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Polonia-Italia, la sfida tra scrittori è appannaggio dei polacchi

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Gli scrittori, i giornalisti e gli sceneggiatori polacchi hanno vinto la partita di calcio contro i loro colleghi italiani per 2:1! Tutto è cominciato con un veloce riscaldamento e i doverosi saluti. Durante una soleggiata giornata d’autunno dello scorso ottobre sia il tempo che il pubblico giunti allo stadio di Sulejówek erano fantastici.

Gli italiani giocavano in dodici, con un solo cambio in panchina, fatto che ha giocato a favore dei loro rivali più giovani. Dopo il goal di Francesco Trento nel primo tempo la squadra italiana guidata da Paolo Sollier, ex giocatore di Serie A, credeva ancora nella vittoria. Ma a quel punto la squadra polacca ha cominciato un attacco costante, facendo contento l’esigente allenatore Andrzej Grajewski.

Il comico Jacek Janowicz è stato l’autore dei due gol segnati dai polacchi. L’attaccante e capitano della squadra polacca, Zbigniew Masterniak, ha ripetutamente minacciato la porta italiana. Il primo tempo si è concluso con un pareggio, mentre nel secondo i polacchi hanno raddoppiato portando a casa la vittoria. Molto applaudito il portiere polacco, l’attore e sceneggiatore Jan Wojty?ski, che all’ultimo minuto dell’incontro ha parato un tiro insidiosissimo. Complimenti anche per Claudio Cassio, antropologo, portiere italiano che ha debuttato in questa partita sostenuto in tribuna dalla compagna polacca Agnieszka. La squadra polacca aveva tra le sue fila anche lo scrittore ungherese Peter Zilahy. La partita, nonostante l’atmosfera nervosa e qualche fallo, si è conclusa con una stretta di mano amichevole e con uno scambio di libri. I giocatori hanno posato assieme agli arbitri per le foto di rito e hanno concesso interviste alle televisioni locali. Gianluca Lombardi d’Aquino (Jallinho), assieme alla traduttrice Joanna Longawa, ha colto l’occasione per presentare il suo ultimo romanzo.

Dopo l’incontro tutti sono tornati a Varsavia per poter partecipare alla promozione del libro di Jallinho “Zen pi?ki no?nej”; Zbigniew Masternak ha condotto la serata. Poi tutti sono andati al ristorante “Ch?opskie jad?o” per assaggiare un buon buffet polacco. Gli ospiti, a cui è piaciuta moltissimo la cucina polacca, hanno annunciato di voler una rivincita l’anno prossimo a Roma!

Gattai il regista che discende da un re polacco

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Danilo Gattai è un regista e attore romano discendente di un’amante del re polacco Stanislao Augusto Poniatowski. La vita dipende da un caso. Siamo nati per caso, scriviamo per caso, per caso ci innamoriamo e creiamo le famiglie. Tutta la nostra vita è subordinata da un “caso inconcepibile”, come direbbe, con la sua sublime ironia, la nobel polacca Szymborska, un’esperta della sorpresa data dalla coincidenza, quindi… della vita umana.

L’anno scorso lavorando sulla traduzione polacca di un dramma di due autori romani, Marco Di Bartolomei e Emiliano Crialesi, “Dalla Parte del lupo”, non potevo certo prevedere che qualche mese dopo, durante il suo debutto sul palcoscenico del Teatro Nuovo Colosseo (ad inizio dell’ottobre 2011) avrei stretto la mano, per fargli le congratulazioni per quella splendida postmoderna interpretazione di un testo molto difficile, al direttore artistico in persona Danilo Gattai, discendente di un’attrice italiana che fu amante del re polacco Stanislao Augusto Poniatowski! E per chi ha studiato a scuola il ruolo del Teatro Stanislaviano nell’illuminismo polacco (la prima scena fissa polacca, Teatro Nazionale e Boguslawski, internazionale scambio di testi con Francia e Italia, collaborazione delle menti più grandi dell’epoca come Ignacy Krasicki, Franciszek Karpi?ski, Franciszek Zab?ocki, Franciszek Dionizy Knia?nin, Adam Kazimierz Czartoryski!) un incontro del genere fa impressione, in particolare su una filologa posseduta dallo spettro del passato culturale dell’Europa. Dopo 300 anni la storia dell’illuminismo italo-polacco ritorna, si fa viva, chiude il cerchio come direbbe Nietzsche. Per caso.

Per la seconda volta, spero non l’ultima, esattamente un anno dopo incontro Danilo Gattai nell’antico Caffé Greco, via Condotti, Roma. Anche questo non è senza significato, è un gesto simbolico, doppiamente storico (là re Stanislao, qui bardo Mickiewicz). Il simbolo nelle mani di un artista diventa uno strumento potente, esprime tutto quello che il linguaggio comune non sa descrivere. Nel nostro caso, sottolinea l’atmosfera, ci riporta, volens nolens, tra i fumi del passato teatrale italo-polacco.

