Tra le aziende italiane parteciperà il famoso marchio Fattorie del Duca, specializzato nell’importazione e distribuzione di prodotti gastronomici di alta qualità, direttamente dall’Italia alla Polonia. Fattorie del Duca propone una selezione esclusiva di prodotti pensati per soddisfare le esigenze di ristoranti, pizzerie e negozi specializzati che vogliono offrire il meglio della tradizione culinaria italiana.
Tra i prodotti d’eccellenza di Fattorie del Duca ci sono una vasta gamma di formaggi italiani di qualità superiore, tra cui parmigiano reggiano, pecorino, gorgonzola, mozzarella di bufala. Per quanto riguarda i salumi artigianali l’offerta comprende ad esempio prosciutto crudo, salame, coppa e speck. Vi invitiamo a visitare il sito internet www.delduca.pl con una gamma di oltre 1000 prodotti.
I titolari dell’azienda provengono dalle terre del Prosecco e quindi propongono il Prosecco DOC e DOCG delle migliori cantine del Veneto, il vino ideale per accompagnare pasti raffinati o per brindare in occasioni speciali, sempre più popolare nei ristoranti e bar polacchi.
Fattorie del Duca si caratterizza anche per una distribuzione su misura fornendo prodotti esclusivi in tutta la Polonia e offrendo soluzioni logistiche efficienti per garantire consegne puntuali e prodotti freschi. L’azienda ha sviluppato una solida rete di distribuzione che copre le principali città polacche, da Cracovia (dove hanno la sede) a Varsavia, a Danzica e Poznań, per citarne alcune, ma anche i centri minori con un servizio rapido ed efficiente.
Durante la Fiera HoReCa ci sarà la presenza del partner Łukasz Hrabia – che insieme a Fattorie del Duca promuove l’ACCADEMIA POLSELLI in Polonia – a disposizione di tutti i pizzaioli che vogliono specializzare la proprie capacità o conoscere le novità. Polselli è marchio leader in Italia di produzione di farine.
Ogni anno, la Fiera attira un gran numero di professionisti del settore HoReCa e della gastronomia, offrendo un’occasione imperdibile per scoprire le ultime tendenze culinarie. Potrete partecipare a brevi ma coinvolgenti masterclass di cucina italiana e degustare gli eccellenti prodotti di Fattorie del Duca. Non perdete l’opportunità di arricchire le vostre competenze e deliziare il palato. Vi aspettiamo con entusiasmo!
FIERA HORECA GASTROFOOD:
Targi w Krakowie
31-586 Kraków
ul. Galicyjska 9
Contatti e opportunità di collaborazione: www.delduca.pl
Gazzetta Italia (n.107) celebra, con una copertina dedicata e tanti articoli di letteratura, la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Un numero assolutamente imperdibile!
Ecco alcuni titoli: Asiago, altopiano delle meraviglie 🔸 Tutti al Cinema! 🔸 Maciej Brzozowski, Italia paese della grande imprenditoria e dello stile 🔸 Appena Sfornati (musica) 🔸 Napoli miracoli e superstizioni 🔸 Zakręcony Włoski vince l’Italy Ambassador Awards 🔸 Vacanze romane nella vita quotidiana: la moda business italiana 🔸 L’ultima dogaressa 🔸 Modigliani 🔸 La nascita degli studi di Polonistica a Roma 🔸 Letteratura: Un’infanzia racchiusa nelle tessere di un puzzle / Chi dice, chi tace e chi dimentica le domande / Julia Kendall in Italia: la criminologa di Giancarlo Berardi e il Bel Paese 🔸 Ricette: Gnocchi di patate con ragù di pesce/Torta opera al caffè ganache di fondente
Gazzetta Italia si può comprare negli Empik, o sul sito gazzettaitalia.pl, o telefonando al 505 269 400.
Nel weekend 14 -15 settembre si è svolta a Vicenza la quinta edizione del festival SpazInsoliti. È il festival più itinerante di Vicenza che porta il pubblico a scoprire location insolite e sconosciute della città, utilizzandole come spazi di ricerca culturale e artistica grazie a performance ed esposizioni di diversa natura. SpazInsoliti rilancia la sfida di trasformare luoghi inusuali, sconosciuti o anonimi in palcoscenici per musicisti, performer, attori e artisti e di mettere in connessione il pubblico con la propria città.
