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Balich, gol del made in Italy a Euro 2012

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In attesa di vedere se gli Azzurri guidati da Prandelli sapranno mostrare sul rettangolo di gioco d’essersi scrollati di dosso la pesante atmosfera che avvolge il calcio italiano, ripiombato nell’incubo calcioscommesse, un gol l’Italia all’Europeo di calcio lo ha già segnato. Marco Balich, il regista italiano presidente di Filmmaster, è stato scelto come direttore delle cerimonie di apertura e chiusura di Euro 2012. Un gol del made in Italy quello di Balich che regala una spruzzata di orgoglio ed entusiasmo in un momento veramente difficile per il Bel Paese. Marco Balich è un visionario direttore artistico che ci ha già affascinato con molte spettacolari cerimonie, dalle Olimpiadi Invernali di Torino all’inaugurazione del nuovo stadio della Juventus, dal Carnevale di Venezia all’apertura della Donbass Arena a Donetsk. Un veneziano innovatore, che ama il calcio ed è fiero del suo paese, cui l’UEFA ha affidato le cerimonie del più importante evento organizzato da paesi dell’Europa centro-orientale. La performance inaugurale, nello Stadio Nazionale, a Varsavia, inizierà 20 minuti prima del calcio d’inizio di Polonia-Grecia. I 12 minuti di spettacolo combineranno tradizione e innovazione, sport e cultura, arricchendo di significati e simboli l’inizio di una manifestazione che farà storia. “Con il sostegno del direttore Bryn Walters (Show Director / Mise en Scene) e di Lida Castelli (Artistic Director) abbiamo realizzato uno spettacolo pieno di energia, buon umore e trovate tecnologiche. Il nostro obiettivo è quello di toccare il cuore delle persone che seguiranno la cerimonia”, annuncia Balich. Un evento che promuoverà le nazioni partecipanti e i valori fondamentali dello sport: unità, rivalità e passione. Il famoso pianista classico ungherese Gyorgy Adam – che ha recentemente festeggiato il suo 30° compleanno con un concerto sold out al New York Carnegie Hall – si esibirà in un Étude in A minor op. 25 no. 11 di Chopin che sicuramente risveglierà l’orgoglio polacco verso il grande compositore nato a Zelazowa Wola, a 50 chilometri da Varsavia. La cerimonia di apertura prevede poi coreografie di massa che coinvolgeranno più di 800 entusiasti volontari, provenienti da 63 paesi di tutto il mondo. Un evento epocale per la Polonia che sarà seguito in diretta da oltre 150 milioni di spettatori. Poi l’atteso calcio d’inizio di Euro 2012, preceduto dagli inni nazionali di Polonia e Grecia interpretati dai 75 coristi del Coro Accademico dell’Università di Varsavia, diretti dal maestro Irina Bogdanovich.

 

EURO 2012: Non abbiamo investito tanto su calcio o divertimento, ma nello sviluppo del paese

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Siamo arrivati al fischio d’inizio di Euro 2012. Una grande prova per il Paese. Che cosa siamo riusciti a realizzare nell’ambito di Euro 2012 e in che cosa abbiamo fallito? La Polonia ha fatto un grande salto economico e industriale grazie al torneo? La Polonia sarà visitata da oltre un milione dei turisti,ma poi  vorranno tornare in vacanza nel nostro Paese? A queste domande risponde Miko?aj Piotrowski, responsabile della comunicazione nella società PL.2012.

Gli economisti di Ernst & Young e Oxford Economics hanno nominato la Polonia “una stella della regione” sotto l’aspetto industriale ed economico. Considera questa opinione giusta oppure esagerata?

Soprattutto credo che sia un periodo molto buono per la Polonia, e non mi riferisco solo al mese di giugno 2012 ma a tutti questi ultimi anni. È vero che in questo momento difficile per l’economia europea, la Polonia si distinguerispetto agli altri paesi, perchéè il paese europeo che sta realizzando il maggiore processo di modernizzazione. Nel 2007 quando l’organizzazione degli Euro 2012 è stata assegnata alla Polonia e all’Ucraina, da una parte abbiamo fatto una promessa all’Europa, dall’altra abbiamo acceso grandi aspettative verso il nostro Paese. Ricordiamoci che noi, come organizzatori dei campionati, abbiamo dovuto eseguire molti investimenti in più, soprattutto a livello infrastrutturale, rispetto agli organizzatori precedenti dei Campionati Europei. Ultimamente ho parlato con un amico della Svizzera e ho chiesto quali investimenti ha effettuato il suo Paese nell’ambito dell’Euro. Mi ha risposto che hanno dovuto costruire un’uscita dell’autostrada. Non si può paragonare questa situazione alla Polonia che ancora oggi è un grande cantiere di costruzione. Finora sono stati investiti 95 miliardi di z?oty di cui solamente il 4,5% è stato destinato agli investimenti negli stadi. Aeroporti, stazioni, reti ferroviare e autostrade non sono state costruite solamente per l’Euro, ma per il futuro.

Le persone che verranno in Polonia, vorranno tornarci di nuovo? In Polonia ci sarà “l’Effetto Barcellona” dopo la conclusione dell’Euro?

Ricordiamoci che per un tifoso le cose più importanti saranno: servizi, informazioni e atmosfera, perciò dal momento in cui abbiamo iniziato i preparativi ci siamo concentrati con i nostri partner su qualità dei servizi, sicurezza, sanità, gestione dei trasporti… Questi gli aspetti di vita che interesseranno il tifoso in modo diretto. Dalla buona organizzazione dipendono le esperienze dei nostri ospiti, esperienze che poi influiranno sull’immagine del paese dopo l’Euro 2012. È una cosa semplice. Vogliamo che un italiano, un tedesco, un spagnolo, un croato o un russo dopo esser tornato nel proprio paese dica: “sentite, siamo stati in Polonia. È un bel paese, in cui la gente e l’atmosfera sono accoglienti. Vogliamo ritornarci”. L’Effetto Barcellona, con quanto di positivo è successo in Catalogna dopo l’organizzazione delle Olimpiadi, noi ce lo auguriamo.

L’atmosfera, appunto. Sarà completamente diversa da quella prevista dall’inglese BBC?