Danilo, che piacere rivederti! (esclamo!) È passato un anno dal debutto teatrale del dramma ”Dalla Parte del Lupo” a Roma. Cosa hai fatto nel frattempo? “Ora sono concentrato sull’altro me stesso, non il regista, ma l’artista figurativo, che disegna, dipinge e esprime l’indicibile attraverso l’immagine fissa, attraverso la forma e il colore,” racconta Gattai. Tornando al testo di Marco Di Bartolomei e Emiliano Crialesi e alla tua regia dell’anno scorso volevo solo dirti che sei stato “fenomenale”! Durante il lavoro di traduzione mi rendevo ovviamente conto delle potenziali difficoltà quali un regista potrebbe incontrare mettendo in scena una storia del genere (potere, sesso, frode) ma tu ce l’hai fatta in modo eccezionale! Hai risolto il rebus dello spazio e dei monologhi oscuri molto complicato. Non menzionando delle scene violenti e forti. Hai risolto tutto con… i cubi… “I cubi sono un prestito della mia infanzia. Da bambino un anziano e grosso falegname, che sembrava un orco buono, mi regalava gli scarti del suo lavoro: proprio dei pezzetti cubici di legno profumatissimo. Io con quelli costruivo il mio mondo. Ma nello spettacolo erano il simbolo della vita che disfa e costruisce, allestisce e annienta, genera e distrugge ed ecco perché venivano mossi dagli attori, o messi uno sugli altri a formare muri, sedute e poi distrutti a lasciare solo lo spazio.” Come descriveresti il tuo cast, la tua collaborazione con Vanni Corbellini e Giovanni Scifoni, i due protagonisti di primo piano? “Vanni: elegante e bello, Giovanni: animale da palco. E poi tutti gli altri: Giorgia Fanari: fresca e gioviale, Elisa Panfili: sanguigna e profonda, Carla Di Pardo: lucida e sottile, Danilo Zuliani: appassionato e intenso, Davide Cortese: pieno di sprint e amore.” Ecco, parlando degli attori e dell’arte dell’interpretazione… sei il discendente di Caterina Gattai, un’ottima attrice e cantante italiana venuta a Varsavia nel 700, amante del re polacco Stanislao Poniatowski e moglie di Carlo Tomatis, capocomico veneziano. È tutto vero? Confermi?

“Sì. La mia trisavola mi protegge sempre…L’aspetto più affascinante e romantico della sua vicenda è che da vera stella del teatro La Pergola di Firenze seguì la sua passione amorosa verso Poniatowski, che la portò in Polonia. L’amore per il teatro e per un uomo furono le spinte della sua esistenza. Essere attrice nel ‘700 non era facile per una donna. Bella e temeraria la zietta. Mi ritrovo in questo fare avventuroso.” Come sei venuto a conoscenza di questo fatto? L’hai scoperto da solo oppure l’immagine di Caterina, come quella dipinta da Bacciarelli, [quadro attualmente esposto al Museo Lazienki Krolewskie fino al 28 aprile 2013 all’interno della mostra: “Bacciarelli e gli altri. La collezione reale dei quadri di re Stanisalo Augusto”] è stato sempre presente nella memoria collettiva della tua famiglia?

“Già mio padre mi parlava di questa storia, finché alcuni anni fa ho incontrato lo studioso Alberto Macchi, con il quale ho fatto anche uno spettacolo. Consulente di alcuni musei italiani ed esperto di documenti teatrali antichi, Macchi in un suo saggio sulla pittrice Irene Parenti citava proprio la storia della coeva Caterina Gattai. Quando mi conobbe ebbe una gran sorpresa e mi raccontò alcuni particolari su Caterina che ignoravo.” Sei mai stato a Varsavia? “Bè dopo questa intervista aspetto un invito dalle istituzioni! Scherzo!” Intanto ti invito io a nome della nostra capitale, devi venire il prima possibile, non solo per vedere la mostra di Bacciarelli ma anche il bellissimo parco reale Lazienki, i suoi pavoni, il Palazzo sull’acqua in stile neoclassico e soprattutto il teatro, quel teatro su un isolotto, progettato da un altro genio italiano, Domenico Merlini, dove la Sig. ra Gattai-Tomasi si esibiva davanti al re. “Sai dove ci troviamo in questo momento?”, ribatte Gattai. Via Condotti è una delle mete che amo di più, ma soprattutto la mattina, quando in giro c’è poca gente e Roma sembra tutta mia. E il caffè Greco ne è la perla, rispondo io. “Sì… è il posto dove per l’ennesima volta la cultura polacca incontra quella italiana. Pensa, questo posto, come la storia tra Caterina e Poniatowski nasce nel 700! È il più famoso caffè letterario di Roma frequentato dagli artisti internazionali, come il grande poeta polacco Mickiewicz (insieme ad altri poeti polacchi dell’Ottocento), e poi ancora D’Annunzio, Leopardi, Shopenauer, Wagner fino al grande pittore Guttuso che lo ritrae in uno dei suoi più celebri dipinti.  Con chi prenderesti il caffè e perché?

“Leopardi mi ha fatto amare la vita. Nel dialogo della Moda e della Morte dice che la prima è sorella della seconda… Parla di dolore e quindi ci fa aggrappare alle cose belle, brevi e intense. Guttuso, del quale ho visto la mostra proprio di recente al Vittoriano, è denso di energia. Quindi prenderei il caffè della mattina col primo e quello di dopo pranzo col secondo!” Torniamo al presente anzi al futuro, quali sono i tuoi programmi per il 2013? “Ma cara, il futuro è ora! Il programma è cambiare sempre i programmi, perché solo nel movimento c’è vita e ricerca.”

Spettacolo e non solo… teatro, cinema, televisione, ma anche storia, poesia, arte e… fantasia “PIETRO ANGELERIO – PAPA CELESTINO V”

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“PIETRO ANGELERIO – PAPA CELESTINO V”, Atto Unico Teatrale, Roma 2000.

Scena Settima: Anno 1293. Pietro, accompagnato dalla Colomba Bianca dello Spirito Santo, mentre cammina lungo un sentiero sui Monti della Maiella, si imbatte con una giovane donna.

PIETRO: (Procede a capo chino mentre la Colomba Bianca gli vola intorno)

DONNA: (Rivolta a Pietro) Buonuomo!

PIETRO: (Non risponde e continua a camminare)

DONNA: Eih, dico a voi!

PIETRO: (Ignora la voce della donna continua a camminare)

DONNA: Cos’è quella Colomba Bianca che vi segue dappertutto?