Il progetto SpazInsoliti nasce da un’idea di Arci Servizio Civile ed è stato realizzato grazie al fondamentale contributo di giovani volontari under30. Lo scopo è quello di (ri)scoprire luoghi di Vicenza sconosciuti o non sempre accessibili e restituirli a quella città che ancora ha voglia di immaginare, creare e lasciarsi stupire. Arci Servizio Civile Vicenza è un’associazione che promuove la cittadinanza attiva e il protagonismo giovanile attraverso esperienze di volontariato e progetti culturali. Sottolinea i valori della pace, della nonviolenza e dell’intercultura. Il progetto SpazInsoliti è realizzato in rete con le associazioni del centro culturale Porto Burci e sostenuto da Regione Veneto e Comune di Vicenza. Il festival è organizzato da un team di giovani volontarie, che scelgono le proposte artistiche, gestiscono il budget, ideano la comunicazione e si confrontano con istituzioni e privati, il tutto in un processo partecipato di condivisione e scambio di competenze.
Il festival prevede due percorsi che attraversano il cuore della città. I partecipanti possono scoprire giardini, androni, scalinate e altre location nascoste, ammirando le opere di illustratrici, fotografi e pittori, ascoltando la musica live e osservando installazioni e performance teatrali. Quest’anno tra le location c’erano:
Palazzo Cordellina – costruito in stile palladiano da Ottone Calderari tra il 1786 e il 1790. Gli interni sono ornati da affreschi e decorazioni opera di Paolo Guidolini e Girolamo Ciesa. Attualmente ospita la sede centrale della Biblioteca Bertoliana;
Ex Convento – Santa Caterina – sede di un monastero femminile dal 1190 al 1810. Il solenne e luminoso refettorio, decorato da stucchi veneziani settecenteschi, era il locale in cui le monache consumavano i pasti in silenzioso ascolto delle letture;
La scuola Dame Inglesi – fondata nel 1837 per precisa volontà dell’imperatore d’Austria Francesco I. Oggi la Scuola Dame Inglesi è gestita dalla Fondazione Mary Ward. Attualmente comprende le scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, ispirate a valori cattolici.
Ecco alcuni artisti che hanno partecipato a questa edizione del festival: Alex De Zan, Davide Dalmanzio, Federico Franco, Filippo Munegato, Katrīna Līna Trektere, Daniele Vanzo, Beatrice Cera.
La Fondazione “Jesteś”, insieme all’Ufficio dello Starosta del distretto di Bochnia, rappresentato dal sindaco Adam Korta, e con altre istituzioni, ha organizzato l’evento “Settimana Italiana” dal 13 al 15 settembre. Gli organizzatori hanno dichiarato che “quest’anno si è iniziato in modo semplice ma concreto, invitando una delegazione della città di Cassino in occasione dell’80° anniversario della battaglia di Monte Cassino.
La cultura italiana gode di una grande popolarità in tutto il mondo e vogliamo avvicinarla anche alla nostra comunità locale. Si scopre che la città di Bochnia ha da secoli radici nella collaborazione con l’Italia, in particolare con i mercanti italiani. Il 13 settembre, su invito del sindaco di Bochnia Magdalena Łacna, abbiamo accolto all’aeroporto di Cracovia il sindaco di Cassino, Enzo Salera, con la moglie; la consigliera di Cassino, Mercedes Galasso, e Antoine Tortolano. Anche se gli ospiti hanno trascorso solo due giorni con noi, hanno avuto l’opportunità di vedere molte bellezze locali. Hanno iniziato dalla Miniera di Sale di Bochnia, dove sono scesi a 200 metri sotto terra e sono stati simbolicamente accolti dagli “antenati” di Genova. Nella splendida cornice del ristorante Cameralna, di proprietà di Joanna e Jarosław Potasz, gli ospiti sono stati accolti dallo starosta Adam Korta e dal sindaco Magdalena Łacna. Durante l’incontro si sono tenute lezioni di storici locali, che hanno presentato in modo interessante la storia italiana in terra małopolska. Successivamente, gli ospiti hanno assaggiato specialità culinarie polacche.”
Enzo Salera e Mercedes Galasso hanno ammirato con interesse l’architettura storica di Bochnia, motivo per cui Adam Korta li ha invitati a visitare l’Ufficio dello Starosta. Il programma è proseguito con una mostra delle opere dell’artista polacco Marek Górny, intitolata “Lettere dall’Italia”, e poi con un concerto di pianoforte presso la Biblioteca Pubblica di Bochnia, durante il quale un giovane artista ha presentato brani sia polacchi che italiani.
