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Stella al Merito per Enrico Bologna, presidente BREMBO

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Lo scorso 20 settembre il dott. Enrico Bologna, presidente della Brembo Sp. z o. o. e membro del Direttivo della Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia, ha ricevuto la Stella al merito del lavoro – un’onoreficenza della Repubblica Italiana per i lavoratori italiani distintisi per singolari meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale. La decorazione comporta il titolo di Maestro del lavoro. La cerimonia si è tenuta presso l’Ambasciata d’Italia a Varsavia, dove S.E. Riccardo Guariglia Ambasciatore d’Italia in Polonia ha insignito Bologna.  Messaggi di congratulazioni sono pervenute da tutta la comunità italiana in Polonia.

È tempo di Spritz!

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Negli italici usi l’aperitivo si beve tra amici prima di cena. Si finisce di lavorare e ci si trova al bar a chiacchierare davanti ad un bicchiere prima di sedersi a tavola. Un’abitudine che a Venezia da oltre un secolo si declina con lo spritz. Spritz all’Aperol, il più diffuso, al Bitter, più amaro preferito dagli uomini “veri”, al Select, per veri veneziani, o perfino al Cynar, per chi anche nel momento del piacere pensa alla salute. Ma perché mai un aperitivo veneziano dovrebbe chiamarsi spritz, ovvero con un vocabolo dalle teutoniche sonorità? Dopo la caduta della Serenissima Venezia fu venduta, sì ahinoi proprio venduta, da Napoleone all’Austria. Nonostante questi repentini passaggi di autorità la città non perse affatto la sua vena sociale tant’è che traboccava di caffetterie, malvasie (mescite di vino) più o meno malfamate, e osterie. Era abitudine consolidata dei veneziani trovarsi a bere e giocare in questi locali che per molti avventori erano delle sorte di prolungamento di casa visto il tempo che ci passavano. Locali caldi e accoglienti che col tempo attirarono anche i soldati austriaci che presidiavano la città. Per i nordici invasori “l’ombra de vin” (il bicchiere di vino) che si beveva in quei locali era troppo forte (in quanto abituati al più leggero vino austriaco della regione di Wachau) tant’è che iniziarono a chiedere agli osti che nel bicchiere insieme al forte vino bianco veneto si aggiungesse uno “spritz” (cioè una iniezione) con un po’ di selterswasser (acqua minerale) o meglio ancora una spruzzata (e spruzzare in tedesco si dice appunto “spritzen”) di tecnologico “seltz” (i sifoni per la soda erano disponibili già a partire dal 1830). Anche i veneziani cominciarono col tempo ad affezionarsi allo spritz che però essendo troppo leggero per i palati lagunari venne corretto con altri alcolici, dando origine nel tempo alle attuali varianti. spritz_varsaviaNel corso dell’occupazione austriaca delle zone del Piave, nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, poi, pare che sia nata tra le colline di Valdobbiadene e di Conegliano, dove regnava il Prosecco, la variante che prevede l’utilizzo del vino frizzante, in luogo di quello fermo. Due secoli dopo la dominazione austriaca di Venezia e la nascita dello spritz ecco che questo venezianissimo aperitivo approda sulle sponde della Vistola a 1500 km a nord dalla città lagunare, nella capitale di un paese che vanta radicate tradizioni di birra e vodka. Aiutato dalla diffusione “dell’Italian Way of Life” lo spritz, per il momento esclusivamente all’Aperol, si sta ritagliando un suo spazio nelle abitudini polacche tanto che ormai a Varsavia si può ordinare uno spritz in molti bar del centro. Ma il bello è che molti polacchi iniziano a comprare l’Aperol e ad offrire lo spritz agli ospiti di casa, senza contare la rapida diffusione dello spritz tra gli studenti, soprattutto quelli del Politecnico di Varsavia, che organizzano spesso settimane di studio a Venezia e al loro ritorno, per nostalgia delle serate veneziane, cercano lo spritz! Intanto nella città-madre dello spritz questo popolare aperitivo diventa protagonista perfino in una istituzione culturale del livello del Museo Guggenheim che in primavera organizza degli apprezzatissimi incontri serali socio-culturali tra spritz e collezioni d’arte. Ma ecco, per chi volesse preparare per i suoi ospiti l’antico aperitivo veneziano, la semplice composizione dello spritz: 30% di buon vino bianco (o prosecco), 30% di Aperol (oppure Bitter, Select, Cynar), 30% di acqua gassata. Lo spritz va poi servito con una fetta di arancia tagliata e infilata a metà sul bordo del bicchiere e con un lungo stuzzicadente (perché una volta messo dentro il bicchiere deve averne una lunga parte che sporge) con infilate 1-2 olive denocciolate. Alla salute!