PIETRO: (Non risponde e procede a passo più spedito. La Colomba Bianca s’allontana d’improvviso e scompare all’orizzonte)

DONNA: (Ridendo lo insegue) Siete stato amico di Francesco d’Assisi? Lui era sempre contornato dagli uccelli. Questa colomba che vi ronza attorno era per caso una delle sue creature?

PIETRO: (Non risponde)

DONNA: Francesco, sapete, a Bevagna, predicò agli uccelli. Anche alle colombe! (Si guarda attorno e non v’è più traccia della Colomba Bianca) La Colomba è scomparsa. Le ho forse fatto paura?

PIETRO: (Rallentando il passo) Che voi abbiate potuto vederla, la Colomba Bianca, vuol dire che in fondo avete l’animo puro, anche se all’apparenza …, direi …. (Considera tra sé e sé) Non è un caso infatti che sia fuggita via. Quella Colomba Bianca, che voi, donna, per grazia avete potuto vedere, è la terza entità della Santissima Trinità. Laggiù, (Indica in basso verso la valle) dove da sempre è solita posarsi a mangiare, alcuni anni fa venne eretto un altare. Ed oggi, se andate a visitarlo, c’è un Oratorio, il Monastero di Santo Spirito.

DONNA: Io, veramente, è voi che volevo vedere. M’hanno detto che siete un tipo strano, uno che non tratta con le donne.

PIETRO: Mio Dio, ma perché non ve ne andate?

DONNA: Come? Non sono abbastanza piacevole per voi? Guardate! (Si alza l’abito e gli mostra le gambe appena fino al ginocchio)

PIETRO: (Urlando) Andatevene, Demonio!

DONNA: (Ride divertita) Siete diventato troppo vecchio, incapace di apprezzare ancora una femmina?

PIETRO: (Voltando le spalle alla donna) Conosco bene i tuoi trucchi, Satana! Sono anni che ormai mi perseguiti in tutti i modi! (Disperato, quasi piangendo) Non ce la faccio più! (Guarda di nuovo la donna e ha la sensazione che questa stia assumendo lentamente le sembianze del Demonio)

DEMONIO: (All’apparenza sconvolto, invece soddisfatto dentro di sé) Che vi prende! Non volevo …

PIETRO: (Sente che la voce della donna è diventata sgradevole, rauca, quasi maschile)

DEMONIO: Non disperarti! Se vuoi vincere le tentazioni che ti sto procurando, accoppiati serenamente con me, folle e illuso vagabondo! Non lo diremo a nessuno. Sarà un segreto tra te e me. (Ride sguaiato)

PIETRO: Maledetto! Io non t’ho invocato! Perché sei qui? (Fugge, correndo, terrorizzato)

DEMONIO: (Rincorrendo Pietro) Non stare a sciupare tante energie! Tu ormai sei in agonia! Sai quanti uomini come te ho già convinto, su questi monti della Maiella! Io non predico religioni come il tuo Cristo o filosofie come voi uomini; io indico comportamenti!

PIETRO: (S’arresta e vomita)

DEMONIO: Tu sei vecchio; vedi, sei malato! Sei come un ramo spezzato, che germoglia i suoi ultimi fiori soltanto per il suo funerale.

PIETRO: Non è vero!

DEMONIO: Hai ancora le polluzioni notturne, vero? Il desiderio per l’orgasmo c’è sempre! Ma malgrado quest’orgasmo tu l’abbia bramato per tutta la vita, non ti sei mai accoppiato. Adesso però, lo sento, lo desideri con tutta l’anima. Vuoi amare un corpo, godere, amare una donna finalmente. (Ride)

PIETRO: (Invoca, rivolto verso il cielo) Vergine Santa, tu che sei l’unica donna che ho amato e che amerò per sempre, aiutami!

DEMONIO: L’amore è estasi. Non si può misurare con la dimensione del tempo. E poi non è per sempre. L’amore è un inconveniente di breve durata!

PIETRO: (Aggressivo) Zitto! Cosa ne sai tu dell’Amore, dell’amore per la Madonna poi! (S’allontana e si dirige sull’orlo d’un precipizio) Voglio affacciarmi alla fine del mondo per osservare l’infinito. Ho bisogno di spazio e non mi interessano le tue opinioni. Io sono e resto molto orgoglioso della mia dignità e della mia purezza.

DEMONIO: E’ stata concessa all’uomo la parola per nascondere il pensiero. Tu sei un bugiardo! So che saresti disposto ad accoppiarti anche con un uomo. Tu sai bene quanta parte di donna c’è in te. Quanto desiderio di dare e di ricevere piacere c’è in te. Ti offro il mio corpo, il mio amore, amico caro, lo vuoi?

PIETRO: T’ho già detto che tu non puoi parlare d’Amore. Per cui ti prego non sentenziare e non usare a sproposito questa parola.

DEMONIO: Vedi? Adesso è la tua parte femminile che parla! Ma stai spingendo all’estremo la tua intuizione. (Aggressivo) Basta con queste divagazioni! Io sono qui perché ho bisogno di te. Desidero il tuo corpo. E tu non sei un sogno, ma il sogno della mia esistenza che sta per realizzarsi.

PIETRO: (Invoca) Sante e Martiri del presente e del passato! Voi che siete state e vi siete conservate pure e innocenti …

DEMONIO: Lo so bene, non c’è niente che sia più afrodisiaco dell’innocenza! Continua …, sei sulla strada giusta per cominciare.

PIETRO: (Scandalizzato) Che vorresti dire, malefico!