Dopo una giornata intensa, durante una cena in uno dei ristoranti di Bochnia, si è parlato dei piani per il futuro e delle possibilità di ulteriori collaborazioni.
La domenica è iniziata tradizionalmente con la Messa nella Basilica di San Nicola, dedicata ai nostri ospiti, ai soldati caduti nella battaglia di Monte Cassino e alle loro famiglie. Il tempo era ideale, il che ha permesso un incontro presso il monumento di Dąbrowski a Pierzchów. Lì, insieme alle delegazioni delle associazioni e della Provincia,sono stati deposti mazzi di fiori. Il Circolo delle Casalinghe Rurali ha preparato un rinfresco e c’erano molte altre attrazioni per i partecipanti.
Sono stati giorni meravigliosi che hanno mostrato quanto siano importanti l’apertura nelle relazioni e la comunicazione.
Si è svolta martedì 24 settembre 2024, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, la prima Giornata dello Sport Italiano nel mondo, un’iniziativa fortemente voluta dal Ministero degli Affari Esteri Italiano per promuovere non solo le eccellenze sportive ma anche il mondo economico che gravita attorno allo sport. Dopo i saluti istituzionali portati dal Sottosegretario allo Sport e al Turismo polacco Piotr Borys, dall’Ambasciatore italiano a Varsavia Luca Franchetti Pardo e dal responsabile affari istituzionali di Confindustria Polonia Alessandro Saglio, è intervenuto il direttore dell’Ufficio ICE di Varsavia Roberto Cafiero con una dettagliata esposizione del Sistema Sportivo Italiano che ha un fatturato di 22 miliardi di euro – di cui ben 9 prodotti dalle esportazioni – coinvolge circa 400 mila posti di lavoro e 15 mila aziende private. A seguire si sono svolti due panel moderati dal giornalista Sebastiano Giorgi, il primo dedicato a Sport e Management con relatori l’ex calciatrice e dirigente del Genoa Marta Carissimi, l’ex giocatore di basket, nella hall of fame del basket italiano, Carlo Caglieris, il direttore del Lang Team, organizzatore del Tour de Pologne, John Lelangue, la direttrice dell’azienda eventi della Pallavolo Polacca Ewa Grzegorczyk e il professore di Sociologia dell’Accademia Sportiva AWF di Varsavia Michal Lenartowicz. Il secondo panel – incentrato sul positivo caso del calcio femminile italiano – ha visto dialogare Marta Carissimi e il responsabile marketing della Federazione Calcio Polacca Karol Tatar. In chiusura c’è stata la relazione sulla Dieta Mediterranea del nutrizionista Mariusz Panczyk. L’evento supportato da Confindustria Polonia si è poi concluso con un networking e buffet italiano offerti dalla sezione polacca dell’Associazione Cuochi Italiani, Kuchnia Wloska e PLOH.
Siamo lieti di annunciare la seconda edizione del Premio Italy Ambassador Awards, che si terrà il 28 settembre 2024 nella storica e suggestiva cornice del Castello Reale di Wawel, a Cracovia, in Polonia.
Il Premio Italy Ambassador Awards nasce con l’obiettivo di celebrare e riconoscere i migliori content creator che promuovono l’Italia e il Made in Italy nel mondo. In quest’edizione il focus sarà sui creativi che hanno saputo raccontare l’Italia attraverso i loro contenuti digitali, evidenziando la bellezza, la cultura, l’arte, la gastronomia e le tradizioni del nostro paese.
La seconda edizione del Premio sarà patrocinata da importanti istituzioni italiane e polacche, tra cui l’Ambasciata d’Italia, la Camera di Commercio e Industria Italiana in Polonia, la Federazione Italiana Cuochi (sezione Polonia), il Consolato Onorario d’Italia a Cracovia, l’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, Confindustria Polonia e altri prestigiosi enti che condividono l’obiettivo di rafforzare i legami culturali e promuovere le eccellenze italiane a livello internazionale.
Durante l’Italy Ambassador Awards saranno presentati i finalisti della seconda edizione.
Un momento speciale della serata sarà l’esclusiva performance del celebre violinista Vadim Brodski, che creerà un’atmosfera magica e indimenticabile nello straordinario contesto del Castello.
L’apericena sarà un vero e proprio viaggio nei sapori italiani, preparato dalla Federazione Italiana Cuochi (sezione Polonia) con la partecipazione di rinomati chef tra cui: Cristina Catese, Maicol Guazzini, Andrea Camastra, Alan Penone, Calogero Cascio, Fabio Pantano, Carlo Bognolo e Krzysztof Żurek. Utilizzeranno prodotti italiani d’eccellenza per deliziare gli ospiti con piatti autentici.