Incontro tra il Sindaco di Wieliczka e Redenti (CCIA Italiana in Polonia) “La nostra collaborazione continua con “LittlEATaly” evento sulle eccellenze italiane”.

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Il 6 luglio scorso Matteo Redenti responsabile della filiale di Cracovia della Camera di commercio e dell’industria italiana in Polonia si è incontrato ufficialmente con il Sindaco di Wieliczka, città che ha ospitato gli azzurri durante l’ultimo europeo in Polonia. A nome della comunità imprenditoriale italiana in Polonia, Redenti ha consegnato un piatto di marmo, donato dal Sindaco di Carrara, in segno di ringraziamento per l’ospitalità ed il calore ricevuti durante l’europeo. Matteo Redenti e il Sindaco Artur Koziol hanno inoltre annunciato che la collaborazione non è terminata con Euro 2012, ma anzi continuerà con un evento dedicato alle eccellenze italiane. L’evento si chiamerà “LittlEATaly” e si dividerà in quattro macro aree dedicate: meeting B2B tra aziende italiane ed enti locali polacchi, enogastronomia, sport e turismo, moda e fashion.

Redenti: “LittlEATaly sarà un’occasione per tutte le realtà italiane di presentarsi o rafforzarsi su un mercato che è tra i più interessanti d’Europa. Grazie ad importanti collaborazioni con media nazionali, internazionali  e partners (come Juventus Soccer School Poland, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, Camera di commercio italiana in Polonia e molti altri) è prevista una affluenza minima di cinquemila persone al giorno.”

Artur Koziol: “Siamo felici di aver intrapreso una così forte collaborazione con l’Italia e siamo sicuri che questo evento unico nel suo genere si ripeterà negli anni. Ringrazio Matteo Redenti per il supporto che mai ci ha fatto mancare e il sindaco di Carrara per il bel dono. Le Cave di marmo di Carrara e le nostre miniere di sale sono entrambe patrimoni inestimabili.”  Conclude Redenti ” Sarà ancora possibile per le aziende interessate partecipare all’evento, anche se gran parte degli spazi sono già stati riservati. LittlEATaly avrà luogo dal 7 al 9 settembre 2012 a Wieliczka”.

 

Solonia City – Najdłuższe wakacje XXI wieku

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Słońce zmieniło kolor, noce stały się chłodniejsze, a blade liście szumią melancholijnie. Lato odchodzi zabierając poczucie beztroski. Kończy się okres wycieczek, urlopów i szaleństw do białego rana… może tylko tych na otwartej przestrzeni. W każdym razie wrzesień to czas na planowanie i powrót do codziennej rutyny. „Co nas czeka poza zmianą pogody i tempa życia?” zastanawiam się wyciągając z szafy ciepły sweter. Cóż, tym się będę martwić jutro, dziś opalenizna jest jeszcze zbyt świeża.

Tymczasem zachowuję w pamięci (i na blogu) wyskokowe chwile tego lata tak, aby móc do nich sięgnąć w każdym momencie.

Rozrywka i kultura. Zaczęło się od Euro, które przyniosło ze sobą dużo emocji, turystów i powiew wolności już na początku czerwca otwierając tym samym beztroski letni sezon. Nowe przyjaźnie przekładają się na większą ilość postów na Facebooku. Każde kliknięcie na „like” oznacza, że jesteśmy razem. I to mi się podoba. Wielu znakomitych artystów odwiedziło Polskę przy okazji różnego rodzaju festiwali i imprez, których w tym roku nie brakowało. Na Festiwalu Open’er zagrała m.in. Bjork i Bat for Lashes, podczas festiwalu filmowego Era Nowe Horyzonty wystąpiły Peaches i Coco Rosie. W ramach Impact Festiwal na lotnisku Bemowo w Warszawie, zagrali Red Hot Chili Peppers, a 1 sierpnia ikona popu – Madonna „przetestowała” nowy Stadion Narodowy, dając w tym właśnie miejscu swój niezwykły koncert.

Przygody i romanse. To temat, który dominuje w powakacyjnych rozmowach na balkonach, tarasach, w ogrodach czy domowych salonach. Tak więc zaraz zdominuje i mój tekst. Uwaga, zaczynam.

Moja przygoda nie jest bardzo burzliwa, ale za to jest dość nietypowa. Otóż, pewnego razu zaprosiłam do siebie poznanego przypadkiem, na ulicy, Francuza – Thomasa Guilmina, który potem mieszkał u mnie 3 dni. Nigdy dotychczas czegoś takiego nie robiłam, ale pozwoliłam sobie na ten śmiały krok, ponieważ chłopak zrobił na mnie ogromne wrażenie swoją niezwykłą historią. Okazało się, że podróżuje dookoła świata… na piechotę! (post na blogu: „Dookoła świata – na piechotę”). Jego opowieści były fascynujące, a obecność wprowadziła powiew świeżości do mojego życia.