DEMONIO: Ti stai eccitando, vero? Perché hai capito finalmente che ti voglio. E subito. Sono stufo di spassarmela con donnicciole come alcuni dei tuoi fratelli eremiti senza un benché minimo connotato maschile. Ora voglio uno come te, maschio, alto, robusto, un uomo pettoruto, di campagna come te, con un temperamento forte e nello stesso tempo con un pizzico di sensibilità femminile che non guasta. (S’avvicina)

PIETRO: (Minaccioso) Non avvicinarti! Che vuoi capire tu di donne!

DEMONIO: Come me, sono le donne. Noi vogliamo l’anima degli uomini, perché noi non possediamo un’anima. Quindi vi seduciamo per strapparvi quanto meno un pezzo d’anima. Cominci a capire?

PIETRO: (Recuperando coraggio) Ma quelli come te non potranno mai sedurmi!

DEMONIO: Non credere, è soltanto questione di tempo!

PIETRO: Ti sbagli! Io sono diverso. Io, come vedi, vivo qui solo su questi monti in Grazia di Dio, vicino al Cielo. Non sono come gli altri, io, l’hai detto poc’anzi anche tu.

DEMONIO: (Fa un ghigno) Presuntuoso e illuso! Tu hai vissuto come gli altri, ma hai voluto apparire diverso, per poi fuggire dagli altri. Invece ti sarebbe bastato semplicemente “essere”, con la tua insufficienza, con la tua fragilità. E non “apparire”. Vedi, io, spesso, per non “essere”, ho finito con l’ammalarmi. Pensa, morirò! Si, io immortale, sento che anch’io un giorno morirò. La malattia prima o poi uccide. È il precipitato dello spirito nel corpo. E a volte, sotto le vesti della vecchiaia, come nel caso tuo, la malattia è un desiderio inconscio di morte.

Il seguito alla prossima puntata…

Festa Nazionale dell’Indipendenza

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L’11 novembre è una data molto importante per tutti i polacchi, in quanto si celebra l’anniversario dell’indipendenza della Polonia, avvenuta nel 1918 dopo 123 anni di spartizioni compiute dall’Austria, dalla Prussia e dalla Russia. Questa festività è stata stabilita negli ultimi anni della Seconda Repubblica di Polonia ai sensi della legge del 23 aprile 1937, quindi quasi 20 anni dopo la riconquista effettiva dell’indipendenza. Si fece però in tempo a celebrarla soltanto in due occasioni, ovvero nel 1937 e nel 1938, ovvero prima che l’inizio della seconda guerra mondiale sconvolgesse le esistenze dei polacchi e di altri milioni di cittadini europei. Durante l’occupazione nazista, iniziata nel 1939 e terminata nel 1944, i festeggiamenti in pubblico furono tassativamente vietati, così come avveniva per qualsiasi altra manifestazione che rivendicasse l’identità polacca. Nel 1945 la festività fu abolita dalle autorità russe che la sostituirono con la Festa Nazionale del Rinascimento della Polonia, che veniva celebrata il 22 luglio. La Festa dell’Indipendenza è stata ripristinata nel 1989, dopo la caduta del comunismo.

Il recupero dell’indipendenza da parte della Polonia è stato un processo graduale e non collocabile in una data precisa; quella dell’11 novembre come data della celebrazione è stata una scelta ponderata, giustificata parzialmente con il fatto che fu in quel giorno che la Germania capitolò sul fronte occidentale durante la Prima Guerra Mondiale.

La celebrazione principale di questa festività si svolge per tradizione a Varsavia in piazza Józefa Pi?sudskiego, davanti alla Tomba del Milite Ignoto, con la partecipazione delle massime autorità dello stato. Inoltre, sul territorio di tutto il Paese vengono organizzati raduni e marce patriottiche, mentre nelle chiese vengono ufficiate messe in onore della patria. A partire dalla caduta del comunismo, l’11 novembre si svolge regolarmente anche una maratona chiamata “Bieg Niepodleg?o?ci”, organizzata dal Warszawski O?rodek Sportu i Rekreacji e alla quale partecipa sempre qualche migliaio di podisti polacchi. Il numero dei partecipanti all’edizione di quest’anno ha superato le 8000 persone.

Per le vie di Varsavia hanno marciato quest’anno due nutriti cortei. Il presidente della Polonia Bronis?aw Komorowski ha preso parte al primo corteo chiamato “Razem dla niepodleg?ej”, una marcia senza appartenenze o divisioni politiche e sociali. Il secondo è stato invece organizzato in concomitanza dalle associazioni “M?odzie? Wszechpolska” (Organizzazione giovanile nazionalista) e “Obóz Narodowo-Radykalny” (Gruppo di nazionalisti radicali).

La marcia “Razem dla niepodleg?ej”, partita da piazza Pi?sudskiego subito dopo la fine della cerimonia ufficiale, è proseguita e si è conclusa in un’atmosfera di tranquillità. I suoi partecipanti hanno attraversato le vie Krakowskie Przedmie?cie, Nowy ?wiat e Aleje Ujazdowskie, fermandosi come da programma davanti ai monumenti del primate Stefan Wyszy?ski, di Wincenty Witos, Ignacy Paderewski, Stefan Grot-Rowecki e Roman Dmowski, rendendo omaggio alle figure storiche che hanno contribuito all’indipendenza della Polonia. L’idea di creare una marcia che accolga tra le sue file tutti i cittadini polacchi, senza alcuna distinzione di sorta, è nata dopo la fine delle celebrazioni della festa nazionale dello scorso anno che sono stati purtroppo interrotti da alcuni tafferugli. Durante la marcia del 2011, infatti, le strade di Varsavia sono state teatro di alcuni scontri tra gruppi anarchici e nazionalisti, che hanno funestato un giorno di festa molto sentito dalla popolazione.