Mi affascina il fatto che subito dopo l’inizio della polemica sollevata dal programma, in Europa si siano registrate diverse voci, di cui la maggioranza ha completamente sconfessato l’affidabilità di questo servizio negativo sulla Polonia. Oggi ho letto un articolo di uno dei principali giornalisti irlandesi, che è venuto alcune volte in Polonia. È rimasto scioccato dal programma della BBC. Ha aggiunto che la Polonia, l’organizzatore dei campionati, ha fatto tutto il possibile per offrire impianti all’altezza.

Sappiamo che la società PL.2012 ha invitato Sol Campbell a venire in Polonia, malgrado il giornalista abbia consigliato tutti di non venirci per il rischio di ritornare a casa in… bara.  

Per prima cosa voglio dire di essere concorde con Sol Campbell, riguardo le cose sui cui dobbiamo lavorare, tra queste la battaglia contro il tifo violento negli stadi. In secondo luogo da quanto capisco le sue accuse riguardavano soprattutto l’Ucraina, ma il programma certo ha presentato anche la Polonia sotto una luce negativa. Sì, abbiamo invitato Sol Campbell, ma non sappiamo se verrà o no. Vorrei che venisse perchè cambierebbe di sicuro la sua opinione sul nostro Paese.

Le autostrade, un’aspetto importante nelle comunicazioni per l’Euro, non sonoaln 100% pronte.Ma almeno iIl tratto C dell’A2, che collegherà Varsavia e ?ód?, sarà pronto prima dell’inizio del torneo?

È molto probabile che il tratto C dell’A2 sia pronto. Stiamo aspettando una risposta della GDDKiA (Amministrazione Generale delle Strade Statali e Autostrade). Comunque, non sono d’accordo che le autostrade sono l’aspetto più importante del trasporto. Se guardiamo bene, nella prima fase del campionato, la maggioranza delle squadre, tra cui greci, italiani, spagnoli, croati, irlandesi e russi, scegliràe il trasporto aereo. Ci stiamo focalizzando troppo su 20 chilometri del tratto C, dimenticando oltre 800 chilometri di strade e di autostrade che abbiamo.

I treni…

Il trasporto ferroviario è un aspetto importante perché i tifosi che verranno in Polonia in aereo poi useranno i treni. Qui conta di più la durata del viaggio tra le città ospitanti, che ammonterà a 3-5 ore.Un tempo di percorrenza accettabile dai tifosi.

Abbiamo costruito nuovi stadi, aeroporti, alberghi, autostrade (anche se non tutti i tratti sono stati aperti), ma anche se sono investimenti positivi, per molti polacchi l’Euro è stato uno spreco di denaro. Che cosa vuole rispondere agli avversari dell’Euro in Polonia?

Il partito dei contrari ci sarà sempre perché la Polonia è così. È ovvio che ci possono essere opinioni diverse. Che cosa vorrei dire ai critici? Per l’organizzazione dell’Euro non spendiamo nanche un soldo, perché non è l’investimento per un campionato, calcio o diveritmento. Noi investiamo consapevolmente i soldi nello sviluppo del nostro paese. Questo fatto avrà tante conseguenze positive.

Secondo Lei, dopo la conclusione dell’Euro 2012, i nuovi impianti sportivi riusciranno a mantenersi oppure saranno un peso per i budget delle città, com’è successo in Portogallo dopo il 2004?

Dopo la conclusione dell’Euro i nostri stadi possono svolgere un ruolo di business. Nel Portogallo la situazione era un po’ diversa. Rocordiamoci che lì sono stati costruiti circa 10 stadi con circa 40 mila posti in località abitate da 80 mila persone. In Polonia non ci sono stadi ma arene multifunzionali, per cui lo sport non è la fonte principale dei soldi. Gli stadi polacchi dispongono di un’ampia superficie commerciale, che potrà essere affittata. Già adesso sono dei posti più popolari nelle città ospitanti, mi riferisco soprattutto allo Stadio Nazionale di Varsavia.

Quel’è, secondo Lei, il luogo simbolico degli investimenti legati all’Euro?

Il collegamento ferroviario Ok?cie – Stadio Nazionale. Immaginiamoci una situazione in cui un tifoso svizzero arriva a Varsavia e noi prima del suo arrivo togliamo tutte le indicazioni con le informazioni. Malgrado questo, il tifoso si sentirà a casa, dopo esser uscito dall’aereo, prenderà il treno e arriverà allo stadio, dove ancora alcuni anni fa c’era un mercato orrendo. Quattro anni fa nessuno credeva che lì sarebbe stato costruito lo Stadio Nazionale e che l’8 giugno i polacchi ci batteranno i greci!

Coworking

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La Camera di Commercio e dell’Industria Italiana, come unica associazione in Polonia, ha vinto il concorso Lifelong Learning Programme-Leonardo da Vinci con un progetto dedicato alla diffusione e allo sviluppo dell’idea di “Coworking”. Il progetto è finanziato dai fondi europei e realizzato in collaborazione con aziende ed istituzioni dei seguenti paesi: Bulgaria, Croazia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Turchia, UK e Ungheria. Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività independente. A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano da casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. L’attività del coworking è un’occasione di raduno sociale di un gruppo di persone che lavorano in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. Maggiori informazioni si trovano sul sito della Camera di Commercio www.cciip.pl

Anche la società Core, una consociata della Camera di Commercio, ha ottenuto nel 2010 un finanziamento dalla Commissione Europea Linea Education and Culture misura Leonardo Partnership. Il progetto intitolato Renew “Readdressing Education in Nourishing Expert Skills” è composto da 14 partner europei e Core come unico partner polacco. Il progetto iniziato nell’agosto 2010 si chiuderà a luglio 2012.

La seconda volta della Polonia

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Quando ad aprile 2007 l’organizzazione dei Campionati Europei 2012 è stata assegnata alla Polonia e all’Ucraina è diventato ovvio che i bianco-rossi avrebbero giocato per la seconda volta di seguito la fase finale dei campionati del Vecchio Continente. Quattro anni fa la Polonia, guidata da Leo Beenhakker, per la prima volta è approdata ad una fase finale dell’Europeo, in Austria e Svizzera, fermandosi però alla fase a gruppi.

