Slide
Slide
Slide
banner Gazzetta Italia_1068x155
Bottegas_baner
baner_big
Studio_SE_1068x155 ver 2
Nutella_Gazzetta_Italia_1068x155_px_final
Gazetta Italia 1068x155

Home Blog Page 18

„Corte Polacca” Sebastiano Giorgi

0

Corte Polacca

Sebastiano Giorgi

Edito da Austeria (Cracovia-Budapest-Siracusa), luglio 2023

Copertina Guido Fuga

Prefazione Alessandro Baldacci

Pag. 210

Acquisto online (14 eu / 63 zl): www.austeria.it / www.austeria.pl

Librerie

Venezia: La Toletta, Mare di Carta, Bottega Cini, Franco Filippi

Trieste: Ubik

Cortina d’Ampezzo: Sovilla

Varsavia: Ksiegarnia Nowa

Cracovia: Austeria

Sinossi

Corte Polacca è un’avventura ironica, onirica, a tratti commovente, ambientata tra la disillusa, stagnante, Venezia e la frenetica Varsavia in continua trasformazione e crescita. Due realtà apparentemente antitetiche che sono lo scenario in cui si muove Checco, il protagonista di Corte Polacca, che, durante i suoi racconti, ci prende per mano per farcele scoprire con lo sguardo incantato di chi è capace di connetterle superando i limiti temporali e fisici. Checco è un fumettista che, a suo modo, è a sua volta un personaggio caricaturale, intriso di tic e idiosincrasie irrefrenabili, malinconie e fantasie futuriste, dotato di unfulminante senso della battuta, travolto da frequenti irritazioni, che tra partite a Risiko e amore sviscerato per i suoi gatti, sopravvive alla pressante quotidianità varsaviana, alle aspettative di un mondo familiare cui non si sente di appartenere, così come alle struggenti nostalgie per una Venezia viva e abitata di cui oggi resta solo un amaro ricordo. Un’esistenza che viene scossa da una distopica, comica, avventura alla corte polacca del RePoniatowski, in un passato idealizzato, popolato da tanti personaggi italiani, tra cui i veneziani Casanova e Bellotto.
Dal frullato di emozioni, sogni, contrasti e sollecitazioni sociali Checco, da idealista incallito, ne esce accettando la sua condizione di inadeguatezza, armato dell’unico strumento che possiede, la matita del fumettista. In queste pagine egli combatte, donchisciottescamente, non solo per sfuggire da una contemporaneità deludente ma, in definitiva, per provare a ridare protagonismo alla fragilità individuale, unica paradossale risorsacontro le disumanizzanti dinamiche globali ci hanno praticamenteridotto a comparse.

Corte Polacca è un libro divertente, polemico e sferzante che funziona grazie al sottile, continuo, gioco di rispecchiamento e distanziamento, sovrapposizione e divergenza fra il giornalista Sebastiano Giorgi e il fumettista visionario Checco. Al di là della leggerezza e dell’ironia ricercata in queste pagine il libro conserva, in controtendenza, come luogo più prezioso (e doloroso) una malinconia che ha punte luttuose. È evidente infatti che nel flusso di emozioni che tengono l’autore fisso sulla sua Venezia, tornano, ahimè, come fantasmi, la voce di una generazione scomparsa: quella dei bambini che in passato la abitavano, l’animavano e le davano un senso vero, con pratiche di occupazione vitale di questo spazio mitico (che sfiora altrimenti il rischio di farsi museo o sala mortuaria) come ad esempio trasformando i campi veneziani, compresi quelli dell’oggi iperturistico sestiere di San Marco, in altrettanti campi di calcio, unici al mondo e al contempo identici agli infiniti campetti improvvisati che riempiono le giornate di miliardi di ragazzini nel pianeta. ALESSANDRO BALDACCI

Appena ci si addentra nella raccolta di racconti di Sebastiano Giorgi Corte Polacca. Avventure oniriche tra Venezia e Varsavia, pubblicata dalla casa editrice Austeria, il mondo sembra diventare più leggero e anche un po’ più instabile. O, almeno, più ricco di sorprese. E tale sensazione diventa più che mai intensa quando ci si lascia irretire da questa successione di singolari vicende abbozzate con tratto sincero e ironico dal protagonista, il fumettista Checco, a cui fanno da sfondo la Varsavia contemporanea e settecentesca, ma che sono intrinsecamente connesse con Venezia. (…)

I racconti di Giorgi sono caratterizzati da un innegabile tratto fantastico e comico, da un lato, e da un impegno giornalistico nei confronti dell’attualità, dall’altro. Non mancano quindi critiche aperte della percezione contemporanea dell’Italia dominata dagli stereotipi, della Venezia–Disneyland, come nei ricordi della blogger del racconto Tutto bene! La ricetta per risolvere i problemi di Venezia contenuta nel racconto di Veneasy, inoltre, tiene conto proprio della superficialità con cui moltitudini di turisti si avvicinano alla città lagunare. MAŁGORZATA ŚLARZYŃSKA