Anche quest’anno si sono sfortunatamente verificati degli incidenti tra i manifestanti e le forze dell’ordine, anche se meno gravi rispetto a quelli dello scorso anno; secondo il rapporto presentato dalla direttrice dell’Ufficio di Sicurezza della città di Varsavia, Ewa Gawor, il bilancio definitivo degli scontri avvenuti durante lo svolgimento della seconda marcia ammonta a 24 persone ferite (tra cui 8 poliziotti) e 134 manifestanti fermati.

 

Iscriversi all’AIRE, quando e perché

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Sono sempre più numerosi gli italiani che scelgono di trasferirsi all’estero, per i motivi più disparati. C’è chi non ha potuto dir di no ad un’allettante proposta di lavoro, chi sceglie di star vicino alla persona amata e chi è rimasto affascinato dalla cultura e dallo stile di vita di un paese straniero. Tra i doveri civici di un cittadino italiano che ha scelto di emigrare e risiedere all’estero c’è quello di regolarizzare la propria posizione, anagrafica e fiscale, iscrivendosi all’AIRE, acronimo di “Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero”.

L’AIRE è un archivio contenente i dati di tutti i cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali per un periodo di tempo superiore ai 12 mesi, e consente di accertare gli spostamenti anagrafici effettuati all’estero e in Italia degli stessi. Non devono invece iscriversi all’AIRE i cittadini italiani che si recano all’estero per periodi non superi ai dodici mesi oppure i cittadini che si recano all’estero per lavori stagionali. Comunque l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria ed avviene in due modi: o il cittadino dichiara spontaneamente la sua intenzione di risiedere all’estero per il suddetto periodo o la sua residenza all’estero viene accertata d’ufficio, nel caso in cui le autorità competenti si rendano conto che sussistono le condizioni per essere registrati all’AIRE.

Secondo la legge, la dichiarazione di trasferimento di residenza all’estero deve essere resa dall’interessato all’ufficio consolare competente entro 90 giorni dalla data dell’espatrio. Ci si può iscrivere all’AIRE sia prima di espatriare, sia una volta arrivati nel paese estero di residenza. Se ci si vuole iscrivere prima della partenza, bisogna presentare la domanda nell’ultimo comune di residenza nel quale si è vissuto. Bisognerà dichiarare l’intenzione di vivere fuori dai confini italiani per un periodo superiore ai dodici mesi. Il comune prenderà nota del nominativo del cittadino e del suo futuro indirizzo di residenza nel registro delle cancellazioni anagrafiche e in quello dell’AIRE, a quel punto, il comune attenderà di ricevere dall’ufficio consolare del nuovo paese di residenza del cittadino il documento che attesti l’avvenuta iscrizione in loco. Soltanto allora il cittadino risulterà iscritto a tutti gli effetti all’AIRE.

AIREPer coloro che invece desiderassero iscriversi all’AIRE nel paese estero di residenza, sarà sufficiente recarsi all’ufficio consolare abilitato e compilare l’apposito modulo di iscrizione, accompagnato da un documento d’identità valido (passaporto, carta d’identità, patente di guida) e da un documento che attesti la propria residenza. Alcuni consolati richiedono ulteriori tipi di garanzie, per comprovare il fatto che il cittadino risiede effettivamente all’estero: vi potrebbero quindi essere richieste una dichiarazione del datore di lavoro in loco o un certificato di matrimonio. La maggior parte dei siti web delle ambasciate e dei consolati consentono di scaricare il modulo online. Si tratta di un documento di semplice compilazione, che contiene anche la registrazione di eventuali membri della famiglia che accompagnano il cittadino all’estero. Il consolato invia questo modulo all’ultimo comune di residenza del cittadino, che ne registra l’avvenuta iscrizione all’AIRE, e ne informa l’AIRE nazionale.

Per iscriversi all’AIRE in Polonia, nello specifico, bisognerà recarsi presso la Cancelleria Consolare di Varsavia, che si trova in ulica Jasna 19. È anche possibile l’iscrizione per mezzo di lettera o fax: in questo caso, assieme al modulo compilato della domanda di iscrizione e alla copia del documento di identità, bisognerà presentare una copia del proprio certificato di nascita e una copia del permesso di soggiorno rilasciato dall’Ufficio di competenza.

Con l’iscrizione all’AIRE un cittadino può beneficiare di alcuni vantaggi. Per cominciare, si ha diritto di voto per corrispondenza, all’esenzione dall’IVA sulle merci acquistate in Italia e portate all’estero e all’esenzione dei dazi doganali sulle merci al momento del rimpatrio; inoltre, il consolato garantisce agli iscritti l’assistenza per espletare le normali pratiche burocratiche che tipicamente si fanno in Italia (rilascio di certificati anagrafici, fornitura del certificato di residenza, rinnovo del passaporto).

C’è però da sottolineare che, iscrivendosi all’AIRE, il cittadino perderà il diritto alla copertura sanitaria in Italia: questo significa che non avrà più diritto ad usufruire del medico di base, dell’assistenza ospedaliera tramite mutua e dell’acquisto dei medicinali dietro pagamento del solo ticket.