Durante le qualificazioni ai Mondiali di Calcio in Sudafrica Leo Beenhakker è stato licenziato dall’incarico di selezionatore della squadra polacca e Stefan Majewski è diventato il suo successore temporaneo. Nell’ottobre del 2009 Franciszek Smuda è stato scelto come nuovo allenatore della squadra nazionale. Gli è stato chiesto un obiettivo preciso: approdare ai quarti di Euro 2012. Smuda ha riportato i maggiori successi nella metà degli anni novanta quando con la squadra Widzew ?ód? è arrivato alla fase a gironi della Champions League e con la stessa squadra ha vinto due volte il campionato polacco. Come trainer della Polonia da due anni e mezzo lavora sulla squadra provando decine di giocatori.

Gli scandali non sono mancati durante le selezioni. Dalla squadra sono stati eliminati: Artur Boruc, portiere della Fiorentina, e Micha? ?ew?akow che attualmente gioca nel Legia Warszawa. Il motivo? Secondo il selezionatore hanno avuto un comportamento criticabile durante il volo di ritorno dal Nord America. Anche S?awomir Peszko ha perso la sua chance poco prima dei campionati. Il centrocampista che gioca in Germania nel FC Koeln, essendo sotto l’effetto dell’alcool, ha iniziato una lite con un tassista e dopo l’intervento della Polizia è finito in un ricovero per ubriachi.

Durante il sorteggio dei gironi il destino è stato benevolo per la squadra polacca. I bianco-rossi si sono trovati nel gruppo teoricamente più facile con russi, greci e cechi.

Nella scelta ultima dei giocatori della squadra nazionale, l’allenatore Franciszek Smuda non è stato coerente fino alla fine. Nella nazionale ci sono calciatori che giocano raramente nelle loro squadre. Smuda è stato inflessibile nei confronti dei tre esclusi eccellenti. Anche se Boruc brilla nella Fiorentina, ?ew?akow è un sostegno per la difesa del Legia e Peszko gioca regolarmente nella FC Koeln, nessuno di loro è riuscito a far cambiare idea a Franciszek Smuda.

L’annuncio della composizione dell’ampia squadra di 26 persone da parte di Franciszek Smuda non ha suscitato sorpresa, i convocati sono quelli che l’allenatore aveva già mostrato di preferire. Tra i portieri c’è Wojciech Szcz?sny dell’Arsenal. Il suo sostituto, come nell’Arsenal, doveva essere ?ukasz Fabia?ski, ma poco prima dei campionati è rimasto contuso e questo fatto l’ha escluso dal torneo di giugno. Vista la situazione il portiere di riserva sarà Przemys?aw Tyto?, portiere della PSV Eindhoven, che nella sua squadra è solamente il secondo portiere. È stato sorprendente che il selezionatore nella sua scelta ha tralasciato Tomasz Kuszczyk che ha ricevuto molti apprezzamenti per la sua stagione nel Watford. La sorpresa è stata ancora più grande perché Franciszek Smuda ha dichiarato di scegliere solamente i calciatori che giocano regolarmente nei loro club. In questo caso l’allenatore polacco ha mostrato una certa incoerenza.

Il maggiore problema di Franciszek Smuda è organizzare una difesa di buon livello. Un’eccezione in difesa la costituisce il terzino destro ?ukasz Piszczek. Il difensore della squadra campione tedesco Borussia Dortmund è uno dei migliori terzini destri della Bundesliga e forse anche in Europa. Tanto che tra i club interessati all’acquisto di Piszczek ci sono Inter e Real Madrid. Nella parte centrale della difesa dovrebbero giocare Marcin Wasilewski e Damien Perquis, che gioca nel Sochaux. Il primo è un calciatore dell’Anderlecht Bruxelles, dove però gioca difensore laterale di destra. Perquis, invece, non ha giocato nel corso degli ultimi mesi a causa di frattura alla mano. Per la posizione di terzino laterale di sinistra Smuda può puntare su Sebastian Boenisch, che per via della contusione del ginocchio durante la stagione attuale nella Werder Brema ha giocato solo quattro partite. L’alternativa per Boenisch sarà Jakub Wawrzyniak, ma Franciszek Smuda apprezza molto di più il difensore dellaWerder.

Le maggiori chance per giocare nella posizione di mediano di appoggio nella nazionale polacca ce l’hanno Rafa? Murawski (Lech Pozna?) e Eugen Polanski (Mainz). La presenza di quest’ultimo nella squadra suscita grandi controversie, perché in precedenza il calciatore ha dichiarato di non essere interessato a far parte della nazionale polacca. Per la posizione di mediano di interdizione l’allenatore può puntare su Dariusz Dudka (Auxerre) e Adam Matuszczyk (Fortuna Dusseldorf). Per la posizione di mediano di spinta si giocheranno il posto Ludovic Obraniak (Bordeaux) e Adrian Mierzejewski. Prima dell’inizio della scorsa stagione il Polonia Warszawa ha venduto Adrian Mierzejewski al Trabzonsport per 5,25 milioni di euro. Con la squadra, vicecampione di Turchia, il giocatore ha giocato in Champions League. Purtroppo durante la stagione Mierzejewski sempre più spesso è finito in panchina. C’è anche Rafa? Wolski, la rivelazione dell’ultima stagione T-Mobile extraclasse. Al giovane mediano del Legia sono interessati club come Lazio e Borussia Dortmund. Il diciannovenne Wolski è un calciatore universale: può giocare sia al centro che sulle fasce. All’ala destra di sicuro vedremo Jakub B?aszczykowski. Il calciatore della Borussia Dortmund è anche il capitano della nazionale polacca. Per la posizione d’ala sinistra concorreranno Kamil Grosicki (Sivasspor) e Maciej Rybus (Terek Grozny).

In attacco un posto sicuro ce l’ha Robert Lewandowski. L’attaccante del Borussia in questa stagione precedente ha segnato 22 goal. Sicuramente è la maggiore star della nazionale polacca. Il ventitreenne attaccante ha tante chance per diventare uno dei cannonieri degli Europei. I maggiori club europei, tra cui Manchester United e Bayern Monaco, hanno puntato gli occhi su di lui. Comunque i dirigenti del Dortmund hanno detto che Lewandowski non è “in vendita”. Pawe? Bro?ek (Trabzonsport, ultimamente “prestato” alla Celtic) e Artur Sobiech (Hannover 96) sono le riserve nel ruolo di Lewandowski.