L’Italy Ambassador Awards rappresenta un’importante occasione per riconoscere il lavoro dei content creator che, attraverso le loro piattaforme digitali, raccontano l’Italia a un pubblico globale. L’evento sarà anche un’opportunità di networking per professionisti del settore, istituzioni e aziende, con l’obiettivo di sviluppare nuove sinergie e collaborazioni.
Sostenibilità, Solidarietà, Educazione, Rispetto, Collaborazione e Innovazione sono i valori fondamentali del Premio e rappresentano il filo conduttore di tutte le iniziative legate all’evento. Questi principi guideranno la scelta dei vincitori e saranno al centro delle celebrazioni del 28 settembre 2024.
Siamo entusiasti di poter accogliere tutti i partecipanti, ospiti e partner a Cracovia per una serata indimenticabile, piena di emozioni, creatività e passione per l’Italia.
Ricordiamo che l’edizione principale del premio si terrà a Firenze il 28 novembre nella cornice della fiera BTO: un appuntamento annuale dedicato al Made in Italy, alla bellezza, alla cultura, ai sapori e ai profumi che caratterizzano il Bel Paese, con un occhio particolare al mondo del turismo, del lusso, del benessere attento alla sostenibilità.
Per ulteriori informazioni sulla seconda edizione del Premio Italy Ambassador Awards e per scoprire come partecipare, visitate il sito web ItalyAmbassadorAwards.
La Calabria, una delle regioni più affascinanti del sud Italia, offre un’incredibile varietà di paesaggi, dalla montagna al mare cristallino, intrisi di una profonda cultura e d’antiche tradizioni. Questo lembo di terra è stretto tra due mari: il mar Tirreno e lo Ionio, ciascuno con caratteristiche uniche che attraggono viaggiatori da ogni angolo del mondo.
La costa ionica, con la sua storia e natura eccezionali, è peraltro facilmente raggiungibile dalla Polonia, grazie ai vari collegamenti aerei, spesso anche a buon prezzo. Le possibilità per arrivare all’aeroporto di Sant’Anna di Crotone sono multiple, partendo da varie città polacche sono disponibili voli con scalo a Milano, Venezia – Treviso o Bologna. Uno dei luoghi più incantevoli della regione è Le Castella, un borgo della Calabria Ionica, celebre per la sua imponente fortezza aragonese emergente dalle acque cristalline. Noto per le sue leggende storiche e la sua bellezza naturale, il borgo offre spiagge di sabbia fine e acque bandiera blu, ideali per chi è in cerca di relax e avventure marine. La fortezza ha guadagnato notorietà anche nel mondo del cinema, per essere stata location di film come “L’Armata Brancaleone” e “Il Vangelo Secondo Matteo”, e più recentemente set per le riprese del nuovo “Sandokan”. Adiacente al borgo si estende l’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, una delle più grandi in Italia, che protegge una tra le più diversificate biodiversità marine e offre attività educative come gite a bordo di battelli dal fondo trasparente. Le vicine spiagge de Le Cannella e la Riserva Marina di Isola di Capo Rizzuto arricchiscono l’offerta turistica con possibilità di snorkeling e immersioni. Quest’anno, Le Castella è candidata ai “Borghi più belli d’Italia”, riconoscendo il suo valore come gemma turistica della regione.
Il capoluogo di Provincia è Crotone, una città situata sulla costa ionica della Calabria, che vanta una storia ricca e affascinante che risale al 710 a.C., quando fu fondata come colonia greca dagli Achei. Nel corso dei secoli, Crotone è diventata famosa non solo per la sua potenza marittima e i suoi successi sportivi, ma anche per essere stata un importante centro culturale e spirituale, ospitando figure storiche come il filosofo Pitagora. Uno dei siti più emblematici vicino a Crotone è Capo Colonna, noto nell’antichità come Lakinion Akron. Questo promontorio ospita i resti dell’antico tempio dedicato alla dea Hera Lacinia, un tempo uno dei santuari più venerati del mondo greco. L’area, ricca di vestigia archeologiche e circondata da una natura rigogliosa, testimonia il passato glorioso di Crotone e continua a essere un punto di riferimento storico e culturale. La solitaria colonna sopravvissuta al tempo simboleggia la tenacia e l’importanza storica di questo antico luogo di culto, rendendo Capo Colonna una tappa obbligatoria per chiunque visiti la Calabria. Un’altro luogo da vedere è Santa Severina, un pittoresco borgo medievale situato nel cuore della Calabria, posizionato strategicamente tra il mare Ionio e i monti della Sila. Celebrato come uno dei “Borghi più Belli d’Italia” 2018, si trova su uno sperone di tufo che domina la vallata del fiume Neto, offrendo affascinanti vedute, specialmente durante le albe nebbiose. Il suo centro storico, ricco di architetture che variano dal castello normanno alle chiese bizantine, riflette le diverse fasi storiche e architettoniche del borgo.