Sebastiano Giorgi – Giornalista, scrittore, viaggiatore. Nato e cresciuto a Venezia, laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna, è direttore della rivista bilingue, polacco-italiano, Gazzetta Italia e del notiziario quotidiano Polonia Oggi. Vive tra Venezia e Varsavia. Nella città lagunare è stato per anni collaboratore di quotidiani, televisioni, radio; ha diretto per oltre tre lustri la rivista “Lagunamare”; ha lavorato per otto anni all’ufficio stampa del Carnevale di Venezia e per cinque anni è stato capo ufficio stampa del Salone Nautico di Venezia. Autore e coautore di numerose pubblicazioni e video divulgativi. A Varsavia è corrispondente e produttore per varie testate. Curatore di mostre ed eventi. Ideatore del Premio Gazzetta Italia. Principale artefice del riposizionamento del bassorilievo del Leone di San Marco al Rynek di Varsavia.

Matteo Ogliari: Cracovia cuore d’Europa

0

Arrivato da soli sei mesi Matteo Ogliari, nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, si è già perfettamente ambientato in Polonia.

Sono arrivato a Cracovia dopo aver passato circa due anni in servizio alla Farnesina presso l’Ufficio IX della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. Ero cioè nell’ufficio deputato alla cooperazione scientifica bilaterale, nel quale mi occupavo di gestire la rete degli Addetti Scientifici nel mondo (professionisti del mondo della ricerca “prestati” alla diplomazia scientifica ed in servizio presso le nostre Ambasciate ed i Consolati all’estero) ma anche di promozione della diplomazia scientifica dell’Italia. Sono stati due anni entusiasmanti, fondamentali non solo per comprendere il funzionamento della “macchina” ministeriale, ma anche per approfondire un settore, quello della ricerca scientifica e tecnologica, nel quale l’Italia vanta eccellenze a livello mondiale. Promuovere queste eccellenze, anche lavorando alla realizzazione di prodotti particolari, come un numero speciale di una rivisita di divulgazione scientifica a fumetti dedicato alla diplomazia scientifica, è stato un lavoro appassionante, soprattutto per me che provengo dall’ambito umanistico. Sono infatti uno storico di formazione, anche se mi sono laureato con due tesi in storia culturale della tecnologia, e ho fatto un po’ di ricerca e qualche pubblicazione sulla storia locale della Toscana. Prima di vincere il concorso al MAECI ho insegnato per quattro anni in una scuola superiore di Pescia (PT).

Una volta conosciuta la scelta del ministero di nominarti direttore a Cracovia qual è stata la tua reazione e quale effetto ti ha fatto la città quando sei arrivato?

Ho desiderato fortemente la sede di Cracovia: per la bellezza e vivacità di una città che mette insieme la storia (è l’antica capitale del Regno di Polonia, uno dei cuori dell’Europa medievale) con il fermento culturale e il dinamismo di una città giovane e universitaria. Non da ultimo, l’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia veniva lasciato dal mio predecessore, il collega Ugo Rufino, dopo quasi otto anni di ottimo lavoro. Ho avuto quindi il privilegio di ricevere un’eredità importante e un Istituto in ottima forma, insieme alla missione di valorizzarli al meglio. I direttori vengono assegnati sulla base di una candidatura che, per obbligo, deve comprendere almeno tre o quattro sedi. Niente è dunque certo fino all’ultimo. Nel momento in cui le assegnazioni sono state pubblicate, insieme all’ufficialità della sede di Cracovia, non sarei potuto essere più felice. Questa città, oltre all’indubbia bellezza, è un luogo in cui è facile per un italiano sentirsi a casa. Arrivando, la prima grande sorpresa è stata scoprire come moltissimi polacchi decidano di studiare l’italiano, e chi lo fa arriva molto in fretta a parlarlo ad un ottimo livello.

L’Italia è una potenza mondiale in tutte le declinazioni della cultura, ma ci sono settori o temi che ti interessano particolarmente e che vuoi sviluppare durante il tuo mandato?