Il trio del Dortmund (Piszczek, B?aszczykowski, Lewandowski) e Szcz?sny sono le maggiori star della nazionale polacca. Ma chi può essere la rivelazione dei bianco-rossi? Le maggiori chance le ha Wolski, che pur essendo giovane, ha già dimostrato le sue potenzialità.

La nazionale polacca affronterà la Grecia nella partita inaugurale degli Euro (l’8 giugno a Varsavia), poi la Russia (il 12 giugno a Varsavia) e la Repubblica Ceca (il 16 giugno a Breslavia).

Riassumendo, l’obiettivo minimo per i bianco-rossi è arrivare ai quarti di finale. Se i polacchi non lo raggiungeranno, Franciszek Smuda perderà probabilmente la panchina della nazionale. A decidere del suo futuro sarà quindi la circostanza se i suoi giocatori giocheranno all’euro 3 o 4 partite. Andrzej D?browski cantava: “Manca un passo dall’innamorarsi”. In questo caso manca solo una partita.

EURO 2012: Nie zainwestowaliśmy wiele w piłkę i rozrywkę, lecz w rozwój kraju

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Dotarliśmy w końcu do pierwszego gwizdka na Stadionie Narodowym. Czeka nas gromny sprawdzian pięcioletnich przygotowań. Co udało się zrealizować w kontekście Euro 2012, a czego jednak nie będzie? Czy Polska dzięki międzynarodowemu turniejowi zanotowała wysoki skok ekonomiczny i gospodarczy? Odwiedzi nas ponad milion kibiców, czy będą chcieli kiedyś ponownie spędzić wakacje w naszym kraju? Na te pytania specjalnie dla GI odpowie dyrektor ds. komunikacji spółki PL.2012, Mikołaj Piotrowski.

Ekonomiści „Ernst & Young” i „Oxford Economics” określili Polskę mianem „gwiazdy regionu” pod względem gospodarczym i ekonomicznym. Myśli pan, że to trafne określenie czy jednak wygórowane?

Myślę, że to jest przede wszystkim bardzo dobry czas dla Polski i nie mówię tutaj tylko o czerwcu 2012 roku, ale o tym, co działo się przez ostatnie kilka lat. Rzeczywiście, w tych trudnych czasach dla europejskiej gospodarki, Polska wyróżnia się na tle pozostałych państw Europy, a to dlatego, że realizuje w tym momencie największy proces modernizacji. W 2007 roku, dostając prawo do organizacji Euro 2012 razem z Ukrainą, z jednej strony złożyliśmy pewnego rodzaju obietnicę Europie, a z drugiej mieliśmy duże oczekiwania wobec samej Polski i tego jak może się zmienić. Proszę pamiętać, że my jako gospodarz mieliśmy dużo więcej do wykonania, szczególnie na poziomie infrastruktury, niż poprzedni organizatorzy Mistrzostw Europy. Ostatnio rozmawiałem z kolegą ze Szwajcarii i spytałem, co w kontekście Euro musiała zrobić Szwajcaria. Odpowiedział, że musieli dobudować jakiś jeden zjazd autostrady. Jak widać, zupełnie nie można tego porównywać, bo Polska jest dzisiaj największym placem budowy. Zainwestowano 95 miliardów złotych, a tylko 4,5% z nich to inwestycje stadionowe. Lotniska, dworce, linie kolejowe, autostrady nie powstały tylko z myślą o Euro, ale o przyszłości.

Czy ci, którzy przyjadą, będą chcieli ponownie nas odwiedzić? Polska ma szansę na „efekt barceloński” po zakończeniu Euro?

Pamiętajmy o tym, że dla kibica najważniejsza będzie obsługa, serwis, informacja i atmosfera, dlatego od momentu, gdy zaczęliśmy przygotowania, mocno koncentrowaliśmy się z naszymi partnerami na przygotowaniu jakości obsługi, bezpieczeństwa, opieki medycznej, zarządzania transportem… Te wszystkie rzeczy, które kibic rzeczywiście odczuje i będzie zwracał na nie uwagę. Od dobrej organizacji zależy miłe doświadczenie naszych gości, a to z kolei wpływa na wizerunek kraju po Euro 2012. Mówimy o bardzo prostym efekcie. O tym, żeby Włoch, Holender, Niemiec, Hiszpan, Chorwat czy Rosjanin wrócili do swoich krajów i powiedzieli: „słuchajcie, byliśmy w Polsce. To fajny kraj, ludzie, atmosfera. Odwiedzimy ich ponownie.” „Efekt barceloński” jak najbardziej jest możliwy.

No właśnie – atmosfera. Będzie zupełnie inna niż spodziewa się brytyjska BBC?

Fascynuje mnie fakt, że po tym, jak my weszliśmy w polemikę z tym reportażem, w Europie pojawiła się debata i różne głosy, które wątpiły w 100% rzetelność tego materiału. Dzisiaj z dużym zainteresowaniem czytałem felieton jednego z czołowych irlandzkich dziennikarzy, który bywał w Polsce. Był zszokowany reportażem BBC, stwierdził, że trzeba chcieć znaleźć takie rzeczy, a w Polsce o to coraz trudniej, bo jako gospodarz tak dużego turnieju, włożyliśmy mnóstwo energii, aby zminimalizować patologie na stadionach.

Wiem, że spółka PL.2012 zaprosiła do Polski Sola Campbella, który nawoływał, aby na Euro 2012 nie przyjeżdżać, bo można wrócić w trumnie.

Po pierwsze, cieszę się, że dzielimy z Solem Campbellem wizję tego, co trzeba wspólnie robić, aby przeciwdziałać agresji na stadionach. Po drugie, z tego co się orientuję, jego wypowiedź dotyczyła Ukrainy, ale reportaż w złym świetle przedstawiał także Polskę. Zaprosiliśmy Sola Campbella, ale nie wiemy, czy przyjedzie. Chciałbym, żeby się pojawił. Jestem przekonany, że gdyby do nas przyjechał, to zmieniłby opinię o naszym kraju.

Autostrady – ważna część komunikacji podczas Euro 2012 – ale ciągle nie w pełni gotowa. Odcinek C na A2 połączy Warszawę z Łodzią jeszcze przed startem turnieju?