Natomiast moja sąsiadka Aga – malarka, opowiedziała mi kilka przygód, które bardziej pasują do tej gazety, bo dotyczą Włochów, których spotkała po powrocie z Berlina do Polski. A było to tak:

„Moim pierwszym warszawskim Włochem był Massimo z Rzymu, który odwiedził Polskę przy okazji naukowej konferencji. Blond włosy, błękitne oczy – wyglądem przypominał bardziej norweskiego księcia, niż gorącokrwistego Włocha. Mimo, iż temperament też miał nieco skandynawski, oczarował mnie na tyle, że po pierwszym wieczorze spędzonym na piciu czerwonego wina i zagryzaniu grissini, dałam się namówić na kolejne. Nasza przyjaźń umocniła się na tyle, że po miesiącu, gdy podróżowałam po Europie, odwiedziłam go w Rzymie. W sierpniowym skwarze pływaliśmy w basenie, jeździliśmy małymi uliczkami oldschoolowym kabrioletem, zwiedzaliśmy Rzym i objadaliśmy się w uroczych knajpkach. Jednak romans nie rozkwitł. Potem odwiedziłam go w Finlandii, gdzie oboje przyznaliśmy, że liczyliśmy na coś więcej, ale mieliśmy wrażenie, że to drugie nie chce…

Potem byli Enrico i Marco, przeuroczy studenci, którzy wracali z Norwegii, z rocznego pobytu w ramach programu Erazmus. Spędziliśmy piękny wieczór chodząc po starym mieście. Dwa dni później, gdy mieli ruszać w drogę powrotną do Włoch, okazało się, że skradziono im samochód z całym dobytkiem, który mieli w Norwegii. Spędziliśmy cały dzień na posterunku policji. Było mi strasznie głupio, ponieważ okazało się, że stereotypy o Polakach kradnących samochody nie są przesadzone. Zostali jeszcze dwa dni i nie mogłam uwierzyć jak wspaniale stawili czoła nieszczęściu, które im się przytrafiło – przed samym wyjazdem już byli gotowi zapomnieć o przedmiotach, które stracili i cieszyć się wakacjami, które były jeszcze przed nimi. Marcowi podarowałam swój obraz, który bardzo mu się spodobał”.

Kończy się okres przeżywania przygód, ale jak widać opowieści o nich zaczynają żyć własnym życiem i rozgrzewają wrześniowe spotkania ze znajomymi. A jest co wspominać, bo były to najdłuższe wakacje XXI wieku! A obowiązki? Cóż, znane polskie przysłowie mówi, że “nie taki diabeł straszny jak go malują”. Tak więc z odwagą stawiając czoła wrześniowi, życzę wszystkim dużo spokoju i opanowania, a po dniu pracy, gorących wieczorów w gronie bliskich. Zapraszam na mojego bloga, na którym znajdziecie jeszcze więcej opowieści o dziwnych wakacyjnych przygodach, a także zawodowy coaching Judyty Turan i porady astrolożki Teresy Tyszowieckiej.

Anastasi. Il “Nano” diventato gigante l’ultimo libro di Adelio Pistelli già in Polonia

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Dall’8 agosto nelle librerie polacche è arrivato l’ultimo libro di Adelio Pistelli intitolato Anastasi. Il “Nano” diventato gigante. Abbiamo colto l’occasione per fare alcune domande al traduttore del libro il giornalista di Polsat Sport Marcin Lepa.

Qual’è la sua opinione sul libro di Adelio Pistelli sull’allenatore Anastasi?

Marcin Lepa: “È un libro molto interessante, soprattutto perché ci svela tante storie non conosciute riguardanti la carriera pallavolistica, quella da allenatore e infine la vita privata dell’attuale selezionatore della nazionale polacca. Anche se mancano delle domande difficili, soprattutto quelle concernenti i momenti duri della carriera di Anastasi. Comunque, il libro ci fa conoscere il vero Andrea. Inoltre nel libro si possono trovare numerose foto e immagini della vita dell’allenatore italiano.”

Secondo lei, come sarà accolto il libro sul mercato polacco? Avrà successo?

“Credo che sia un libro obbligatorio per tutti gli appassionati di pallavolo che di certo non mancano in Polonia. Non so quante copie del libro verranno vendute, ma sono sicuro che nel corso dei prossimi due anni, in cui l’allenatore Anastasi si occuperà dei nostri pallavolisti e in cui la squadra polacca riporterà tanti successi, i tifosi vorranno sapere sempre di più dell’allenatore italiano.”

Quali sono state le difficoltà maggiori che ha dovuto affrontare durante la traduzione del libro?