Iscrivendosi all’AIRE cambierà conseguentemente anche la residenza fiscale: dove pagherà le tasse il cittadino italiano residente all’estero? Il cittadino italiano iscritto all’AIRE pagherà le tasse nel paese estero in cui vive se ha la residenza all’estero e lavora per un’azienda estera che versa il suo stipendio all’estero, oppure se è un libero professionista che lavora esclusivamente per enti esteri che lo pagano su un conto bancario all’estero. Il cittadino italiano iscritto all’AIRE pagherà le tasse in Italia se ha la residenza all’estero e lavora per una compagnia italiana, che lo ha mandato all’estero con un contratto diretto con la casa madre in Italia. Il tema della Fiscalità Comunitaria e Internazionale è molto complesso ma ulteriori informazioni potranno essere trovate sul sito del ministero delle Finanze: LINK

 

 

Un “gustoso” Grande Slam di Beach Volley

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Che cosa collega Pechino, Gstaad, Klagenfurt, Mosca, Parigi, Roma e Stary Jablonki alle Hawaii? Questi sono i luoghi in cui si giocano partite della competizione più prestigiosa di beach volley, il  Grande Slam. L’organizzazione del torneo a Stare Jablonki è affidata all’Hotel Anders,  sotto la bandiera della World Volleyball Federation. Anche quest’anno dal 13 al 19 agosto si è svolta una delle tappe del torneo all’hotel Anders con la partecipazione dei migliori giocatori di beach volley di tutto il mondo. Giocatori che quest’anno hanno rappresentato più di 50 paesi. Sulla tribuna centrale sedevano più di cinquemila spettatori, per una presenza totale durante l’evento di quasi centomila tifosi. Una manifestazione, trasmessa in diretta in vari paesi, che in Polonia ha ricevuto piena copertura televisiva da parte di Polsat che da sempre partecipa all’evento. Tra le attrazioni principali segnaliamo “I giorni della cucina polacca” sotto il cappello dell’executive   chef dell’hotel Anders Dariusz Struci?ski con gli ospiti invitati ?a creare appositamente per il torneo “Il Ristorante dei Campioni”, in cui si sono potuti  gustare i piatti più famosi della gastronomia polacca, con un gruppo di chef d’eccezione che si è così suddiviso durante la manifestazione:

15 agosto, Kuchnia Ma?opolska, Mistrz – Marek Widomski, za?o?yciel Instytutu Kulinarnego w Krakowie;  16 agosto, Kuchnia ?l?ska, Mistrz – ?ukasz Pielak, z-ca szefa kuchni Restauracji Platter, w Hotelu InterContinental w Warszawie;  17 agosto, Kuchnia Kurpiowska, Mistrz – Jaros?aw U?ci?ski – w?a?ciciel i szef kuchni Restauracji MOONSFERA w Warszawie;  18 agosto, Kuchnia Pomorza, Mistrz – Grzegorz Labuda, szef kuchni restauracji La Bibliotheque w Hotelu St. Bruno w Gi?ycku;  19 agosto, Kuchnia Mazowsza, Mistrz – Karol Okrasa, szef kuchni Restauracji Platter w Hotelu InterContinental w Warszawie. E poi una sorpresa fuori programma con Socialkuchnia che ha organizzato la venuta di una delle cucine mobili più esclusive al mondo! Direttamente da Trento è arrivata Arca by Inoxpiu uno straordinario concentrato di tecnologia racchiuso in un container in grado di allargarsi fino a diventare una cucina da grande ristorante sul campo e qui, per una settimana, abbiamo preparato piatti della cucina italiana che per partecipazione di pubblico hanno dato filo da torcere al Ristorante dei Campioni. Devo dire con orgoglio che il made in Italy ha dimostrato di avere ancora molto da dire e la tecnologia a disposizione in questa cucina (utilizzata un paio di settimane prima da Carlo Cracco) mi ha fatto sentire come se mi avessero dato a disposizione l’astronave Enterprise, per una settimana mi sono sentito come il Capitano Kirk e chi appartiene alle mia generazione o giù di lì (1966) sa cosa voglio dire. Una nota di orgoglio in più il secondo posto nel torneo femminile della squadra italiana: il duo Cicolari-Menegatti (assidua frequentatrice come la maggior parte degli atleti del ristorante italiano) battuto solo dalle brasiliane vincitrici di tornei mondiali da anni. Grazie ragazze, e arrivederci all’anno prossimo per i Campionati del Mondo che si terranno in Polonia per la prima volta.

 

25 lat

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Upłynęło już 25 lat odkąd 15 września 1987 pierwsza ekipa rozpoczęła oficjalnie pracować we Włoskim Instytucie Kultury w Krakowie. Pierwsza siedziba Instytutu została uroczyście otwarta w kilka tygodni po zwycięstwie Solidarności w wyborach w 1989 r. Był to historyczny zwrot, który przeżywał również Włoski Instytut Kultury w Krakowie, wzrastając razem z polskimi instytucjami i z czasem stając się naprawdę częścią krajobrazu kulturalnego Krakowa, jak to ujęli na stronach katalogu wystawy 25 lat Włoskiego Instytutu Kultury, Konsul Honorowy Republiki Włoskiej w Krakowie, Anna Boczar-Trzeciak i dyrektor Muzeum Manggha, Bogna Dziechciaruk-Maj.

Na przestrzeni tych 25 lat działalności było wiele ważnych wydarzeń poświęconych kulturze włoskiej, a również polskiej, zorganizowanych bezpośrednio przez Włoski Instytut Kultury lub we współpracy z innymi instytucjami lokalnymi i międzynarodowymi. Trudno wyliczyć je wszystkie, lecz można przypomnieć kilka najważniejszych: począwszy od pierwszej wystawy poświęconej nagrodzie Premio Compasso d’Oro w 1987 r. aż po wielkie monograficzne wystawy prezentujące dzieła Palladio i Carlo Scarpy, od pierwszych spektakli Donizettiego w Teatrze im. Juliusza Słowackiego po wkład i udział we wzroście i ugruntowaniu się festiwali muzycznych takich jak Misteria Paschalia czy Opera Rara, od spektakli Commedia dell’Arte prezentowanych na Rynku Głównym aż po przedstawienia Piccolo Teatro di Milano z uczestnictwem Giorgio Strehlera, Milvy czy Toniego Servillo. Nie wolno też zapominać o ważnych wystawach poświęconych takim artystom jak Dino Buzzati, Raffaello i Tycjan, Federico Fellini czy o obecności wybitnych pisarzy jak Claudio Magris, Dacia Maraini czy Roberto Calasso. Nie brakowało innych wydarzeń kulturalnych, które oddały głos mniej spektakularnym, choć równie ważnym dla współczesnej kultury dziedzinom: od historii po religię, od ekonomii po prawo, od nauki po ekologię.