Jest wielka szansa, że odcinek C na autostradzie A2 będzie gotowy. Ciągle czekamy na informację Generalnej Dyrekcji Dróg Krajowych i Autostrad. Jednak nie mogę się zgodzić, że autostrady będą najważniejszą częścią transportu. Jeśli przyjrzymy się dokładniej pierwszej fazie turnieju, w której mamy Greków, Włochów, Hiszpanów, Chorwatów, Irlandczyków, Rosjan – to zdecydowanie przeważa tutaj transport lotniczy. Za bardzo koncentrujemy się na 20 km odcinka C, zapominając, że powstało ponad 800 km dróg i autostrad.

Pociągi…

Będą ważnym aspektem komunikacji, ponieważ kibice, którzy przylecą samolotami, potem będą się przemieszczać pociągami. Tu najważniejszym elementem jest czas przejazdu pomiędzy miastami-gospodarzami i ten czas w Polsce będzie wynosił od trzech do ponad pięciu godzin (Warszawa– Wrocław). To są czasy, jakie akceptują kibice.

Wybudowaliśmy nowe stadiony, lotniska, hotele, autostrady (chociaż nie wszystkie odcinki udało się skończyć). Te inwestycje są raczej pozytywne, a mimo to pojawiają się głosy, że Euro to pieniądze wyrzucone w błoto. Co chciałby Pan przekazać przeciwnikom Euro w Polsce?

Przeciwnicy będą zawsze, bo Polska to kraj, w którym otwarcie rozmawia się na tematy pasjonujące, ale i też drażniące. To naturalne, że mogą być różne opinie. Co chciałbym przekazać? Na Euro nie wydajemy ani złotówki, bo to nie jest inwestycja w turniej, piłkę czy zabawę. My inwestujemy pieniądze świadomie i rozważnie w rozwój kraju. A to ciągnie za sobą wiele pozytywnych konsekwencji.

Jak Pan sądzi, czy po zakończeniu Euro 2012 nowe obiekty będą same na siebie zarabiać czy będą obciążać budżety miast, jak miało to miejsce w Portugalii po 2004 roku?

Nasze stadiony dostały szansę na to, aby prowadzić biznesowe życie po turnieju. Portugalia to trochę inna historia. Pamiętajmy, że tam powstało aż 10 stadionów o pojemności ok. 40 tysięcy miejsc w miejscowościach, które zamieszkuje 80 tysięcy osób. W Polsce nie ma stadionów, są wielofunkcyjne areny, dla których sport nie jest jedynym źródłem zarobku. Mają one przestrzeń komercyjną, którą będą wynajmować. Już teraz są jednymi z najpopularniejszych miejsc w miastach-gospodarzach, szczególnie Stadion Narodowy.

Jakie jest Pana zdaniem symboliczne miejsce inwestycji na Euro?

Połączenie kolejowe Okęcie – Stadion Narodowy. Wyobraźmy sobie sytuację, że przykładowo kibic ze Szwajcarii przyjeżdża na mecz do Warszawy, a my ściągamy tabliczki z napisami informacyjnymi. Pomimo tego czuje się jak w domu, bo opuszcza samolot na Okęciu i koleją swobodnie przedostaje się na wielofunkcyjny stadion, gdzie niedawno stał paskudny bazar. Cztery lata temu nikt nie wierzył, że powstanie Stadion Narodowy, a on jest i 8 czerwca Polacy pokonają tam Greków.

 

Cibus 2012

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Dal 7 al 10 maggio a Parma il meglio del made in Italy  è  stato esposto in un’unica vetrina: il CIBUS appunto, una vera e propria “piazza degli affari” del settore alimentare italiano. Quest’anno con un claim che punta dritto al concetto “Where Food Meets Businness”. Negli anni questa fiera è diventata un vero punto d incontro per i buyers di mezzo mondo, con 2.300 aziende presenti  e oltre 60.000 visitatori con almeno 1.000 top buyers mondiali, ma Cibus non è mercato e basta, ma un luogo di confronto dove la parte dedicata ai convegni ha un taglio sempre più concreto e operativo, con addirittura dei desk dedicati a paesi strategici come India , Giappone , Germania e Stati Uniti. Ma diamo un po’ di numeri, la produzione è cresciuta del 10,4% un fatturato che è arrivato a 127 mld di euro con un export cresciuto del 11,3%  e con una stima di crescita per il 2012 del 8%, con queste cifre il settore conferma di essere una delle punte di diamante del made in Italy da proteggere e promuovere con programmi che puntino all’unico spazio d’espansione possibile disponibile: i mercati internazionali, con una defiscalizzazione per le operazioni di fusion e ampliamento delle aziende per renderle competitive nei mercati del futuro: Russia, Brasile, India e una lotta vera alla contraffazione fenomeno che sottrae all’Italia oltre 6 miliardi di euro ogni anno. Una piacevolissima novità  è stata l’apertura ai micro produttori di birra con tre obiettivi principali: promuovere il bere bene ed in modo responsabile, comunicare innovative modalità di abbinamento della birra con eccellenze italiane, spingere sui segmenti speciali e premium. Un’altra iniziativa divertente è stata “Calici Stellati “ all’Accademia Barilla che si trova pochi minuti dalla fiera. “Calici Stellati” si è proposta come una vera parata di stelle dell’enogastronomia italiana , una sette giorni  di eventi che ha richiamato le eccellenze. Di altissimo livello i protagonisti: Gianni Gandino , Donato Lonati, Luca Marchini, Enrico Bartolini e l’ideatore della cucina pop italiana Davide Oldani. Insomma una grande manifestazione che non possiamo dimenticare si è svolta poco prima che queste terre fantastiche fossero colpite dal terremoto di questi giorni. Colgo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà alle popolazioni colpite con la sicurezza che sapranno ricostruire e ripartire al più presto spinte da quello spirito e da quella forza che le hanno sempre contraddistinte.

Il mercato del gas in Polonia

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Abbiamo incontrato a Sochaczew nella regione Mazovia i vertici di un’azienda di proprietà italiana che distribuisce gas. La società – in attività già dal 2001 con proprietà italiana – è stata rilevata nel 2007 dalla MDG Polska cambiando la ragione sociale in SIME Polska. L’accordo per la distribuzione del gas è stato siglato da SIME Polska con Gaz System e PGNIG.