Come hai giustamente evidenziato, l’Italia è una potenza culturale. Ma invece che rivendicare primati secondo me “vuoti” (come, ad esempio, quello di Paese col maggior numero di siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO), credo sia più importante concentrarsi su quello che l’Italia ha da dare al mondo, in tanti ambiti diversi. Questo conduce al cuore della mia missione: non promuovere la cultura italiana in maniera unidirezionale, bensì stimolare il dialogo e il dibattito tra la nostra cultura e quella del Paese che ci ospita. La Polonia ha molti settori dinamici e di grande interesse – dalla musica alle arti performative, dall’arte contemporanea al teatro e al cinema – ed è un Paese nel quale l’interesse per l’Italia e per la nostra lingua e cultura è storicamente forte. Tutto ciò rappresenta una ricetta vincente per un dialogo profondo e costruttivo, il cui orizzonte è sempre quello di creare sinergia (siamo due grandi Paesi dell’Unione Europea) e soprattutto conoscenza e simpatia reciproca. Venendo ai settori di primario interesse, credo sia necessario operare un bilanciamento tra ciò che è stato nel tempo associato all’immagine nostro Istituto (che è anche ciò a cui la nostra utenza è più interessata, come ad esempio la musica classica e lirica) e l’apertura ad alcuni campi nuovi ma potenzialmente molto interessanti. L’immagine dell’Italia che vorrei trasmettere è quella di un Paese non soltanto legato alle proprie tradizioni culturali, ma in grado di creare innovazione a partire da queste tradizioni. Un Paese dunque in grado di proporre approcci e soluzioni alle grandi sfide del nostro tempo. La promozione scientifica e tecnologica, ad esempio, è un settore tradizionalmente “minore” nell’offerta degli Istituti e che, personalmente, mi sta invece molto a cuore. L’Italia vanta in questi campi delle eccellenze assolute, testimoniate ad esempio dalla recente mostra We Love Science, recentemente passata a Cracovia e a Varsavia, e da quella “Looking Beyond”, organizzata lo scorso dicembre in collaborazione con Telespazio. Un altro ambito molto interessante è quello della moda, settore “italiano” per eccellenza, ma sempre più aperto alla sperimentazione e all’innovazione.

Cracovia è una storica capitale culturale europea, in cui hanno sede tante istituzioni culturali, in questo contesto quale ruolo svolge l’Istituto Italiano di Cultura?

Il nostro Istituto è stato in grado, negli anni, di inserirsi appieno nel tessuto culturale di Cracovia. Dialoghiamo con tutte le principali istituzioni culturali e con i grandi festival per cui la città è famosa, contribuendo a portare sui loro palchi molti degli artisti italiani più importanti del momento. La reputazione di partner affidabile e prestigioso è il capitale più importante che abbiamo a disposizione, ed è mio obiettivo continuare ad accrescerlo nel tempo. Un primo passo è stata la firma recente di una lettera d’intenti con KBF – Krakowskie Biuro Festiwalowe, con la quale le nostre due istituzioni si impegnano a sostenersi reciprocamente nell’obiettivo di promuovere a Cracovia il meglio della cultura contemporanea. Su questa base, il prossimo anno l’italiano sarà tra le lingue ufficiali del progetto Traslatorium, un programma di tutoraggio per giovani traduttori letterari organizzato da Cracovia Città della Letteratura UNESCO, con l’obiettivo di sostenere l’editoria italiana in Polonia attraverso la formazione della prossima generazione di traduttori. Continueremo quindi a sostenere le principali istituzioni culturali, in un’ottica di reciprocità. Il nostro lavoro inoltre non si ferma a Cracovia. L’Istituto è competente per i sei voivodati della Polonia centro-meridionale, pertanto siamo chiamati a promuovere l’immagine dell’Italia in un’ampia area. Abbiamo realizzato e continueremo a realizzare eventi e manifestazioni in molte città, collaborando con le istituzioni e le autorità locali.

Quali aspetti della vita e della cultura polacca ti hanno colpito maggiormente?

Un automatismo condiviso da tutte le persone che vivono fuori dal proprio Paese di origine è quello di cercare similitudini e differenze. Nel caso polacco, su entrambi i versanti ce ne sono molte e notevoli. Ho subito un primo “shock” culturale nel corso di un incontro con gli studenti di italianistica di una delle università cracoviane. Presentando agli studenti alcune proposte culturali rivolte – pensavo! – ai giovani, come una mostra di arte digitale e un concerto di musica elettronica, mi sono sentito domandare da una ragazza del primo o secondo anno quando l’Istituto avrebbe portato a Cracovia un’opera di Donizetti. Ho quindi imparato a non sottovalutare mai l’amore dei polacchi per la musica lirica. Più in generale, penso vi siano grandi similitudini nella cultura dei nostri due popoli, dovute a esperienze storiche simili. Italiani e polacchi sono stati entrambi dominati a lungo da potenze esterne, motivo per cui si sono aiutati a vicenda nel corso del Risorgimento (quello italiano, come quello polacco). Il risultato sono due popoli composti da un’unione di influenze e tradizioni anche molto diverse tra loro, nelle quali l’identità culturale gioca un ruolo molto più importante dell’identità dei confini. In Polonia la cultura ebraica, tragicamente colpita dallo sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale, oppressa dalle autorità zariste prima e sovietiche poi, ha lasciato un segno indelebile nella cultura generale (basti pensare all’influenza sulla cucina). Similmente, in Italia si è cercato di creare un popolo foraggiando una comune identità culturale – costruita all’epoca dalla scuola, dalla televisione e dal servizio militare –, che prescindesse dalle mille differenze regionali. Un progetto di questa portata non potrà mai definirsi pienamente compiuto, ma per l’Italia come per la Polonia, la ricchezza sta nella diversità.