Da notare anche il quartiere bizantino della Grecìa e il rione della Giudea, che evidenziano la storica presenza ebraica fino al 1510. Il Castello di Santa Severina, simbolo del borgo, ospita un significativo Museo Archeologico e vanta decorazioni barocche, affreschi medievali e un belvedere con vista sul Marchesato. All’interno del palazzo arcivescovile, il Museo Diocesano di Arte Sacra e l’Archivio Storico Diocesano conservano e espongono preziosi artefatti che attestano l’importanza religiosa e culturale di Santa Severina.
Un’altra tappa: tra giganti e laghi incantati, chiamato il cuore verde della Calabria, c’è il Parco Nazionale della Sila, un vasto altopiano noto per i suoi “giganti”, gli alberi secolari anziani 350 anni e alti fino a 45 metri dominano il paesaggio. Questi imponenti esemplari di pino loricato sono testimoni silenziosi di storie millenarie e conferiscono al parco un’atmosfera quasi mistica. Tra i laghi che punteggiano la Sila, spicca il Lago di Lorica, incastonato tra le montagne. Questo specchio d’acqua, circondato da fitti boschi, è un luogo perfetto per attività ricreative come il canottaggio, la pesca e il trekking, offrendo panorami mozzafiato in tutte le stagioni. Da non perdere anche la cantina Ippolito, fondata nel 1845 a Cirò Marina, è la più antica azienda vinicola della Calabria, nota per vini da vitigni autoctoni come il Gaglioppo e il Greco Bianco. Pioniere nella modernizzazione della vinificazione, ha introdotto tecniche innovative e mantiene una gestione qualitativa rigorosa. Riconosciuta a livello nazionale e internazionale, la cantina è oggi guidata dalla quinta generazione della famiglia Ippolito, continuando a valorizzare tradizione e innovazione, sostenibilità e il rispetto del territorio calabrese.
La costa tirrenica: un viaggio tra colori, sapori e storia raggiungibile con l’aereo da Cracovia a Lamezia Terme. Iniziando il nostro viaggio lungo la costa tirrenica, incontriamo Diamante, famosa per i suoi murales e per la vivace cultura del peperoncino. Non lontano da qui, l’Isola di Dino si staglia all’orizzonte, un piccolo paradiso per gli amanti dello snorkeling grazie alle sue acque trasparenti e grotte marine suggestive come la Grotta Azzurra e la Grotta del Leone. Proseguendo verso sud, Pizzo Calabro accoglie i visitatori con il suo delizioso tartufo gelato, una prelibatezza locale che combina gelato al cioccolato e nocciola con un cuore di cioccolato fuso, il tutto ricoperto da una croccante scorza di cacao. Questo piccolo borgo affacciato sul mare è anche noto per il suo castello aragonese e le serene passeggiate lungo la costa.
Tropea, spesso descritta come la “Perla del Tirreno”, è celebre per le sue spiagge bianche e le acque turchesi. Il centro storico, situato su un’imponente rupe a picco sul mare, offre panorami mozzafiato e viuzze piene di vita. Tropea è rinomata anche per la sua cipolla rossa IGP, un ingrediente apprezzato in cucina per il suo sapore dolce e delicato. Più a sud, il borgo di Scilla, con il suo Castello Ruffo che domina la spiaggia, è un incantevole esempio di come mitologia e storia si intrecciano, evocando storie di sirene e antichi navigatori. Capo Vaticano, poi, è noto per le sue spiagge incontaminate e scenari quasi tropicali, un vero paradiso per gli amanti della natura e delle immersioni. Da Capo Vaticano, si può osservare il sole che lentamente scompare dietro il profilo del vulcano attivo Stromboli, tingendo il cielo di arancio e rosso in uno dei tramonti più spettacolari del mondo. La Calabria è rinomata per la sua cucina speziata e i prodotti tipici che hanno guadagnato fama mondiale. Due delle sue specialità più emblematiche sono la ‘nduja e la sardella. La ‘nduja, originaria di Spilinga, è un salume spalmabile piccante preparato con carne di maiale, grasso, sale e abbondante peperoncino rosso calabrese. La sua consistenza morbida e il gusto deciso la rendono ideale su pane croccante o come arricchimento per salse e pizze. La sardella, soprannominata “caviale del sud”, è popolare soprattutto a Crotone. Si tratta di una crema piccante fatta con piccoli pesci come sardine o neonata, peperoncino rosso, sale e finocchietto selvatico, usata per condire pasta o come antipasto su pane tostato.