“Durante la nostra prima visita in Polonia ci siamo resi conto che il mercato polacco ripeteva nella sua essenzialità quello italiano degli anni ‘50”, così esordisce Giorgio Scarduelli, Presidente di SIME Polska, “non solo per quanto riguarda la tecnologia distributiva, ma soprattutto in relazione alla materia prima. Qui si usa molto il legno, il carbone il gasolio il GPL e non il gas naturale che è la risorsa che attualmente ricopre l’80% del fabbisogno mondiale, e ancora oggi circa il 50% del mercato polacco”.

La nuova frontiera del gas di scisto porterà un concreto vantaggio per la Polonia?

“Sicuramente lo sarà perché la Polonia dopo gli Stati Uniti è la nazione che ne ha di più, anche se alcuni sostengono che sia più inquinante del gas naturale. In Polonia si attendono a breve i risultati delle campagne di esplorazione autorizzate dal governo, che hanno visto una vera e propria corsa alle concessioni di esplorazione da parte di grandi compagnie energetiche tra cui l’italiana ENI e la francese TOTAL. Le stime attuali sembrano essere particolarmente ottimistiche poiché indicano riserve di gas non convenzionali di oltre 3 mila miliardi di mc. Negli USA i livelli della produzione e delle riserve sfruttabili hanno comportato una consistente riduzione dei prezzi di gas naturale sui mercati e, contemporaneamente una diminuzione della dipendenza dall’estero, tanto da ipotizzare un progressivo aumento del suo utilizzo a discapito di altre fonti energetiche.”

Grazie a queste riserve sarà possibile una diminuzione dei rifornimenti di gas dalla Russia?

“Nel medio-lungo periodo sicuramente la Polonia potrà diminuire i rifornimenti di gas dalla Russia, tuttavia, poiché una quota importante dell’approvvigionamento polacco è ancora regolato da contratti di lungo periodo della tipologia “take or pay”, è comprensibile come l’impatto diretto sul prezzo del gas non sarà forte come quello verificatosi nel mercato americano e comunque avverrà in là nel tempo.”

Quali sono le differenze tra il mercato italiano e quello polacco?

“Con l’ultimo aumento operato da PGNIG ed approvato dall’URE, i prezzi sono notevolmente aumentati portandosi a livelli superiori al mercato italiano soprattutto per quanto riguarda le forniture industriali che essendo motore dell’economia dovrebbero poter usufruire di tariffe più basse. La differenza sostanziale tra il mercato italiano e quello polacco risiede nel fatto che in Polonia c’è un monopolista (PGNIG) al quale si devono rivolgere tutti i distributori, mentre in Italia il mercato è libero e quindi ci si può rivolgere verso players diversi da GAS DE FRANCE a SHELL a BP a EON per citare solo le majors di alcuni paesi europei come Francia, Olanda, Inghilterra, Germania e non da ultimo ENI GAS&POWER, che è il player italiano. In un recente incontro con il Ministro Pavlak, ci è stato risposto su nostra sollecitazione che il processo di liberalizzazione è stato attivato e quindi con l’entrata sul mercato polacco di altri “players” i prezzi dovrebbero ridursi.”

Confrontando i prezzi per l’utilizzatore finale quale paese è più conveniente?

“Un confronto diretto tra i prezzi praticati in Polonia rispetto a quelli italiani non è possibile vista la diversa struttura della tariffa nei due paesi ed alla dinamica contrattuale; tuttavia volendo semplificare il concetto possiamo dire che i prezzi applicati alla clientela civile sono più alti quelli italiani di circa un 5-7%, mentre i prezzi applicati al settore industriale, vista la possibilità in Italia di acquisire contratti sul libero mercato, risultano essere più convenienti di circa il 6-8%.”

Come gruppo SIME vi occupate anche di altre fonti energetiche?

“Il GRUPPO SIME ha portato alla creazione di diverse realtà aziendali nate per rispondere nella maniera più efficiente possible alle diverse esigenze energetiche del mercato. In questo contesto SIME ENERGIA è la risposta del “Gruppo” alla ricerca di energie pure e rinnovabili e dal 2005 progetta, finanzia, realizza e gestisce impianti di cogenerazione e teleriscaldamento, per un totale di produzione annua di circa 200.000MWht.”

Pasta frolla, sfoglia e brisee

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È difficile andare al ristorante e rinunciare al dolce soprattutto quando è ben fatto! È anche una questione di comodità, a casa sì certo due spaghetti troviamo il tempo di farli, ma un tiramisù, uno strudel, una mille foglie, richiedono più tempo e soprattutto un po’ di capacità perchè se in cucina dosi approssimative sono non solo concesse ma spesso fanno la differenza fra un piatto qualsiasi ed uno geniale, in pasticceria no! Tutto deve essere misurato: dosi, temperature …tutto altrimenti otteniamo risultati spesso avvilenti. Ho chiesto a Luca Dolfi Chef del Ristorante San Lorenzo quali sono i dolci che vanno per la maggiore in questo famoso locale varsaviano.

“Sempre i classici tiramisù e panna cotta”, risponde lo chef “ma da quando abbiamo introdotto l’angolo con il frigo e le torte fresche come la millefoglie o la torta fiorentina, lo strudel,  le crostate di frutta e cosi via i clienti stanno iniziando a ordinare queste prelibatezze e non solo da consumare nel ristorante ma anche da asporto per cene private o compleanni, tanto che stiamo pensando di aprire un banco pasticceria classica all’italiana anche con i mignon e quindi cannoncini barchette bignè, fiamme al cioccolato, insomma un’offerta praticamente ancora assente a Varsavia oggi e che pensiamo potrà avere molto successo in futuro.”

Fate davvero tutto da soli?

“Sì certamente dalle paste base alle creme e cosi via”.

Quali sono gli impasti base per le vostre torte? e le ricette?

“La base sono pasta frolla, sfoglia e brisee. Le ricette che suggeriamo da provare a casa sono le seguenti:

PASTA FROLLA

Ingredienti per 3 stampi da 22 cm:

Farina g 500

Zucchero g 200

Burro g 300

Tuorli n 4

Limone n 1

Vaniglia n 1 stecca

Procedimento:

Setacciare la farina sul tavolo e formare una fontana, porvi al centro il burro leggermente ammorbidito, lo zucchero, la scorza del limone grattugiata, i tuorli d’uovo e la polpa della vaniglia ricavata dalla stecca. Impastare con le mani fino ad ottenere un panetto omogeneo e compatto.

