1. Perché si decide di diventare insegnanti?
La mia carriera di insegnante di italiano per stranieri comincia in Italia nel 1998. Mi preme sottolineare questo dato per farvi capire che questa non è una professione che si improvvisa (come fanno in molti quando arrivano all’estero) e che ci sono degli studi specifici da fare (come per ogni ambito professionale) e che danno gli strumenti e le competenze necessarie per svolgere questo lavoro in modo serio e soddisfacente per gli studenti. Tuttavia è anche vero che per trasmettere con entusiasmo la conoscenza della propria lingua madre ci vogliono tanta passione e motivazione, caratteristiche che non si possono imparare tra i banchi universitari e che sono parte della nostra personalità ma che, ahimè, non basterebbero ad un insegnante che non possiede gli appropriati strumenti didattici. Quando ho deciso di diventare un insegnante di italiano per stranieri ho sposato la convinzione che la mia sarebbe dovuta essere una missione: trasmettere con entusiasmo l’amore per la mia Patria e la mia italianità a persone straniere, questo lo si può fare solo attraverso l’uso della propria lingua, quindi bisogna dare allo studente gli strumenti per far capire il proprio pensiero. L’insegnante madrelingua ideale possiede tutto l’insieme di queste caratteristiche. Una lezione con un docente “preparato solo dal punto di vista didattico” potrebbe essere molto noiosa, ma pur sempre una lezione. Un incontro con un insegnante che ha “solo passione e amore per la sua italianità” può servire per fare una buona conversazione e niente più. Insomma, io se ho mal di denti scelgo prima di tutto un vero dentista, poi se è anche simpatico ancora meglio. Ciò non toglie che ognuno di voi possa avere un differente metro di scelta.
2. Ci sono delle differenze nell’insegnare a studenti di nazionalità diverse?
Quando ho insegnato in Italia, in particolare all’Università per Stranieri di Perugia, ho avuto studenti che venivano da tutto il mondo. Ogni nazionalità di origine presuppone specifici problemi nell’apprendimento della lingua italiana. Partiamo subito con lo sfatare un mito che è abbastanza diffuso e che non mi trova assolutamente d’accordo: l’italiano NON è una lingua facile. Per impararlo bene bisogna studiare. Perfino in Italia esistono tante persone che dovrebbero riprendere lo studio della propria lingua (orale e soprattutto scritta) ripartendo da un livello intermedio. Lo studio di una lingua è una materia che si approfondisce per tutta la vita; Io stesso, ancora oggi, durante le lezioni di livello avanzato mi avvalgo sempre dell’aiuto del dizionario perché può capitarmi di incontrare vocaboli che ignoro. Certo, una buona predisposizione alle lingue e una forte motivazione aiutano, senza dubbio, nell’apprendimento di un idioma straniero.
3. Che cosa è più problematico insegnare ad uno studente polacco?
Il primo scoglio arriva nello spiegare gli articoli determinativi: il, lo, la, gli, ecc… Come ben sapete in italiano non esistono i casi e le desinenze dei sostantivi, i diversi complementi si formano attraverso l’uso degli articoli e delle preposizioni semplici e articolate. Ancora più problematico capire ed usare bene le preposizioni. Qui vorrei rassicurare gli studenti che si sentono scoraggiati non potendo usare bene queste strutture grammaticali. Le preposizioni sono uno degli argomenti più difficili, esistono poche regole, il loro uso esatto viene con il passare del tempo e l’ascolto della lingua. Anche quando tengo dei corsi a livello C2 o di preparazione alle certificazioni CELI, stimolo sempre gli studenti a fare esercizi sull’uso, anche elementare, delle preposizioni semplici e articolate. Quindi è anche una questione di sentire ad orecchio come usarle, è assolutamente comprensibile fare degli errori. Bisogna poi dividere la grammatica italiana in due parti: la prima parte, diciamo fino al livello B1, dà gli strumenti per comunicare, farsi capire, fare le vacanze in Italia e ordinare la pizza al ristorante. Lo studente che è invece interessato a fare il salto di qualità, a parlare un italiano corretto ed elegante deve continuare con lo studio della seconda parte, quindi dei livelli da B2 a C2. Qui si entra nello studio del modo congiuntivo, del perfetto uso dei periodi ipotetici. Per farvi capire, vi faccio un esempio: prendiamo la frase polacca “Gdybym wczoraj uczy? si? troch? wi?cej, zda?bym egzamin na 100%”. La perfetta traduzione italiana sarebbe: “Se ieri avessi studiato un po’ di più, avrei superato l’esame al 100%”. Bello, vero? Elegante! Per l’italiano medio questa struttura era troppo complicata, quindi ne è stata accettata una semplificazione linguistica con costruzione imperfetto/imperfetto che suona, anzi “stona” così: “Se ieri studiavo di più, passavo l’esame al 100%”. Come se in polacco io dicessi: “Je?li wczoraj uczy?em si? troch? wi?cej, zda?em egzamin na 100%”. Una violenza per le mie orecchie. Voi? A che livello volete parlare? Dalla vostra risposta dipendono gli obiettivi che vi dovete dare nello studio della lingua e sulla scelta dell’insegnante.
A cosa lavori attualmente?
Dopo quattro anni di duro lavoro posso dire che la mia W?oski Klucz è ben avviata e mantiene altissimi livelli nell’insegnamento della lingua e cultura italiana. Ho dei bravissimi insegnanti che lavorano, quasi esclusivamente, per me. A me non piace avere dieci insegnanti e dar loro due ore di lezione alla settimana; Ho preferito creare una squadra di 4, 5 elementi che si sentono parte di una famiglia. In questo modo si lavora meglio e gli studenti sentono un’aria ottimista, professionale e si sentono coccolati da facce che, ormai, sono per loro familiari. A dirla tutta avrei una novità da comunicare a tutti gli interessati: sono riuscito ad avere la convenzione con l’Università per Stranieri di Perugia. Da quest’anno la W?oski Klucz è ufficialmente l’unica sede (a Varsavia) dove si potranno sostenere gli esami per la certificazione linguistica CELI. Quindi, a partire dalla prossima sessione, 16 giugno 2014, l’esame CELI si fa da noi.
In conclusione ho avuto un’idea carina per offrire a tutti delle dritte linguistiche. Se avete delle domande o curiosità su qualsiasi uso della lingua italiana, scrivetele a lingua@gazzettaitalia.pl. Sarà creata una rubrica apposita dove io, nel numero successivo, risponderò a tutte le vostre domande.
Buon italiano a tutti!
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