GARDALAND: IL REGNO DEL DIVERTIMENTO IN ITALIA

0
fot. Alberto Mangili

In uscita sul numero 100 di Gazzetta Italia un prestigioso articolo, realizzato con la collaborazione del management del Parco, per illustrare l’unicità di una eccellenza turistica dello Stivale

Ci sono pochi luoghi iconici in Italia, noti a grandi e piccini, che portano con loro una storia, un’esperienza e un vissuto quali quelli che può vantare il parco divertimenti di Gardaland. Da quasi mezzo secolo il più celebre parco divertimenti del Bel paese è scenario di emozioni, avventure e ricordi che innumerevoli persone tessono e assimilano, poiché quanto di bello viene goduto in questo luogo magico, poi prosegue nel ricordo. E, come nel mio caso, viene costantemente alimentato anche più concretamente con nuove visite: perché ogni volta è davvero tanto come se fosse la prima, pur ben consci di ritrovare le attrattive a cui si è più legati, quanto invece in parte come se si trattasse di un qualcosa di nuovo, poiché c’è un costante rinnovamento, un’attenzione all’ospite, una visione mirata difficilmente riscontrabili altrove. Anche in quest’estate 2023 in tantissimi stanno varcando i cancelli, in quel di Castelnuovo del Garda, provincia di Verona, per regalarsi una o più giornate indimenticabili, anche da tutta Europa, e dalla nostra amata Polonia. Ho avuto modo di essere presente a Gardaland Resort ad inizio Aprile, a ridosso dell’apertura della stagione, e dopo aver beneficiato dell’ennesima splendida giornata (non saprei calcolare a che numero sono arrivato!) nella mia vita in questo piccolo angolo di paradiso, per provare meglio a far passare i concetti di cui sopra, ho avuto la possibilità di realizzare una prestigiosa intervista con Luca Marigo, Sales & Marketing Director di Gardaland. Un contenuto molto trasversale ed interessante, con scorci ed emozioni dal passato ma anche un occhio consapevole sul presente, emozionale ma tecnico, con le copiose novità introdotte negli ultimi tempi, e soprattutto fortemente strizzato al futuro. Questo prodotto esclusivo sarà leggibile sul nuovo numero di Gazzetta Italia in uscita ad Agosto, l’edizione numero 100 del nostro giornale, che per l’importante occasione si presenterà in una veste speciale. Le foto “parlano”, le parole danno un’idea… ma andare direttamente a Gardaland e provare le emozioni sulla propria pelle è chiaramente la cosa migliore da fare!

https://www.gardaland.it/

APPENA SFORNATI

0

Blanco “Innamorato”
A seguito dello scandalo che ha riguardato Blanco al Festival di Sanremo di quest’anno (a causa di una cuffia difettosa, il cantante si è sfogato distruggendo elementi della scenografia), non se ne ha più traccia. Non si sa se si sia trattato di una coincidenza o di un escamotage della campagna pubblicitaria per la pubblicazione dell’attesissimo secondo album di uno dei maggiori artisti della scena musicale italiana. È certo che la celebrità del brano “Brividi” dell’anno scorso, registrato con Mahmood, realizza un album eccellente. Il suo punto di forza consiste nella combinazione di elementi rap, linee melodiche e ottimi ritornelli. Il titolo dell’album indica che Blanco è innamorato e offre dodici lettere d’amore: alla vita, alla famiglia, alla sua attuale fidanzata Martina (c’è anche una canzone dedicata al suo precedente amore, Giulia) e alla musica. Nel suo secondo album fa un passo avanti, mescolando le sue canzoni rap, o addirittura punk, con suoni provenienti direttamente dalla disco. Le parole gridate si ingentiliscono quando si uniscono ai sintetizzatori e creano un collage grezzo e allo stesso tempo angelico. E finalmente, il punto culminante. Nell’album figura la leggendaria Mina, nascosta in Svizzera da oltre quarant’anni. Un’icona musicale che al momento del suo massimo successo si è allontanata dalla ribalta e nonostante continui a sfornare album, evita costantemente i media e i rapporti con l’industria. Se l’amore è la via per creare musica, allora ne voglio di più.