Riporre l’impasto a riposare per almeno un’ora in frigorifero e trascorso il tempo necessario, con il mattarello stendere la pasta fino ad ottenere uno strato di 1/2 cm. Imburrare 3 tortiere da 22 cm e foderarle con la pasta frolla. Con i rebbi di una forchetta o l’apposito rullo fora pasta, bucare leggermente la superficie ed infornare a 180°C per 15/20 minuti circa. Lasciar raffreddare, rimuovere gli stampi e farcire secondo ricetta.

PASTA SFOGLIA

Ingredienti per 2,5 kg di sfoglia cruda:

Farina kg 1

Burro kg 1

Acqua fredda cl 45

Sale g 20

Procedimento:

Primo panetto:

Lavorare il burro con grammi 300 di farina, fino ad ottenere un impasto omogeneo dargli la forma di un panetto rettangolare. Avvolgerlo in un foglio di carta da forno e riporlo in frigorifero a raffreddare. Secondo impasto (pastello): prendere i rimanenti 700 grammi di farina e sistemarla a fontana sul tavolo. Al centro mettere il sale, l’acqua ed  impastare per ottenere una pasta morbida, ma asciutta. Mettere a riposare per 1 ora circa, coperto con la pellicola in frigorifero.

Primo giro: stendere il pastello allo spessore di 1 cm, sistemare al centro il panetto precedentemente preparato ed avvolgerlo con il pastello avendo cura che tutti i bordi abbiano lo stesso quantitativo di pasta su ogni lato. Infarinare il tavolo e cominciare a stendere il tutto allo spessore  di 2/3 cm, ripiegare la sfoglia su se stessa in modo da avere quattro strati uno sull’altro.

Secondo giro: ruotare la sfoglia e stendere nuovamente come il passaggio precedente, ripiegare nuovamente in modo però da avere 4 strati di pasta facendo convergere le estremità al centro e ripiegando a metà l’impasto. Terzo e quarto giro: ripetere i passaggi precedenti facendo riposare sempre l’impasto in frigorifero prima dell’utilizzo per almeno 2 ore. È possibile conservare in congelatore le parti in eccesso facendole scongelare prima dell’utilizzo in frigorifero. Per riutilizzare i ritagli di lavorazione, sarà sufficiente sovrapporli senza impastare e stenderli nuovamente; la resa sarà leggermente inferiore.

PASTA BRISEE

Ingredienti per 850 g di pasta:

Farina g 500

Burro g 250

Acqua cl 12,5

Sale g 10

Procedimento:

Disporre su di un tavolo la farina a fontana e al centro adagiare il burro tagliato a pezzetti e lavorali fino a che tutto il burro non risulterà assorbito dalla farina.

Aggiungere l’acqua e continuare ad impastare fino a che non risulterà compatta ed omogenea.

Avvolgere l’impasto nella pellicola e far riposare in frigorifero per circa 1 ora prima dell’utilizzo.

Cardinal Cesare Baronio

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Scena Settima: CALVINO – Mainz 1606. Giusto Calvino, seduto al tavolino, s’accinge a scrivere al Card. Cesare Baronio.

CALVINO: (Pronunciando ogni parola mentre scrive con una penna d’oca su una carta da lettera) Mainz, oggi dì 27 gennaio, Anno Domini 1606. Eccellentissimo Cardinale Cesare Baronio, chi Vi scrive è il Vostro amatissimo e umilissimo Giusto Calvino, Vostro “figlioccio”, come Voi siete solito chiamarmi affettuosamente. Vi invio questa mia epistola a ringraziarVi per tutto quello che Voi avete fatto per me. Un tempo io ero un povero eretico calvinista, un figlio della Riforma, così come tanti, vittima delle nuove proposte dilaganti che arrivavano dalla Sassonia, dalla Piccardia, dalla Svizzera. Che poi per quanto riguarda me, personalmente, a dir il vero, io credo di aver abbracciato la religione riformata e con particolare fervore, principalmente in quanto parente stretto di Giovanni Calvino fondatore di una delle più diffuse, fra queste nuove religioni protestanti. Così, quando Voi siete entrato nella mia vita, la mia vita ha incominciato a colorarsi di amore, di fiducia nel futuro, di Fede in Dio, nella Vergine, nei Santi. Voi, che avete convertito luterani, zuingliani, calvinisti e mussulmani, ferventi apologisti noti in tutta Europa, come Giacomo Nigrino o Federico Husmann, non so dove abbiate trovato anche il tempo e la pazienza per convertire, un povero teologo, esaltato come tanti allora, un modesto uomo di provincia, distribuito fra un lavoro di insegnante, una sposa e dei figli. Così Voi mi avete aiutato a venire in Italia assieme a mio fratello e alla mia famiglia, mi avete spinto a prendere un dottorato in Teologia a Perugia e una laurea in Diritto a Siena. A Roma, poi, avete fatto da padrino alla mia Cresima e alla mia Prima Comunione, due cerimonie entrambe celebrate, per grazia di Dio e Vostra, personalmente da Sua Santità Papa Clemente VIII, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. E fu in quell’occasione che io assunsi il Vostro nome di “Baronio”; per cui è da allora che io posso chiamarmi, per Vostra concessione, “Justus Baronius Calvinus”. Oggi, che vesto l’abito dei Carmelitani Scalzi, posso dirVi di aver avuto veramente grandi privilegi dall’amore che nutro per la Madonna del Carmelo. E questo e tutto il resto grazie a Voi!

BARONIO: (Vfc: risponde scrivendo con una penna d’oca su una carta da lettera) È bello quello che stai dicendo; ha del miracoloso. Ma sarà bene che tu metta a freno il tuo entusiasmo. Il Signore Iddio, Lui, che dovrebbe per primo essere entusiasta del Suo creato, sicuramente non può esserlo, almeno dal risultato di noi creature umane, per i nostri pensieri, per i nostri comportamenti. Perché allora dovremmo esserlo noi di noi stessi? E poi ora non stare ad adularmi! Se hai potuto abbracciare la Fede Cristiana, secondo me, lo devi soprattutto alle amorevoli attenzioni che ti hanno riservato, a quel tempo, i due tuoi amici gesuiti e alle letture, che tu hai regolarmente fatte, degli scritti del Cardinal Bellarmino.