Ta intensywna i nacechowana wysoką jakością działalność wpłynęła na utrwalenie historycznych związków Krakowa z Italią, przyczyniając się także do spotkań na szczeblu instytucjonalnym, podczas wizyt w Polsce Prezydentów Republiki Włoskiej. Oscara Luigiego Scalfaro i Azeglio Ciampiego. Bez wątpienia godne wspomnienia jest zorganizowanie uroczystej inauguracji cyklu wydarzeń kulturalnych, które w 2003 r. Włoskie Instytuty Kultury poświęciły 25-leciu Pontyfikatu papieża Jana Pawła II, w której wziął udział ówczesny kardynał, Joseph Ratzinger.

Wystawa, która pozostanie otwarta w galerii Instytutu do 29 października br. poprzez plakaty, zaproszenia, fotografie i wycinki prasowe przypomina niektóre z tych wydarzeń i znajduje swoje uzupełnienie w dwujęzycznym katalogu, który doskonale poświadcza, że również w życiu instytucji można wskazać “poszczególne fazy: powstawanie, umacnianie, uregulowanie i wreszcie ewolucję”, co przypomina we wstępie do katalogu aktualny dyrektor Instytut, Clara Celati. Na pierwszych stronach katalogu listy wielu dyrektorów, przedstawicieli władz włoskich i polskich uświetniają tę rocznicę przekazując życzenia kolejnych takich lat. Nie pozostaje nam nic innego jak dołączyć do tych życzeń tym szczególnym Sto Lat dla Włoskiego Instytutu Kultury.

“Singing in the rain” al Teatro Roma!

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Walter Passoni

Dopo “Les Miserables” gli artisti del Teatro Roma ci offrono un altro musical “Singin’ in the rain” con cui fanno trascorrere allo spettatore oltre due ore di vero piacere. Come il film…meglio del film. Una regia minuziosamente attenta, una coreografia stupenda con scene che cambiano continuamente, ricche di colori e di accorgimenti tecnici; un’orchestra di primordine che accompagna ogni balletto o canzone senza una sbavatura, coinvolgendo più volte lo spettatore a ritmare il tempo con le mani. Il corpo di ballo che mostra  una capacità di danza praticamente perfetta e fa venire la voglia di salire sul palco per partecipare a quella che sembra sempre una festa. I costumi sono stupendi e sempre armoniosamente in sintonia con le varie scene. Ed infine gli attori , dai protagonisti ai comprimari, tutti bravissimi, che regalano agli spettatori molti momenti di vero divertimento, sottolineati dalle frequenti risate spontanee e dagli applausi che puntualizzano tutte le loro performances. Ognuno di loro dà l’idea di dare sempre il massimo mentre recita, mostrando pure di divertirsi e di “sentire”…il calore del pubblico e di ricambiarlo con emozioni sincere. È uno spettacolo assolutamente da non perdere, perchè ancora una volta è possibile provare delle bellissime emozioni, nelle prime file anche “bagnate”, al Teatro Roma a Warszawa.

 

Prospettive dell’economia polacca in Europa

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“L’economia polacca ha senso solo se si considera l’ambiente internazionale e quindi gli investitori stranieri”, così ha aperto il confronto il Prof. Marek Belka, Governatore della Banca Nazionale Polacca, durante l’incontro annuale con IGCC (International Groups of Chambers of Commerce) di cui la nostra Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia è membro e fondatore.

“L’economia dell’Unione Europea è in recessione. Nel 2009 era a -5%, oggi che va un po’ meglio siamo sul -1,2%. Ci sono tre ragioni fondamentali che aiutano a comprendere meglio la crisi: il primo consiste nelle differenze economiche tra i Paesi aderenti, dove alcuni crescono e altri sono in profonda recessione, quindi abbiamo sicuramente un problema di integrazione economica” spiega il Professore che aggiunge “la seconda ragione prende in considerazione la situazione economica che sollecita i mercati con forti rialzi e ribassi con spiacevoli conseguenze sulla economia Europea. Infine la terza ragione è il tempo, infatti nel 2008-09 noi credevamo di avere gli strumenti per combattere la recessione, ma non era così e ora siamo al punto di dover utilizzare strumenti non convenzionali come l’OMT (Outright Monetary Transactions)”; OMT sono le operazioni di acquisto della Banca Centrale Europea a sostegno dell’Eurozona, una delle politiche monetarie del programma anti-spread del Governatore Mario Draghi. “Ora tutti stanno guardando alla Spagna, esitante nelle decisioni in un momento difficile, e i mercati stanno perdendo la sicurezza. Il mio punto di vista” continua Belka “è positivo, ma e’ polacco-centrico, con il successo che abbiamo avuto nel far crescere il mercato. Infatti nei Paesi non aderenti all’Euro, come il nostro, siamo pronti ad uno scenario di collassamento che coinvolgerebbe prima di tutto le banche e quindi gli altri operatori economici.”

Sottolinea il Governatore della Banca Nazionale Polacca “Spero che il programma proposto da Draghi venga approvato e riesca a stabilizzare i mercati per lungo tempo, perché preferisco il rischio al disastro. Se il programma aiuterà a ricostruire la credibilità, noi avremo la possibilità di salvare Paesi come l’Italia e la Spagna, ci vorranno anni, ma sarà possibile.”