“Credo che la parte più difficile è stata l’introduzione scritta dall’ex insegnante e allenatore di Anastasi in una lingua abbastanza strana. Oltre a questo è stato un libro piacevole ed interessante. Leggendolo ho potuto scoprire il vero allenatore.”

Ha avuto una possibilità di incontrare personalmente l’allenatore Anastasi? E secondo lei l’allenatore è stato presentato realisticamente nel libro?

“Ovviamente l’ho incontrato grazie al mio lavoro in Polsat Sport. Credo che il libro rifletta il vero carattere e stile di coaching di Anastasi. Inoltre, questo libro ci fa conoscere non solo lo stile del lavoro dell’allenatore, ma anche il suo approccio ad un’altra persona, alla famiglia, ai cari… Anastasi è una persona interessante e grazie a questo libro possiamo saperne di più.”

Le biografie degli sportivi sono popolari in Polonia?

“Purtroppo i libri di questo genere non sono molto popolari, ma credo che tale situazione cambierà con l’andar del tempo. Grazie a questo libro il mercato polacco si arricchisce di un libro originale. Negli ultimi 2-3 anni sono stati pubblicati alcuni libri, soprattutto sui calciatori polacchi e stranieri, star attuali e degli anni passati. Forse adesso è arrivato un momento di occuparsi anche di sportivi che appartengono ad altre discipline, presentando veri campioni, com’è Anastasi.”

Secondo lei dopo la sconfitta dei pallavolisti polacchi durante i Giochi Olimpici a Londra, l’allenatore Anastasi dovrebbe essere revocato dall’incarico oppure no?

“Sono convinto che Andrea troverà delle soluzioni ai problemi, che hanno ostacolato il successo a Londra. Sono contento che lui rimarrà in Polonia fino ai Campionati Mondiali del 2014, che si svolgeranno in Polonia. Sarà una delle più importanti manifestazioni sportive più importanti mai organizzate dalla Polonia nel corso delle ultime decine di anni, un torneo comparabile agli Europei di calcio.”

I pallavolisti polacchi riporteranno ancora dei successi sotto la guida dell’allenatore Anastasi?

“Ne sono convinto. Il primo test sarà già nel 2013 con la Lega Mondiale e i Campionati Europei in Polonia e in Danimarca.”

Quali connessioni, oltre all’allenatore Anastasi, esistono tra lo sport italiano e quello polacco?

“Non ce ne sono molte, ma di sicuro lo sportivo polacco più importante legato all’Italia è Robert Kubica. Il nostro migliore pilota di Formula 1 si è allenato in Italia, dove ha abitato a lungo, sa parlare bene l’italiano. Inoltre negli ultimi anni, prima di Anastasi, c’erano alcuni allenatori di pallavolo che hanno lavorato o lavorano in Polonia. Lorenzo Bernardi, leggenda del pallavolo, allena la squadra Jastrz?bski W?giel, in cui gioca un nazionale dell’Italia Micha? ?asko. L’allenatore della squadra ZAKSA K?dzierzyn Ko?le sarà Daniel Castellani, argentino di origine ma con passaporto italiano. Credo che queste siano le persone più importanti, ovviamente oltre ad Anastasi.”

TerniEnergia Polska, opererà nei settori delle energie rinnovabili

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TerniEnergia, attiva nel campo dell’energia da fonti rinnovabili quotata sul segmento Star della Borsa Italiana, nell’ambito della propria strategia di sviluppo ha perfezionato la costituzione a Cracovia della società TerniEnergia Polska Sp.z.o.o..

La subsidiary polacca, interamente di proprietà di TerniEnergia, avrà come scopo lo sviluppo, la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di impianti per il waste management e per il trattamento e il recupero di pneumatici fuori uso e, in generale, per il recupero di materia e di energia, nell’efficienza energetica, nel decommissioning e revamping di impianti industriali, nel recupero di metalli da demolizione e nelle bonifiche di siti industriali.

Stefano Neri, Presidente e Amministratore Delegato di TerniEnergia, ha così commentato:

“La costituzione di TerniEnergia Polska, che segue quella di TerniEnergia Hellas in Grecia, rappresenta un nuovo tassello nella strategia di internazionalizzazione del Gruppo. TerniEnergia intende perseguire questo obiettivo anche in ragione della deliberata fusione con TerniGreen, dando vita a un soggetto aggregante con una visione internazionale nel settore in forte espansione della Green Economy. Riteniamo che lo sviluppo del business all’estero, particolarmente in Paesi a forte crescita come la Polonia e in previsione in altri continenti, rappresenti una grande opportunità per rafforzare il posizionamento di mercato e massimizzare le prospettive di creazione di valore del Gruppo”.