Bais “Disco due”
Secondo capitolo del progetto musicale del composi- tore, cantante e musicista che si nasconde attorno allo pseudonimo di Bais. Il secondo album, come lo descrive il musicista, è una nuova immagine di sé, più libera e aperta alla condivisione. Il motivo comune che unisce tutte le canzoni è la libertà che possono dare soltanto i viaggi e la possibilità di condividere le esperienze con gli altri. Il mare, le onde, l’acqua, il viaggio sono sempre stati fondamentali per l’artista e liberano un sentimento di vera libertà, che si diffonde in tutto l’album in diverse canzoni. Tale condivisione si percepisce già nella prima traccia nostalgica, che racconta del vuoto esistenziale. I temi sono veramente gravi e le domande veramente shakespeariane, ricche di romanticismo, come quella a metà dell’album, in cui Bais si interroga su come non morire ogni volta che si innamora. Con una spontaneità e una leggerezza, il cantante inserisce nella musica una parte più profonda di ogni pensiero che crea. A livello musicale, sono le canzoni pop di un ribelle per scelta, con chitarre però così infantili, per non dire beatlesiane. Forse sono questi i brani che il quartetto di Liverpool suonerebbe nel 2023?

Giuse The Lizia “Crush”
Un altro artista della nuova generazione è Giuse The Lizia, che ha appena lanciato il suo nuovo album di debutto “Crush”. Come Bais, Giuse affronta con intensità il tema dell’adolescenza e dei primi amori. Propone 10 tracce, scritte e composte con l’aiuto di alcuni amici, in cui il cantante (e autore dei testi) si espone, raccontando i problemi e le difficoltà che spesso dominano le relazioni più intime. Il pessimismo è il sentimento che domina nell’album, non mancano riflessioni, a volte dolorose ma sincere, sulla generazione dei giovani d’oggi. A livello musicale, troviamo molte melodie gradevoli che sono hit a sé stanti (con il singolo estivo “Lato A, Lato B”) e che formano un tutt’uno. Come dice il cantante stesso: “Nell’album ho cercato di approfondire diversi mondi musicali, captando tutto ciò che mi affascina musicalmente, senza però perdere di vista il motivo, che è semplicemente la mia vita”.

Tłumaczenie it: Monika Skrzypkowska

Il Sogno di Varsavia vince il X Torneo di Calcetto Italiani in Polonia

0

Si è svolta l’1-2 luglio 2023 la X edizione del Torneo di Calcetto Italiani in Polonia, la maggiore manifestazione sportiva italiana in Polonia, organizzata dal Comites Polonia e da Gazzetta Italia con la collaborazione dell’Associazione Shardana e di Domenico Lopriore. A sfidarsi nella splendida struttura dello Stadio Nazione di Rugby di Gdynia sono state 8 squadre provenienti da varie città polacche, ciascuna poteva schierare fino a 3 “non italiani”. La vittoria è andata a Il Sogno di Varsavia che ha battuto in finale A.C. Wawa 2014, terzo posto per Cracovia, quarto per Warszawa United, 5° Bella Poznan, 6° FC KTM Lodz, 7° Italiani a Wroclaw, 8° Ital3miasto. Miglior giocatore Gennaro Caputo, miglior portiere Matteo Pegoraro, miglior cannoniere Fredryk Kokot. Una manifestazione sempre molto partecipata dalla comunità italiana che è stata aperta dal messaggio mandato dall’Ambasciatore d’Italia Luca Franchetti Pardo seguito dal messaggio dell’ideatore del Torneo Amedeo Piovesan cui è stata dedicata una targa di ringraziamento. Tra gli ospiti d’onore presenti anche l’arbitro Michal Listkiewicz che fu guardialinee nella finale mondiale Italia 90 tra Germania e Argentina. La prossima edizione si svolgerà a Lodz nel 2024.

(articolo più ampio sul numero 100 di Gazzetta Italia, agosto-settembre 2023)

fot. Luca Aliano

Concerto di Zygmunt Krauze | Nell’ambito della mostra: Stefan Krygier – Centro di condensazione della forma

0

A Venezia in programma il concerto di Zygmunt Krauze, il più importante compositore polacco d’avanguardia, e la mostra delle opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Strzemiński, vincitori del concorso 2023.

La Mostra di STEFAN KRYGIER – Centro di condensazione della Forma, che sta riscuotendo un ottimo successo di pubblico e critica, entra in una seconda fase del progetto espositivo che prevede alcuni eventi collaterali di primaria importanza.

La Mostra di STEFAN KRYGIER Form Condensation Center – Centro di condensazione della Forma, allestita nella splendida area CREA Cantieri del Contemporaneo nell’Isola della Giudecca a Venezia in concomitanza con la 18^ Edizione di Biennale Architettura e aperta con successo di pubblico e critica il 19 maggio, si appresta ad entrare in una seconda fase del progetto espositivo che prevede alcuni eventi collaterali di primaria importanza.

