All’inizio di novembre in tantissimi paesi si celebra il giorno dei morti e pochi giorni prima anche Halloween, che, al contrario della solennità cristiana, adesso funziona, almeno per una gran parte della società, come una festa non connessa alle credenze religiose e inseparabile dalla sua dimensione pop culturale. Entrambe le usanze seguono però la stessa tematica: la morte, o meglio, la vita post mortem. Ci sono quindi anche certi termini che diventano attuali in questo periodo: il cimitero, le tombe ecc. Alcuni di questi vocaboli derivano dall’antichità greca e romana, il che non è molto sorprendente dato il fatto che la morte e i diversi riti per l’ultimo addio esistevano dagli albori della civiltà umana.
Necropoli
Una delle parole forse non molto popolari, ma comunque usata nel contesto ad esempio dei grandi cimiteri, è la necropoli. La parola viene dal greco antico ed è costruita attraverso due lemmi greci: νεκρός (nekrós) e πόλις (pólis). La prima delle due parole significa “morto”, mentre la seconda “città”. Insieme, come νεκρόπολις (nekrópolis), il nome indica “città dei morti”. Questa parola dimostra anche la prospettiva degli antichi sulla struttura del mondo e la sua certa regolarità, dandoci un indizio per immaginare l’aldilà come una dimensione separata. Come curiosità si può dire, che benché nella lingua polacca sia conservato il genere femminile della parola necropoli (pólis è femminile), nel caso di un’altra parola molto simile, cioè Acropoli (città alta; in polacco “Akropol”), i polacchi, considerando questo nome di genere maschile, possono sembrare un po’
incoerenti
Sarcofago
Molto spesso i nomi complessi vengono creati come una perifrasi dell’oggetto nominato. Così è anche nel caso del “sarcofago”, che ha probabilmente una delle etimologie più interessanti tra le parole provenienti dal greco. Il nome ultimamente viene dal greco antico σαρκοφάγος (sarkophágos), una parola costruita da due parole diverse: σάρξ (sárx) e -φάγος (-phágos). La prima delle due parole significa la carne umana, ma a volte anche il corpo. La seconda invece, viene dal verbo ἔφαγον (éphagon), aoristo (uno dei tempi esprimenti gli azioni del passato) del verbo “mangiare”. Sarcofago significa quindi “che mangia la carne”, perché il nome in origine si riferiva soprattutto a una pietra calcarea che faceva dissolvere rapidamente i cadaveri facendo venire in mente il processo di consumare.
Cimitero
In realtà però di solito i morti riposano nelle tombe più umili e le parole come “sarcofago” non si usano molto. Anche la “necropoli” è una parola che non si può applicare a tanti cimiteri. Per questo motivo sia in italiano, sia in polacco la maggior parte delle persone tende ad usare un’altra parola, ma che comunque deriva dal greco antico: “cimitero” (in polacco: cmentarz). La parola è arrivata nel vocabolario italiano e polacco tramite il latino coemeterium che a sua volta è la versione latina della parola greca κοιμητήριον (koimetérion) che significa “il luogo dove si dorme” (κοιμάω (koimáo) significa dormire). L’etimologia della parola “cimitero” quindi presenta una bella immagine della morte che non è una brutta fine, ma un sonno, lungo riposo.