 

Smutniak e Krakowiak, polacche di successo a Venezia

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Nel tradizionale frizzante settembre veneziano, strabordante di inaugurazioni ed eventi, sottolineiamo le interessanti presenze femminili polacche. Sul red carpet della più antica Mostra del Cinema del mondo, quella di Venezia, ha sfilato elegante e sicura nel ruolo di madrina Kasia Smutniak. La radiosa attrice polacca dal 1998 vive in Italia dove dal 2000 ha visto crescere la sua carriera tra spot televisivi, film e serie tv. Vedova di Pietro Taricone, scomparso in un incidente aereo, la bella Smutniak, figlia di un aeronauta militare polacco è ora la compagna del produttore cinematografico Domenico Procacci. Sul tappeto rosso della Mostra la sexy Smutniak è transitata fasciata da un abito Armani, rubando la scena alle altrettanto belle Violante Placido e Laetitia Casta, prima di salire sul palco della cerimonia d’apertura della 69 Mostra del Cinema di Venezia.

A distanza di qualche migliaio di metri dal Palazzo del Cinema, negli splendidi Giardini della Biennale, si inaugurava intanto la 13^ Mostra Internazionale di Architettura (che resterà aperta fino al 25 novembre), edizione intitolata “Common Ground” e curata dall’architetto inglese David Chipperfield con l’obiettivo di mostrare –  e magari proporre rimedi – l’evidente contemporaneo scollamento tra architettura e società civile. In quest’ottica il padiglione polacco ha presentato il lavoro di Katarzyna Krakowiak, organizzato dalla Zacheta International Gallery di Varsavia, dal titolo “Making the walls quake as if they were dilating with the secret knowledge of greats powers”. Il visitatore entra nel padiglione vuoto per ascoltare l’architettura. Secondo Krakowiak “l’architettura è fatta di suoni, l’architettura è quello che rende possibile la diffusione del suono, assorbendo, filtrando, trasferendo, amplificando alcune sonorità rispetto ad altre.” Una visita quindi che illumina sull’importanza dell’architettura nella nostra dimensione sensoriale.

Cook it Raw alla polacca

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Aleksandra Szumilas

Dal 25 al 30 agosto si è svolta a Suwalki la quinta edizione di Cook it Raw. Suwalki, una regione che è diventata un mosaico etnico, è un luogo eccezionale per ospitare un evento che riunisce una quindicina fra gli chef più acclamati del globo alle prese con ingredienti reperiti sul posto, possibilmente selvaggi e preparati senza l’ausilio dell’elettricità. Insieme possono scambiarsi le idee. In conseguenza si crea una sorta di ponte tra la vecchia cucina polacca e quella moderna.

La filosofia di Cook it Raw consiste nell’incoraggiare lo scambio culturale e la mutua comprensione tra gli chef ma anche nella condivisione e nello sviluppo delle capacità tra diverse tradizioni culinarie. Su un livello molto semplice e umano, si creano delle amicizie e lo spirito di collaborazione fra gli chef e la comunità locale del paese ospitante. Così viene spiegata l’idea dell’evento dal suo fondatore, Alessandro Porcelli.

Dopo il primo evento svoltosi a Copenhagen, gli altri si sono tenuti in Italia, Lapponia e in Giappone. Adesso la Polonia è stata scelta grazie alla sua eccezionale situazione agri-culturale. Gli organizzatori dell’evento si sono sorpresi dopo aver visto i risultati degli studi di cui risulta che il metodo polacco di lavorare sulle piccole aziende agricole è molto efficiente e potrebbe diventare una soluzione ai problemi mondiali di agricoltura.

La regione di Suwalki è stata trascurata per molto tempo. Ubicata lontano dalle zone urbane, la regione ospita il lago più profondo del Paese, il lago Hancza così come un numero impressionante di pesci. Ma malgrado la sua ricchezza, “il cibo tradizionale” per molti ancora significa “povero” e “vergognoso”.

La missione dell’evento in Polonia era quella di cambiare opinione sulla cucina tradizionale polacca. I cacciatori del posto, i produttori artigianali e tutti gli altri hanno avuto la possibilità di promuovere il loro patrimonio locale insegnando gli chef sulle squisitezze indigene e scambiando i segreti culinari di famiglia.

In cambio, i visitatori dell’evento hanno potuto lasciare qualcosa per i loro ospiti stranieri: hanno resuscitato il rituale storico di kindziuk ovvero la carne che viene affumicata nello stomaco di un maiale. Non lo si fa da quasi trent’anni. È stato il loro regalo alle persone conosciute grazie all’evento.

 

DAL SUCCESSO AL DEGRADO? Divagazioni con Nicola Guarino, giornalista RAI

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“Non credo sia la tv che crea l’immaginario ma l’immaginario che la tv raccoglie…per fare un piccolo esempio, non credo che si diventi violenti giocando a videogiochi in cui si spara, ma si spara perché si nasce violenti…non ci si rincretinisce perché la tv ci rincretinisce ma la tv è cretina perché noi siamo cretini”.