La Calabria offre un viaggio indimenticabile tra paesaggi mozzafiato, cultura ricca e avventure autentiche, toccando l’anima di ogni viaggiatore.
Dato che è passato qualche lustro da quando, fiero di una copiosa chioma ben pettinata con la riga in parte e il ciuffo, frequentavo i banchi dell’amato Liceo Classico Marco Polo, posso pubblicamente ammettere che non è che fossi uno studente modello.
Per carità non ero neanche un disastro, diciamo che mi assestavo su un livello di salvifica mediocrità. Salvifica nel senso che in qualche modo riuscivo a raggiungere il minimo per salvare l’anno scolastico e andare avanti. In italiano e geografia astronomica avevo voti discreti, in greco e latino carpivo la sufficienza per il rotto della cuffia, in matematica e fisica ero insufficiente ma… – si c’è un salvifico ma – in storia e filosofia me la cavavo bene. E così inevitabilmente quando ho preso un 48/60 alla maturità, portando all’orale Italiano e Storia, sono entrato a casa trionfante comunicando che mi sarei iscritto all’università di Storia e Filosofia. La reazione fu fredda per usare un eufemismo. “E poi cosa farai? Ti pare che riuscirai a trovare un lavoro?” Così passai l’estate a cercare una facoltà “utile, che mi avrebbe fatto trovare un lavoro”. Alla fine scelsi di studiare Giurisprudenza nell’Università più antica del mondo: Bologna. Quel ragazzo, con in tasca la laurea in legge, dopo diverse peripezie lavorative, tra cui l’esser stato perfino amministratore di condominio, è finito a fare il giornalista che si sa, come si suol dire in Italia, “piuttosto che lavorare è meglio fare il giornalista”. Un mestiere particolare in cui si è costretti a parlare e scrivere di tutto anche se spesso non si conosce granché della materia di cui si tratta.
Ora fatta questa premessa immaginatevi la reazione dello studente mancato di Storia e Filosofia, ovvero io, alla notizia che avrei moderato Alessandro Barbero, eccezionale storico, eccelso divulgatore, celebre personaggio televisivo, protagonista di meravigliosi podcast sui più disparati temi storici dalla “Vita sessuale nel Medioevo” a “Chi è stato San Francesco”, da “Hitler non voleva la guerra?” a “Le Brigate Rosse e il caso Moro”. Un professore di storia capace di appassionare alla materia un pubblico intergenerazionale e delle più diverse estrazioni sociali; un personaggio che ha un seguito pari ad una rock star, con nugoli di persone che si dichiarano suoi vassalli e gli dedicano pagine social.
Lo studente di storia mancato che è in me si è quindi messo furiosamente al lavoro per affrontare l’ossimoro “moderare Barbero”. Come si fa a moderare un fiume in piena di conoscenza trasmessa con straordinario pathos? Diciamo che a Barbero il massimo che si possa fare è dargli il microfono in mano proferendo quattro parole: “dica quel che vuole”.
Però sono un giornalista e la deontologia del mestiere mi impone di mettere tutti allo stesso livello, perché in fondo siamo tutti umani, così come quel giorno di qualche anno fa a Varsavia quando attraversai lo sbalordito cordone di sicurezza per porre una domanda all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, senza batter ciglio, si fece intervistare.
E questo è uno di quegli aneddoti vissuti che esaltano questo mestiere e che mi fanno pensare a Humphrey Bogart che in “Deadline”, quando dà il via alle rotative, sentenzia: “È la stampa bellezza, la stampa, e tu non puoi farci niente!”.