CALVINO: Non c’è dubbio, ma la Vostra generosa e costante assistenza ha fatto sì che poi persistessi nella Fede. Voi siete una persona preziosa per tanti in Europa, non soltanto per me. Voi siete amato nel mio paese, in Prussia; in Polonia siete addirittura adorato. Il vostro nome compare spesso nei drammi del loro Teatro Gesuitico; le Vostre opere letterarie sono state tutte tradotte nella loro lingua. In Francia e in Spagna poi, siete quasi venerato.

BARONIO: (Vfc) Eppure io son qui alla Vallicella che attendo trepidante la Morte, la quale invece è già dietro la porta, che mi rimprovera tante cose; con i miei confratelli che devono sopportare le mie lagne per tutti gli acciacchi che ho; quelli dovuti all’età, so bene!

CALVINO: Ah! Quei Vostri cari Confratelli dell’Oratorio! L’Eminentissimo Padre Antonio Gallonio, Flaminio Riccio, Francesco Bozio, Pietro Dieni che tutti chiamavamo simpaticamente “Pernacchione”. Sì, l’Oratorio che ho avuto il piacere e l’onore di sperimentare a Roma presso la Vostra Chiesa di Santa Maria in Vallicella. Ricordo ancora tutti quei pomeriggi, quelle sere, nella sala del refettorio a declamare, a disquisire, ad ascoltare musica, a rivivere storie di vite di Santi, con i Vostri confratelli, con i laici, con gli artisti, tutti insieme protagonisti. Che meraviglia, che momenti!

BARONIO: (Vfc) Sono contento che tu sia rimasto contento di noi. Lo siamo tutti, anche noi per te, preti oratoriani e fedeli, qui alla Vallicella. Ma dovremmo tutti ringraziare nostro Padre Filippo e il Maestro Pierluigi da Palestrina che hanno ideato questa formula straordinaria per stare tutti insieme in armonia: grandi, piccini, preti, laici, maschi, femmine, ricchi, poveri. Pertanto anche tu devi ringraziare quel sant’uomo di Padre Filippo se la tua teologia l’hai potuta sperimentare concretamente. A tal proposito vorrei suggerirti un tema che ritengo particolarmente idoneo per un teologo che si interessa alle vicende umane come fai tu, un tema su cui dissertare durante un Oratorio dalle parti tue, lì a Mainz. Eccolo, questo tema! “Con la Santità si possono restaurare le Istituzioni, mentre non si può restaurare la Santità con le Istituzioni”. Questo era quanto affermava Filippo Neri, il nostro fondatore della Congregazione degli Oratoriani.

CALVINO: Allora, se Vostra Eccellenza mi consete, anch’io avrei un tema da proporre, un tema che amerei fosse discusso in seno ad uno dei Vostri Oratori a Santa Maria in Vallicella. Eccolo, questo tema! “La giustizia della Vostra misura di uomo, Illustrissimo Cardinal Cesare Baronio, è ormai vicina. Il tempo, galantuomo, sta già delineando la Vostra statura di gigante”. … (Lunga pausa) Spero che il Buon Dio vi faccia rimettere presto dai Vostri acciacchi. Io, dal canto mio, pregherò per Voi la Madonna del Carmelo. Vostro umilissimo servo, Justus Baronius Calvinus. (Buio)

Biodiversità – significato e valore di una parola

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Il termine biodiversità definisce il complesso di specie animali, piante e microorganismi di un ecosistema. In un ecosistema si riconoscono i produttori autotrofi (piante, alghe e protisti), i consumatori eterotrofi ed i decompositori. Questi componenti interagiscono fra di loro e sono in equilibrio; se anche un solo componente viene perduto, la funzionalità dell’intero ecosistema viene compromessa e la biodiversità diminuisce. Ogni ambiente ospita molte forme viventi, quale risultato di vicende storiche e climatiche della regione considerata. Gli individui di una specie vivente in un ambiente non sono tutti identici, ma ciascuno ha un suo genotipo, diverso da quello degli altri individui: sono cioè eterozigoti e questo è particolarmente importante perché la diversità genetica di una specie è il fattore che le consente di evolvere, al cambiare delle pressioni selettive ambientali.

Nel lontano passato si sono avute 5 estinzioni di massa, ma la biodiversità è aumentata. Ciò si spiega considerando che fra una estinzione e la successiva trascorrevano milioni di anni, consentendo alle forme residue una evoluzione e una notevole radiazione adattativa. Oggi, invece, la scomparsa delle specie avviene in tempi troppo brevi, non compatibili con una evoluzione naturale. Secondo Wilson (1999) ogni anno scompaiono 25.000 specie. La biodiversità è importante per la conservazione dell’equilibrio ecologico del nostro pianeta e la sopravvivenza della nostra specie. Ragioni utilitaristiche impongono la difesa della biodiversità. L’uomo utilizza per il proprio fabbisogno, 40.000 specie animali e vegetali. La semplificazione strutturale dell’ambiente operata dall’uomo con l’agricoltura, e l’intensificazione delle monocolture, ha realizzato un ecosistema artificiale per il mantenimento del quale occorrono continui interventi per la difesa delle colture dai patogeni. Il miglioramento delle specie utilizzate dall’uomo è possibile solo ricorrendo alla loro diversità genetica. Il recupero della variabilità genetica può essere attuato ricorrendo alle specie di partenza (o alle banche delle sementi) geneticamente variabili. Occorre inoltre ricordare che è stato grazie ai primi organismi capaci di effettuare una fotosintesi aerobica (cianobatteri e alghe) che la composizione gassosa dell’atmosfera si è arricchita, nel lontano passato, di ossigeno rendendo abitabile il pianeta ad organismi più evoluti. Oggi le piante delle foreste temperate e tropicali, considerate a ragione il polmone verde del pianeta, provvedono al mantenimento in essere della percentuale di ossigeno per la nostra sopravvivenza. È necessario, pertanto , che queste foreste siano protette; esse sono una risorsa a proprietà comune, alla cui salvaguardia dovrebbero partecipare tutti i paesi.

È auspicabile un nostro maggiore impegno per preservare l’ambiente e la biodiversità in esso presente. Occorre che maturi un’etica ambientale che ci faccia riflettere sul nostro modo di vivere. Solo se si affermerà  una forte e diffusa capacità di valutazione morale e di responsabilità collettiva potremo sperare di salvare l’ambiente e la biodiversità presenti nel nostro pianeta.