Nel 1973 Pierpaolo Pasolini, grande regista italiano, scrisse sul “Corriere della Sera” che “attraverso lo spirito della televisione si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere”. Lui, come sappiamo, intendeva il fascismo, mentre i sociologi di oggi quello spirito lo assegnerebbero alla società. Quale potere domina ancora sul panorama televisivo italiano? Com’è cambiata l’Italia?  Domande che pongo a Nicola Guarino, regista RAI /aiuto regia in “Un posto al sole”, “Superquark”, “Voyager”, “Rai Educational” e attualmente al TG1. Guarino laureato in sociologia di mass media, esperto in storia della televisione e del cinema italiano, è “l’uomo della TV” con la quale ha un rapporto d’amore da più di vent’anni. Insieme a lui seguiremo la storia d’Italia con le sue complessità e controversie politico-mediali osservando il suo sviluppo, i suoi cambiamenti culturali e i presenti gusti televisivi degli spettatori.
“La storia della TV italiana RAI comincia negli anni Cinquanta. Da allora”, racconta Guarino “il suo ruolo nella società italiana è cambiato tantissimo. Inizialmente pedagogico e educativo, gradualmente diventa uno strumento dell’unificazione linguistica della nazione italiana, insegna e diverte in una maniera intelligente per poi allargare la sua offerta dalla pubblicità all’informazione, dalla fiction al documentario e, dall’intrattenimento (programmi condotti dal guru televisivo Mike Buongiorno) all’educazione. La Tv italiana tra gli anni Cinquanta e Sessanta aiutava a capire la situazione del paese nel dopo guerra: “Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi perduti” di Mario Soldati o “Chi legge?” costituiscono un pretesto per un viaggio in Italia in cui lo spettatore viene portato nei luoghi più incredibili.  Ne veniva fuori l’immagine di un paese in cui, nel pieno del boom economico, un terzo dei suoi abitanti non sapeva ancora leggere. Continuando nella sua evoluzione la tv arriva alla svolta nel 1975: termina il monopolio Rai e cominciano a diffondersi le emittenti private. Come giudicare questa prima fase della tv pubblica italiana, e come paragonarla con l’esperienza di altri paesi? “La televisione italiana, la televisione pubblica, intendo nasce con un’idea pedagogica…insegnare agli italiani ma anche informarli. C’era posto per l’informazione, per la cultura e per il mero insegnamento e anche per lo svago…di certo l’avvento della televisione privata e commerciale dà il via alla concorrenza. Per concorrere con una tv dei “sogni” che promette e crea un’Italia immaginaria, la tv pubblica ha di fatto dovuto abbassare i margini della propria “rettitudine”. Di fatto la qualità è calata tantissimo. La tv statunitense nasce con altri auspici, senza problemi di politica alle spalle, cioè le tv USA non sono governative come la RAI, sono tv commerciali e di servizio…sono network molto specializzati. Esistono le ALL NEWS esistono i canali di intrattenimento, di fatto è subito stata una tv a pagamento in quanto la tv via cavo esiste dagli anni Sessanta, insomma un altro mondo molto diverso dal nostro. Per quanto mi riguarda la televisione attualmente è lo schermo su cui vedere filmati, qualunque siano i filmati e da dovunque vengano, cioè qualunque sia la fonte elettronica o analogica da cui vengono. La tv nel senso della produzione beh, credo che attualmente in Italia ci siano dei grandi ritardi nell’innovazione dei format.”

Può spiegare ai lettori polacchi il fenomeno di un ‘animale televisivo’ come Mike Bongiorno scomparso nel 2009?

“Mike Bongiorno si forma con la tv americana ed è l’unico che porta in Italia il telequiz un’idea meno imbalsamata. Il quiz è davvero la novità della tv. Il telegiornale era solo la lettura delle notizie, i talk show non esistevano ancora, il resto era teatro filmato. Il telequiz di Mike Bongiorno fu davvero una novità.”
Negli anni Settanta il mondo televisivo diventa colorato, sempre più attraente per gli spettatori. Ritornando alla storia, abbiamo detto che dall’anno ’75 la RAI si monopolizza e cominciano a diffondersi i vari canali privati. Cos’hanno portato di nuovo?

“L’arrivo della tv commerciale sembrò la liberazione dal monopolio RAI, non era vero. Con gli anni abbiamo capito a cosa è servito. Ma comunque tra le pieghe della tv commerciale c’è stato sicuramente qualcosa di buono. C’erano pochi soldi all’inizio e quindi molte idee, alcune tv private sono state laboratori importantissimi. Oggi credo che tutto sia superato dal web.”