E così, il 25 maggio scorso, eccomi sul palco principale della Fiera Internazionale del Libro di Varsavia, dove l’Italia è paese ospite d’onore. Nella sfilza di interessanti autori del ricco calendario italiano uno degli assi è sicuramente il professor Barbero che alle 15 si presenta puntualissimo sul palco accompagnato da Fabio Troisi direttore dell’Istituto Italiano di Cultura che ha il grande merito di accollarsi la presentazione dell’incontro. Io da bravo giornalista mi sarei preparato delle domande ma invece comincio chiedendo che effetto gli fa questa Varsavia in rutilante sviluppo architettonico. Barbero parte subito dicendo che in fondo il vecchio Palazzo della Cultura gli sembra esteticamente più interessante dei nuovi grattacieli che lo circondano. Applauso a scena aperta di una sala gremita di centinaia di persone con altre che seguono dall’esterno mentre i più smaliziati si sono direttamente distesi a terra davanti al palco. Dopo qualche altra riflessione gli chiedo se questa sorprendente attrazione intergenerazionale per la storia sia dovuta, oltreché al merito del divulgatore, anche ad un bisogno dell’uomo contemporaneo di dare un senso alla sua esistenza. Barbero prende il là e decolla sul rapporto tra storia e popoli, ricordando quei Paesi che fanno della storia uno strumento di propaganda, di identità, per arrivare a parlare di una contemporaneità in cui a volte si rischia il pericolo di vivere in una bolla di eterno presente. La brava traduttrice trasforma l’italiano in polacco e io rilancio con domande sugli speciali rapporti storici tra Italia e Polonia e poi ancora sul raccontare l’Italia come continente di culture. Il professore risponde ammaliando il pubblico con il suo modo di raccontare che ti fa letteralmente scorrere davanti agli occhi le cose che spiega. Una narrazione che non vorresti mai interrompere perché mentre Barbero mulina il suo braccetto, con il suo abitudinario gesto dall’alto in basso, tu sai che ti stai arricchendo di nozioni.
A questo punto sono talmente a mio agio che gli chiedo della “fine della storia”, che sarebbe simbolicamente avvenuta con l’entrata delle truppe napoleoniche a Jena dopo aver vinto l’omonima battaglia del 1806, una teoria emersa dalle riflessioni di Hegel, Kojeve e Fukuyama. “Ma dai il fatto che la storia possa finire è solo un divertente aneddoto, l’illusione che le democrazie liberali e il capitalismo diffuso avessero esaurito il confronto sociale tra gli uomini è superata da tempo, è un’idea figlia del nostro modo europa-centrico di vedere la storia,” ribatte Barbero a cui allo scadere, tiranno, del tempo faccio ancora in tempo a chiedere “Cosa scriverà uno storico tra 50 anni quando dovrà parlare dei primi 25 anni del 2000?”.
“Magari gli storici daranno una enorme importanza all’epidemia di Covid del 2020 dicendo è stato l’inizio dell’epoca delle grandi epidemie. Oppure no? E poi gli storici tra 100 anni scriveranno ancora nelle nostre lingue o in cinese? Chissà! Al momento mi fermo qui con le previsioni. Grazie a tutti!”, saluta Barbero prima di raggiungere lo stand dell’Italia e firmare pazientemente centinaia di copie di libri di adoranti lettori concedendo un’infinità di sorrisi per gli altrettanti infiniti selfie cui si presta.
Il video completo sull’intervento di Alessandro Barbero alla Fiera Internazionale del Libro di Varsavia è disponibile QUI.
Ollywell è uno dei primi produttori di integratori a base di funghi medicinali in Europa, primo in Polonia con una produzione al 100% locale, l’azienda integrata verticalmente dalle materie prime al prodotto finale, con una farm vicino a Varsavia, nei pressi del Parco Nazionale di Kampinos. A presentarci l’azienda è il titolare Oliver Mathew.
Come è nata l’idea dei funghi funzionali?
Sono un microbiologo, mi sono laureato in birrificazione in Germania e poi sono venuto in Polonia dove ho proseguito la mia formazione alla facoltà di Business Internazionale presso l’Università Economica di Varsavia. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei gestito un’azienda che produce funghi. Nel corso degli anni ho lavorato prima come maestro birraio, arrivando ad avere un mio birrificio artigianale, e poi ho lavorato nel commercio al dettaglio commerciando integratori alimentari. Poi è successa una cosa divertente: un giorno, durante una pausa al lavoro, sono uscito dall’edificio dell’azienda e ho notato crescere nell’erba la “Morchella esculenta” nel giardino. Essendomi sempre interessato ai funghi ho iniziato ad approfondire l’argomento e a un certo punto è nata l’idea imprenditoriale. Dopo la pandemia COVID e le precedenti esperienze di vita, volevo iniziare un’attività legata alla salute. La visione era semplice: avere prodotti salutari di alta qualità per la mia famiglia e i miei amici.