Il Form Condensation Center di Stefan Krygier è una mostra giubilare (nel 100° anniversario della sua nascita) di dipinti, oggetti spaziali e progetti architettonici di Stefan Krygier (1923-1997), organizzata dal Museo d’arte di Lodz [Muzeum Sztuki w Łodzi] in Polonia, collocandosi fra le grandi mostre internazionali, a New York, al Museo di Architettura di Breslavia, al Museo Nazionale di Varsavia, a Veranneman Stichting in Belgio, finora dedicate a Stefan Krygier e al suo lavoro come principale artista d’avanguardia di Lodz.

Il Muzeum Sztuki, che è fra i più antichi musei d’arte moderna del mondo e che attualmente opera con l’obiettivo di porre il fruitore contemporaneo in rapporto di dialogo con il lavoro artistico delle generazioni passate e presenti, ha programmato il 12 luglio il concerto di Zygmunt Krauze il più importante compositore polacco d’avanguardia.

Zygmunt Krauze, noto a livello internazionale come creatore della metaplastica come spazio/composizioni musicali e autore della teoria dell’unismo in musica, si esibirà al piano nella meravigliosa location CREA Spazio del Contemporaneo, dove arte e artigianato convivono virtuosamente, che si trova nell’Isola della Giudecca. Lo Spazio CREA si sviluppa, da un lato fino alla Fondamenta con in fronte lo skyline della porzione maggiore della Venezia d’acqua, da San Marco fino all’Area della Marittima; e dall’altro si affaccia alla poetica Laguna centrale e, oltre, verso la Laguna sud.

Fra gli aspetti decisivi degli eventi di luglio che contribuiscono a valorizzare questa Mostra così ampia e ben allestita, due vanno messi in evidenza:

il primo, legato alla musica d’avanguardia, lo evinciamo da quanto scrive direttamente Kryger: “Le creazioni artistiche indipendentemente dalla loro natura e connessione con correnti specifiche, esistono attraverso la forma. Il modo in cui sentiamo e capiamo questo stesso fatto è soggetto a continui cambiamenti, ma l’interno la connessione tra la forma e il contenuto dell’opera è permanente condizione della sua esistenza. Credo che la capacità di mettersi in dialogo con lo spettatore sia un aspetto indispensabile della comunicazione artistica, a prescindere che sia pittura, architettura, scultura, musica, ecc.”;

il secondo è legato al rapporto di Kryger con i suoi studenti e per l’attenzione dell’artista verso il mondo giovanile in generale. A “Form Condensation Center”, sempre a partire da metà luglio, sarà infatti affiancata una mostra di opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Strzemiński, vincitori del concorso Władysław Strzemiński 2023. Le opere sono state selezionate da Andrzej Biernacki, direttore del Muzeum Sztuki di Łódź e curatore del progetto collegato alla 18a Mostra di Architettura/Biennale di Architettura di Venezia intitolata The Laboratory of the Future.

La mostra di Stefan Krygier a Venezia esplora i suoi tre principali filoni artistici esponendo opere ed elaborati come pittore, architetto e professore all’Accademia di Belle Arti di Lodz, nonché studente e collaboratore di Władysław Strzemiński. In esposizione composizioni spaziali monumentali fatte di componenti mutevoli (frattali). L’idea innovativa delle composizioni si basa sul concetto di “interazione illimitata” con la diffusione dell’opera che avviene attraverso la sensibilità e l’attività dei “partecipanti accidentali”.

Tre Form Condensation Center o Centri di Condensazione di Forma, che esplorano tre spazi come tre sfere di immaginazioni:
1. connessione con il lavoro,
2. confronto della forma pura con l’ambiente esistente o immaginato,
3. passaggi logici di forma pura.

Il Museo promuove l’arte come elemento importante della vita sociale capace di rendere più completa e preziosa l’esistenza umana. Il rapporto di grande vicinanza fra l’attività della sede espositiva e i movimenti delle avanguardie artistiche ha sempre caratterizzato la storia del Museo, determinando nella sua attività una particolare enfasi nel promuovere e divulgare i fenomeni artistici progressivi e creando un rapporto di cooperazione e sinergia con i loro creatori.

La mostra avrà un altro momento celebrativo abbinato alla più grande e popolare festa veneziana: La Festa del Redentore, quando viene costruito un Ponte di barche che unisce la Fondamenta delle Zattere alla Chiesa del Redentore alla Giudecca, proprio a pochi metri da dove si tiene l’esposizione e, con tutti gli abitanti nelle barche addobbate, si tiene il famosissimo spettacolo pirotecnico.

BREVE BIOGRAFIA
Stefan Krygier è nato nel 1923 ed è morto esattamente 20 anni fa. È stato professore al PWSSP di Łódź e alla Facoltà di Architettura dell’Università di Tecnologia di Varsavia. Era un pittore e architetto, allievo di Władysław Strzemiński. Inizialmente, Krygier si riferiva al cubismo, in seguito trovò mezzi individuali di espressione artistica. Il segno distintivo delle opere di Krygier è la compenetrazione dei piani nei suoi dipinti: è così che ha avuto l’impressione della quarta dimensione.