Qual è stato il ruolo del Primo Ministro Silvio Berlusconi nello sviluppo della Tv italiana? Sì è parlato di una sua dittatura nei media. Come giudicherebbe le sue scelte, i suoi canali (Canale 5, Finivest, acquisto delle reti televisive Italia Uno – da Rusconi nel 1982 – e Retequattro – da Mondadori nel 1984 – che trasforma in un network nazionale) e la collaborazione con Bettino Craxi, allora il presidente del Consiglio?

“Berlusconi, sebbene aiutato politicamente, dopotutto l’Italia è un paese corroso dalla politica, è stato un grandissimo editore. Un direttore artistico eccezionale, un uomo che aveva comunque capito molto degli italiani. Il resto è non commentabile, per quanto mi riguarda la storia politica dell’Italia da venti anni a questa parte è una stortura.”

E così arriviamo ai movimentati anni Novanta che cominciano con il  crollo del sistema tradizionale dei partiti. Nel gennaio 1994 Silvio Berlusconi annuncia il suo ingresso in politica: si dimette da tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e fonda Forza Italia. Tangentopoli entra in rotta con il Pool di Mani pulite. Come reagisce la TV?

“Beh, la televisione di Berlusconi avrà un grande ruolo nella sua affermazione politica, ma non credo fosse del tutto premeditato, credo sia stata una possibilità che ha saputo cogliere. Non credo nel demonio, nella demonizzazione, credo solo che se le persone non hanno abbastanza cultura per distinguere le cose è colpa loro, non dello Stato, né delle leggi, né di Berlusconi.”

Gli anni 2000 portano la tv digitale incluso la più amata da tutti: SKY. Come descriverebbe l’offerta televisiva presente? Quali sono i suoi programmi preferiti? Quali raccomanderebbe agli spettatori non solo italiani?

“SKY è una rivoluzione, una rivoluzione che funziona. L’offerta tematica usufruibile anche su internet supera di gran lunga il rigido palinsesto offerto dalle tv generaliste. SKY ha sottratto anche milioni di spettatori alle tv generaliste che non stanno affatto cogliendo la gravità di questa cosa e continuano su una strada cieca e a mio parere senza ritorno. Le persone vogliono scegliere cosa vedere e quando vogliono.” Adrian Peperzak, professore ordinario di filosofia all`Università Loyola di Chicago, ascrive al mezzo televisivo una grande responsabilità nella creazione dell`immaginario collettivo. Muovendo da questa convinzione, egli asserisce la necessità di un codice etico che non deve riguardare solo gli esperti del settore, come sostiene Popper, ma deve essere esteso anche ad altri soggetti – filosofi, scienziati, educatori – coinvolti nel processo di conservazione e correzione di certe tradizioni. Secondo lui, lo spettatore televisivo è un osservatore esterno di vicende che non lo riguardano. La televisione, anziché coinvolgere lo spettatore, lo emargina e, così facendo, diviene espressione di una cultura museale. Qual’è il suo parere?

“Sono d’accordo solo in parte. Non credo sia la tv che crea l’immaginario ma l’immaginario che la tv raccoglie, per fare un piccolo esempio non credo che si diventi violenti giocando con videogiochi in cui si spara, ma si spara perché si nasce violenti, non ci si rincretinisce perché la tv ci rincretinisce ma la tv è cretina perché noi siamo cretini. Sono d’accordo con l’ultima parte, che la tv è un’espressione museale, internet ha già superato questo aspetto.”

La tv nei tempi della globalizzazione non è per tutti uguale? I programmi americani come i reality show: Grande Fratello, L’isola dei famosi o programmi musicali, concorsi: X-Factor, Ballare con le stelle (analizzati dai filosofi come Bauman o Deleuze) hanno conquistato tutto il mondo. Come spiega il fenomeno?

“Non la farei così lunga, credo siano trasmissioni d’intrattenimento che hanno anche fatto il loro tempo.”

I volti femminili più famosi della tv italiana sono presentatrici di vecchia data: Antonella Clerici, Milly Carducci, Maria De Filippi e ultimamente anche la giovanissima ragazza argentina Belèn.  Quale di loro apprezza di più? Perché i media scrivono dei così detti ‘tempi di Belén’?

È tutto museificato, come la tv. Non c’è nulla di interessante se non il fatto che sono esistite. Anche se continuano a essere in video per me sono trapassate.”

Da regista del telegiornale TG1, come giudica la qualità dei programmi d’informazione in Italia? In che consiste il suo lavoro?

“Il mio lavoro in questo periodo è prettamente tecnico, non influisco in alcun modo sull’informazione, quello è compito dei giornalisti. Il TG1 nella fattispecie è un giornale governativo come tale è sempre molto ligio nel seguire il governo. Ma non è un problema, cioè è scritto così nel contratto di servizio e la RAI è governativa. Il tutto è rigorosamente serio.”

Perchè Zelig ha così successo?