Il Prof. Belka dopo il suo intervento si è prestato alle domande dei partecipanti: “l’euro è una moneta unica differente per esempio dal dollaro negli Stati Uniti d’America perché lì con un solo Governo centrale hanno reattività nel prendere decisioni importanti, invece nell’Unione Europea devono decidere 17 Governi dei Paesi aderenti, perdendo tempo di reazione. Teniamo presente che non è auspicabile un Europa senza il mercato unico, porterebbe ad una instabilità dei singoli Paesi. Inoltre non tutti nell’Eurozona devono essere come la Germania, noi dobbiamo differenziare e valorizzare tutte le economie dei Paesi membri, ognuno con le sue peculiarità, con i propri assets. La Spagna, per esempio, ha una grande forza nell’export, come l’Italia, non dobbiamo per forza essere tutti uguali all’economia tedesca”. Rispetto al rapporto tra i cittadini e Governo Belka sostiene: “I cittadini devono essere pronti a pagare altre tasse, non morire tra le barricate, questo è il nazionalismo dei nostri giorni”.

Alla domanda “Quali sono i possibili scenari negativi di cui ha parlato e quali sono le possibili soluzioni che avete ideato?” Il Prof. Belka risponde: “Continuare con una crescita pari a zero per altri anni mentre la Germania continua a crescere rispetto al resto dell’Unione Europea, questo porterebbe ad un collasso con situazioni peggiori al 2009, sicuramente con bancherotta per l’economia europea, purtroppo è uno scenario possibile. Infatti una delle soluzioni da noi identificate consiste in un possibile salvataggio delle banche offrendo loro una maggiore liquidità, soluzione da prevedere insieme ad altri strumenti finanziari e fiscali.”

Per quanto riguarda l’ingresso della Polonia nell’Eurozona, il Professore annuncia “Prima di tutto l’Euro deve uscire dalla crisi e stabilizzarsi prima che la Polonia lo adotti, per non avere rischi di collasso e quindi l’economia deve prima riprendere a crescere.”

IL DILEMMA DI BERNANKE… come bruciare trillioni e continuare a farlo senza esistazioni

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Emiliano Caradonna

Ho regolarmente espresso il mio disappunto con l’approccio specifico attuato dalla Fed di Bernanke. Sono stato certamente duro in passato ma credo che quest’ultimo round di Quantitative easing e il contesto nel quale viene attuato ha purtroppo rafforzato la mia opposizione. Bernanke si é trovato di fronte un dilemma, prendere atto dei suoi errori ed accettare di essere ricordato come colui che pur bruciando trilioni di dollari non é stato in grado di rilanciare né l’economia né l’occupazione o tentare il tutto per tutto pur rischiando di gonfiare l’ultima e più devastante «bolla» finanziaria che la storia moderna ha conosciuto. Ovviamente, essendo per altro innamorato di se stesso, ha scelto la seconda opzione e quindi ha deciso di lanciare un QE3 e per dovere di semplificazione:

– continuare l’operazione “Twist” continuare a comprare Titoli di stato;

– comprare 40 miliardi di dollari di mortgage (ipoteche immobiliari) al mese per un “periodo indefinito”.

Evidentemente ammettere i propri errori é troppo difficile ma soprattutto la miopia  di questi grandi strateghi é comparabile soltanto alla testardaggine con la quale continuano a rifiutare la realtà che ci circonda.

Nella sua conferenza stampa il Dr. Bernanke ha detto una cosa che credo confermi questo punto di vista. Pedro da Costa ha chiesto perché queste misure dovrebbero funzionare ora e attraverso quale  meccanismo avremo una trasmissione e quindi dei vantaggi per l’economia reale.

Il capo della Fed ha risposto:

“The tools we have involve affecting financial asset prices.  Those are the tools of monetary policy.  There are a number of different channels.  Mortgage rates, other rates, I mentioned corporate bond rates.  Also the prices of various assets.  For example, the prices of homes.  To the extent that the prices of homes begin to rise, consumers will feel wealthier, they’ll begin to feel more disposed to spend.  If home prices are rising they may feel more may be more willing to buy home because they think they’ll make a better return on that purchase.  So house prices is one vehicle.  Stock prices – many people own stocks directly or indirectly.    The issue here is whether improving asset prices will make people more willing to spend.  One of the main concerns that firms have is that there is not enough demand… if people feel their financial position is better they’ll be more likely to spend….”

In sostanza, Bernanke dice che se riesce a far aumentare i prezzi delle case la gente si sentirà (sentirà non sarà) più ricca e quindi propensa a consumare  (e quindi a far debiti)… Se la gente consuma le Società faranno più ricavi e quindi assumeranno…

Si tratta di un approccio terribilmente viziato per le politiche pubbliche e sottolinea un grave difetto nel modo in cui la Banca centrale attua la sua politica di oggi.

È infatti basato sull’idea che una ripresa economica dovrebbe essere guidata dai consumatori che utilizzano il reddito di oggi a leva (come base per far debiti) per consumare, sulla promessa di un temporaneo aumento della ricchezza nominale (che può o non può essere superiore in futuro).

 Nella migliore delle ipotesi si genera una crescita nominale falsando il prezzo delle attività finanziarie, ma senza una reale crescita economica, nell’ipotesi peggiore si liberano i bilanci delle banche trasferendo strumenti finanziari di scarso valore ma con prezzi alti nei bilanci pubblici, avvicinandosi sempre di più al precipizio dell’inflazione e della rovina.

A mio parere, le politiche che ci hanno portato in questo pasticcio sono del tutto indifendibili e un esercizio egotico caratterizzato da scarsi scrupoli…

Senza voler apparire filo germanico finanziare la crescita con nuovi debiti é una strategia senza uscita ma con potenzialmente enormi catastrofi all’orizzonte.

Attenzione quindi a difendere quel che si ha non cedendo alla chimera di guadagni generati sull’aria.