INFORMAZIONI
STEFAN KRYGIER – Centro di condensazione della Forma Dal 19 maggio al 31 luglio 2023

ARCHITETTURA
ARTE CONTEMPORANEA
PERSONALE

LOCATION
Crea cantieri del Contemporaneo
Venezia, Giudecca 211 – Sestiere Dorsoduro, (VE) FERMATA VAPORETTO: REDENTORE

ORARIO DI APERTURA
Da martedì alla domenica, 11:00 – 18:00 Sito web
http://www.creavenice.com

Curator
Andrzej Biernacki
Cooperation
Monika Krygier
Exhibition design
Włodzimierz Pietrzyk
Coordination
Andżelika Bauer, Martyn Kramek, Agata Szynkielewska, Tomasz Wendland, Angelina Wieliczko-Skinder
Installation team
Łukasz Janicki, Mariusz Krężel, Ireneusz Szymarek, Dariusz Śmiechura

EVENTO 12 LUGLIO 2023
19:30 – apertura dei lavori degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Strzemiński / vincitori del concorso Władysław Strzeminski 2023
20:00 – The Unistic Sound of Zygmunt Krauze presso CREA Cantieri del Contemporaneo

Giubileo (100° compleanno) mostra di dipinti, oggetti spaziali e progetti architettonici di Stefan Krygier (1923-1997), che accompagna la Biennale di Architettura di Venezia dal 19 maggio al 31 luglio.
Sovvenzionato dal Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia

X Torneo di Calcetto Italiani in Polonia

0

Gdynia, domenica 2 luglio 2023. Al X Torneo Italiani in Polonia il palleggio a centrocampo dei due bomber delle squadre finaliste. A quelli più avanti con l’età il pensiero è andato indietro al 1989 a quel celebre riscaldamento prima di una finale UEFA di una leggenda del calcio…

IMG_4430

Associazione Polonia-Italia di Poznań

0
Maria Wicherkiewiczowa

Il ventennio tra le due guerre mondiali portò alla nascita di molte associazioni italofile, operanti in tutta la Polonia. All’inizio tutte operavano con il nome “Associazione Dante Alighieri” e poi “Polonia-Italia”. Una delle organizzazioni più dinamiche si trovava nella regione della Grande Polonia. Tutto grazie al lavoro del primo presidente di questa società Maria Wicherkiewiczowa, una persona straordinaria, innamorata dell’Italia.

Nata a Szamotuły, nel 1875, Wicherkiewiczowa era una persona dotata di vari talenti. Fin dall’infanzia mostrò capacità artistiche, per questo motivo i suoi genitori decisero che la ragazza doveva studiare pittura e hanno spinto la sua formazione in questa direzione. Così è nato il suo rapporto con Poznań, perché proprio in questa città la ragazza ricevette le sue prime lezioni. In seguito questa città sarebbe diventata la sua casa e la sua fonte di ispirazione, sia per la pittura che per gli scritti.

Queste due doti artistiche hanno segnato la sua vita. Fino al 1904 Maria si concentrò sulla pittura ma, con il tempo, decise che anche la parola scritta sarebbe stata una modalità di espressione nella sua attività artistico-sociale. Nei suoi libri ha descritto i monumenti e la storia di Poznań, possiamo citare alcuni
titoli: “Piazza del Mercato di Poznań e il suo patriziato”, “Immagini del passato di Poznań”, o l’opera monografica su “Palazzo Działyński”.

Quando Maria iniziò a viaggiare si innamorò dell’Italia. La storia, la cultura e la bellezza del Belpaese influenzarono la sensibilità dell’artista. Inoltre Wicherkiewiczowa era anche affascinata dalla situazione politica italiana e da Benito Mussolini.

La prima Società Dante Alighieri nacque a Katowice nel 1920, seguita da altre a Cracovia e Varsavia. Wicherkiewiczowa decise di crearne una anche a Poznań, il 23 febbraio 1926. Il primo incontro ebbe luogo nell’appartamento privato della pittrice. Vi parteciparono oltre 40 persone, Wicherkiewiczowa fu eletta prima presidente dell’organizzazione. Lo scopo dell’associazione era quello di diffondere la conoscenza della lingua e della cultura italiana tra gli abitanti di Poznań e della Wielkopolska e di diffondere la cultura polacca in Italia. Per questo motivo istituirono la biblioteca dell’associazione, dove furono condotti vari tipi di letture e campagne promozionali. Tutto questo per consentire al più ampio gruppo possibile di interessati il contatto con l’Italia. Wicherkiewiczowa, come nuova presidente della sezione di Poznań, fu invitata al congresso mondiale della Società Dante Alighieri nel giugno 1926, durante il quale si discusse sugli obiettivi e sugli effetti delle attività delle associazioni nei vari paesi.