“Beh, è una trasmissione con dei comici che si esprimono molto velocemente, è una buona trasmissione ma sinceramente non è tra le mie preferite.”

Le serie televisive italiane più famose?

“Sky sta producendo cose interessanti, “Romanzo criminale” è stato un must. Ma purtroppo sono casi isolati.”

In Polonia è famosa la sitcom “Don Matteo”.

“Beh, è una buona serie tv, ma sinceramente non sopporto più l’immagine di un paese di santi, poeti e navigatori.”

Perché ha scelto la tv? Che cosa vuol dire la tv per Lei?

“Io inizio col teatro, poi passo al cinema e nella fattispecie al video. La macchina pubblica è un macchina lenta che credo e spero faccia di tutto per diventare più agile e veloce e per dare migliori possibilità di guida a noi che ci lavoriamo e un servizio sempre migliore a chi ci guarda. La RAI è tra le tv più grandi del mondo, ha prodotto milioni di ore di cose bellissime, è stata all’avanguardia tecnologicamente, speriamo ci sia la volontà di essere ancora un punto di riferimento per l’intera Europa.”

Secondo Lei, cosa ci offrirà nel futuro la tv italiana e quella mondiale? Quali sono le sue previsioni, sensazioni? Cosa vorrebbe che la tv regalasse a Lei?

“Credo che tutto convergerà nel web, schermi molto più grandi entreranno nelle nostre case, segnali sempre più definiti aumenteranno la qualità delle immagini e il web ci farà usufruire di contenuti da tutto il mondo. Non finiranno per questo cinema e teatro, né la musica ma di certo ritorneranno a una dimensione più artistica e artigianale. La grande fruizione avverrà nelle nostre case. Sarà bene o sarà male? Non lo so. Per quanto mi riguarda spero mi dia più lavoro possibile.”

 

Le corse in bici sotto il cielo non sempre blu

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Iwona Pruszkowska

Dopo il londinese “Boris Bike”, l’italiano “Bicincittà” o il tedesco “Call-a-bike”, adesso è arrivato il momento di Varsavia. L’1 agosto le autorità della città hanno introdotto il sistema urbano di bike sharing “Veturilo”. L’operatore del sistema, la società Nextbike Polska, è già presente in oltre 50 città mondiali (in Polonia a Pozna?, Wroc?aw e Opole). Durante la cerimonia di inaugurazione ufficiale di Veturilo era presente il sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz. Il sindaco voleva stimolare i varsaviani, e non solo, a cambiare le abitudini da auto e autobus alle bici. Comunque, come risulta dai dati ufficiali, il suo “intervento” non è stato necessario. Il 2 agosto nel sistema si sono registrate già 6 mila persone di cui 2 mila hanno usato subito il sistema. “È un segno che i polacchi vogliono sostituire i mezzi pubblici e perfino le loro auto per le bici” ha detto Tomasz Wojtkiewicz, presidente del ZTM (Amministrazione del Trasporto Pubblico). Attualmente ci sono circa 30 mila utenti del servizio (secondo i dati del 21.08 c’erano precisamente 29.188 utenti) e il loro numero aumenta sistematicamente. Ogni giorno le bici Veturilo vengono usate mediamente 3,3 mila volte. Dal primo agosto al 21 agosto esse sono state prese in prestito 67.342 volte. Dai dati ufficiali della Nextbike Polska risulta che nel corso dei primi venti giorni dall’introduzione del sistema urbano di bike sharing nella capitale il maggior utilizzo delle bici Veturilo, precisamente 5.902 prestiti, ha avuto luogo il 19 agosto. Attualmente ci sono 57 stazioni di distribuzione delle bici Veturilo situate in quattro quartieri di Varsavia: ?ródmie?cie, Ursynów, Bielany e Wilanów. L’anno prossimo verranno aperte circa 70 stazioni nuove. Tra le stazioni più popolari ci sono quelle situate in Aleje Jerozolimskie e quelle alle stazioni metro Imielin e Dworzec Gda?ski. Anna Knowska, portavoce della Nextbike Polska, sottolinea il fatto che è difficile definire il profilo degli utenti, perché durante la registrazione non è obbligatorio scrivere il proprio indirizzo o la residenza. A seconda delle informazioni provenienti dai moduli di iscrizione oltre le metà degli utenti del sistema sono i varsaviani. L’altra metà dei ciclisti sono abitanti di varie città polacche (tra cui Breslavia, Pozna?, Toru?, Suwa?ki) e stranieri (ad esempio francesi, tedeschi, inglesi, italiani, russi, brasiliani). La registrazione al sistema è veloce, e non ruba più di due minuti. Bisogna solamente compilare un breve modulo e pagare 10 PLN per l’iscrizione. Poi basta trovarsi un punto di Veturilo più vicino a casa e al lavoro o alla scuola e si può partire.