sua caduta, il centrodestra era una corazzata di consensi, guidata da un leader per molti carismatico, e sostenuta da un impianto mediatico, televisioni e giornali, di una forza impressionante. Dall’altra parte il centrosinistra, che vanta anch’esso una tradizionale importante forza mediatica, mostra nei numeri, non solo nei sondaggi, di non essere considerato alternativo al centrodestra. Né gli annunciati passi indietro di personaggi come Veltroni e D’Alema, né la presenza alle primarie di rottamatori alla Matteo Renzi sembrano essere sufficienti a convincere l’Italia che il centrosinistra possa proporsi come una forza politica di rinnovamento del Paese.

In questo scenario politico, in cui non è da escludere la possibilità di un Monti-bis nuovo governo tecnico panacea contro l’ingovernabilità, è evidente che Il Movimento 5 Stelle è la novità maggiore. Un partito, guidato dall’uomo immagine Beppe Grilo, che fin dall’inizio ha scelto la rete, internet, per diffondere le sue idee, rifiutando di infilarsi nel tritacarne del tradizionale sistema mediatico italiano che è ben chiaramente suddiviso da anni sulla base di consolidate affinità politiche. Una scelta quella di del M5S, guidata dal duo Grillo-Casaleggio, che finora sta pagando anche se naturalmente non possiamo sapere oggi, quale sia l’autentica capacità di far politica e amministrare da parte del Movimento che solo da poco tempo ha ottenuto i primi autentici incarichi di governo, ovvero i sindaci di Parma e Mira.

In Italia c’è quindi una situazione molto fluida ed imprevedibile che vale la pena seguire con attenzione per capire come uno dei maggiori paesi dell’Unione Europea stia reagendo ad una pesante crisi politica, economica, istituzionale e sociale. Una reazione che comunque a differenza di quanto sta succedendo in altri paesi europei colpiti da problemi simili non sembra, fortunatamente, incanalarsi in derive nazionaliste e antidemocratiche.