Da dove hai iniziato?
Ho iniziato dalla preparazione del progetto, realizzando alcune prove e discutendo con esperti internazionali del settore. Nel frattempo ho cercato un luogo adatto per il laboratorio e l’impianto di produzione, perché non sarebbe stato possibile crearlo in centro città, anche se spero di avere un giorno una farm urbana. Penso che in futuro sarà sempre più importante avere produzioni locali e indipendenti dalle lunghe catene di approvvigionamento. Poi ho iniziato a costruire il team facendo grande attenzione perchè un team giusto è la base del successo di qualsiasi progetto. Sono stato fortunato a incontrare le persone adatte. C’è stato quindi l’investimento e da lì in poi tutto il progetto ha cominciato a svilupparsi dinamicamente. Abbiamo iniziato con un lavoro di ricerca e sviluppo per elaborare il metodo di coltivazione dei funghi medicinali in circostanze controllate e un sistema per estrarre le sostanze nutrienti dai corpi fruttiferi. Ci abbiamo lavorato per quasi un anno e mezzo e solo dopo è stato possibile creare il marchio Ollywell.
È facile coltivare i funghi medicinali? Quali sfide avete affrontato?
Non è facile. La sfida è stata quella di ricreare le condizioni naturali di crescita dei funghi in un ambiente controllato anche dal punto di vista sanitario, in quanto stiamo coltivando a scopo medicinale. Tutto questo comporta un notevole dispendio di denaro. I funghi assorbono tutto dall’ambiente circostante, quindi dobbiamo mantenere l’ambiente sterile se vogliamo ottenere il meglio da un determinato fungo. Un’altra sfida è stata quella di sviluppare un metodo di estrazione adatto. I funghi contengono chitina, che non viene digerita dal corpo umano, per questo è così difficile arrivare a tutte le sostanze benefiche per la salute. Abbiamo quindi pensato di rompere le pareti della chitina e siamo riusciti a farlo utilizzando l’estrazione a ultrasuoni. Non è stato facile, ma ha funzionato.
Quali proprietà hanno i funghi medicinali?
I funghi sono organismi molto interessanti, con molte proprietà che apportano benefici al nostro organismo e rafforzano il sistema immunitario. Sono una fonte di sostanze attive che fanno bene all’organismo. I funghi funzionali possono essere considerati degli adattogeni, in quanto per migliaia di anni hanno supportato il corpo umano e il suo sistema con i polisaccaridi a catena lunga e vari triterpenoidi. Nella medicina popolare i loro benefici sono noti dai secoli. Vengono utilizzati anche nella medicina di paesi asiatici come Cina, Giappone e Corea. Personalmente, ritengo che il termine adattogeno in questo caso corrisponda piuttosto alla visione moderna del mondo in cui viviamo, in cui lottiamo con i fattori come lo stress e cerchiamo i prodotti che migliorano il nostro benessere, che rafforzano la nostra immunità e aiutano a ristabilire l’equilibrio.
Qual è il tuo fungo preferito?
Senza dubbio amo tutti i funghi che coltiviamo. Chaga è considerato il re nel nostro ambiente. È ricco di antiossidanti e si dice che rafforzi il sistema digestivo e supporta la salute dell’intestino e del fegato. Negli ultimi trent’anni su questo fungo sono state condotte delle ricerche da parte di diverse università della Polonia, del Nord Europa e degli Stati Uniti. Cordyceps è il nostro orgoglio, poiché lo coltiviamo su larga scala a ciclo continuo. Un fungo molto interessante è Shiitake, che ha proprietà antivirali, può migliorare il livello di colesterolo ed è una fonte di vitamina D. La mia ragazza adora invece Reishi, che ha delle proprietà antistress e anti-tensione e si dice che migliori la qualità del sonno e la rigenerazione dell’organismo. Ma ognuno può trovare qualcosa per sé.
Quali progetti per il futuro?
Di recente sono successe molte cose. Stiamo sviluppando il nostro marchio, partecipiamo a varie fiere e conferenze. In settembre visiteremo il convegno micologico a Monopoli, in Puglia. Siamo in grande attesa per questo evento. L’Italia è da anni un player importante per quanto riguarda i funghi medicinali; i consumatori italiani sono più informati e consapevoli a proposito di questo tipo di integratori. Sarà un onore per noi parlare insieme agli italiani del mondo dei funghi. Ci auguriamo nasca una collaborazione a lungo termine.