In quel periodo Wicherkiewiczowa visitò gran parte dell’Italia, che descrisse nel libro “W słońcu Italji”. Era un libro dedicato alla descrizione dei monumenti, ma anche alle impressioni personali dell’artista sullo stato italiano. Oltre alle questioni puramente culturali e sociali, le interessava molto la questione politica. Si tratta di un libro incentrato sull’Italia e, osservando il Belpaese attraverso i suoi occhi, è facile capire perché lo amasse così tanto e gli dedicasse così tante attenzioni. Così descrisse la Città Eterna:

Nella gloria del sole al tramonto, tra la catena montuosa albanese, la valle della Campania e la striscia blu del mare, Roma dispiega il suo splendore eterno ai piedi del Gianicolo. Fatto di marmi e graniti, come se fosse scolpito in un blocco, è disegnato leggermente nella nebbia viola del tramonto primaverile. I portici degli archi trionfali, gli obelischi e le colonne del Foro, i cespugli appesi alle Terme di Caracalla, le cupole della basilica, le torri dei templi, il Campidoglio con l’angelo d’oro in cima, le rovine del Colosseo, le rovine dei circhi in un’immagine potente di contenuto ineguagliabile.
W Słońcu Italji, 1929

Oltre a questo libro, c’è anche un’altra opera che tratta i temi italiani, si chiama “Trypolis”. Sono le note di un viaggio in mare lungo la costa italiana fino alla Libia, allora colonia italiana nel Nord Africa. Wicherkiewiczowa scoprì anche sfumature esotiche dell’Italia e dei suoi possedimenti all’estero.

L’artista fu presidente dell’associazione fino al 1933, quando il suo posto fu preso dall’avvocato Dr. Konrad Kolszewski. Wicherkiewiczowa rimase comunque una parte importante dell’organizzazione. Nel corso degli anni promosse la cultura italiana, partecipò a diversi incontri, presentando relazioni durante le conferenze, e raccolse libri, che furono poi inclusi nella biblioteca della società (attualmente nella collezione della Società degli Amici della Scienza di Poznań). Il coinvolgimento dell’autrice nelle attività filo-italiane durante tutto il ventennio tra le due guerre hanno fatto sì che divenisse una delle figure più importanti per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni tra Italia e Polonia, soprattutto a livello locale, nella Grande Polonia.

Dopo la seconda guerra mondiale Wicherkiewiczowa continuò a dedicarsi ai temi italiani nei suoi scritti. Un buon esempio è la storia romanzata su un architetto italiano pubblicata nel 1960 e intitolata “Jan Quadro di Lugano – la storia del costruttore del municipio di Poznań”. Maria Wicherkiewiczowa fu grande promotrice, come nessun altro nel Novecento, della cultura italiana nella capitale di Wielkopolska.

Tłumaczenie it: Agata Pachucy

WORK SMART: il lavoro che cambia in periodi di sfide

0

Nella giornata di ieri si è tenuta, presso la sede di FCA Poland /Stellantis a Tychy, la conferenza di Confindustria Polonia: “WORK SMART: il lavoro che cambia in periodi di sfide”.

L’evento ha centrato lo scopo di mettere attorno ad un tavolo esperti di settore che hanno coperto durante i tre panel di discussione e la successiva sessione di Q&A un vasto raggio delle tematiche legate al mondo del lavoro di fronte ad una nutrita platea di quasi 100 rappresentanti della rete di imprese italo polacche presenti in Polonia:

– Nuovi trend del lavoro;

– Importanza del Wellbeing aziendale;

– Sfide dei dipartimenti HR nel 2023;

– Differenze generazionali tra i lavoratori;

– Confronto tra il mercato del lavoro in Italia e in Polonia.

Si sono alternati sul palco i rappresentanti di esperti di settore: ASB Poland, BGC Group, During, Orienta, Wardyński & Partners e WKB Lawyers moderati dalla dottoressa Leoncewicz di PAIH, a riconferma della forte cooperazione tra istituzioni italo polacche. Inoltre, gli interventi di FCA Poland e Generali hanno dato lustro all’evento, portando la testimonianza di due fondamentali rappresentati del Sistema Italia nella manifattura e nei servizi.

L’evento è stato anche un’opportunità di networking e aggiornamento professionale per tutti i presenti grazie anche al catering fornito da Osteria le Botti.

La numerosa presenza e l’attivo interscambio durante gli incontri evidenziano la validità di meeting informativi – formativi.

Per maggiori dettagli sulle attività di Confindustria Polonia vi invitiamo a seguire i loro canali social.