NATO, all’Aeronautica Militare Italiana la guida della missione di pattugliamento aereo nel Baltico
- Aprile 2015, frontiera baltica: aeroporto militare internazionale di Šiauliai. Con quattro velivoli caccia intercettori multiruolo Eurofighter “Typhoon” del 36º Stormo di Gioia del Colle, del 4º di Grosseto e del 37º di Trapani-Birgi rischierati in Lituania, l’aviazione militare italiana guida dal 1º gennaio la missione NATO Baltic Air Policing per tutelare la sicurezza di Estonia, Lettonia e Lituania a Šiauliai, che durante la Guerra Fredda fu uno dei più importanti aeroporti militari sovietici.
- La rotazione era prevista a maggio. Se non che, su esplicita richiesta dei lituani, particolarmente rassicurati dalla presenza in area baltica degli italiani, il Ministro della Difesa Pinotti ha prolungato fino ad agosto la guida della missione affidata al Colonnello Marco Bertoli, alle cui dipendenze sono anche altri quattro caccia MiG 29 della 23 Aerobase Tattica di Mi?sk Mazowiecki, messi a disposizione dalla Polonia che, come noto, dal 12 marzo 1999 fa parte della NATO e dal 1º maggio 2004 dell’Unione Europea.
Il reparto di volo polacco che ha trascorso con noi in Lituania la settimana santa in zona di guerra fredda baltica, fa capo al Maggiore Grzegorz Czubski, comprensibilmente orgoglioso di essere il Vice Comandante di una task force di eccellenza: tale è infatti risultata nelle verifiche di prontezza reattiva giunte da SHAPE, il Quartier Generale NATO in Europa.
- Tra la Polonia e l’Italia l’amicizia è radicata da secoli, con reciproche citazioni nei rispettivi inni nazionali. Durante il Rinascimento dal 1518 e per ben trent’anni fu Regina di Polonia la Duchessa di Bari Bona Sforza, andata in sposa al re Zygmunt I il vecchio. Nel Risorgimento il garibaldino bergamasco Francesco Nullo combattè eroicamente nel 1863 a fianco dei polacchi insorti contro la Russia zarista: morì in combattimento e divenne un eroe nazionale.
- La nostra Aeronautica Militare ha ricordato lo scorso anno con una cerimonia internazionale di alto profile istituzionale, i piloti polacchi che nel 1944 partirono da Brindisi con aiuti per i patrioti di Varsavia insorti contro i nazisti. La storia e la cultura, qui forse più che altrove, nei rapporti bilaterali contano ancora parecchio.
A parte i legami culturali, peraltro in progressiva valorizzazione anche sul piano diplomatico e governativo come formidabile risorsa propulsiva del sistema-Paese è proprio l’Italia che l’anno scorso ha vinto con l’Alenia Aermacchi di Venegono Superiore (Varese), un’importante gara industriale internazionale per fornire alla Polonia 8 velivoli M-346 da addestramento avanzato, con altri due in predicato, come possible acquisto ulteriore, previo ampliamento contrattuale.
I piloti italiani e polacchi della missione NATO in corso sono poi schierati a poche decine di chilometri di un’altra zona che ricorda gli anni in cui russi e americani si confrontarono per circa mezzo secolo con lo spettro minaccioso della Mutual Assured Destruction. A Plokštin?, esattamente dove l’Unione Sovietica aveva installato il primo poligono missilistico-nucleare sotterraneo progettato negli anni ’50, c’e’ un museo della Guerra Fredda. Noto solo a pochissimi alti esponenti della nomenklatura moscovita, era da lì che avrebbero potuto essere lanciati i temibili missili R 12 con testata atomica che furono rimossi solo nel giugno del 1978. Gli obiettivi venivano cambiati ogni 3/4 anni, con una gittata capace di raggiungere Norvegia, Germania Ovest, Inghilterra, Spagna, Turchia e i Paesi Mediterraneo. Italia inclusa.
- A turbare la serenità dei Paesi baltici è oggi l’impressionante numero di sconfinamenti di aerei russi registrati nel 2014: quadriplicati, rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto divulgato dall’European Leadership Network. Intrusioni che risultano assai pericolose anche per il traffico civile, specie se con i transponder disattivati per impedire l’individuazione del codice del velivolo, ovvero senza la prevista comunicazione dei piani di volo. E se a ciò si aggiunge l’aggressiva pressione di intelligence dispiegata dalla nuova strategia militare di Putin (che ha portato a clamorosi arresti di alti ufficiali di Paesi NATO ancora sotto processo a Vilnius ed a Varsavia, con l’accusa di aver ceduto informazioni sensibili in cambio di denaro), lo scenario parrebbe a tutti gli effetti quello di una nuova Guerra Fredda.
- Se il Cremlino si sente minacciato nei propri interessi dalla presenza di Paesi aderenti alla NATO al suo confine, gli Occidentali ribaltano l’accusa, recriminando l’intensificata presenza militare russa sia nel Baltico che nell’Artico: in quest’ultimo caso, per via delle allettanti presenze di petrolio e gas. Sullo sfondo, le ancora controverse questioni connesse all’annessione della Crimea ed ai dolorosi avvenimenti in Ucraina.
- In questo contesto si situa quindi la missione di pattugliamento aereo Baltic Air Policing tuttora in corso. I piloti al comando del Colonnello Bertoli sono pronti 24/7 a decollare in pochi minuti (dai 5 ai 7 dal momento dell’allarme), per identificare e verificare le intenzioni dell’aereo sconfinato nello spazio protetto dalle leggi internazionali. Sconfinamenti verificatisi anche nell’immediata vigilia di Pasqua ed in almeno altri 20 casi (solo da quando i piloti italiani sono arrivati in Lituania), tutti comunque brillantemente gestiti dalle forze della Baltic Air Policing.
A livello internazionale, la sensazione che si percepisce al momento è quella di un dialogo tra sordi, che ricorda le peggiori apprensioni degli anni di Guerra Fredda, con l’incombente possibilità di un incidente anche involontario dalle conseguenze nefaste.
Da Mosca il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov stigmatizza come un pericoloso errore a danno della stabilità europea l’indebita espansione della NATO ai confini della Russia. Di contro, la portavoce della l’Alleanza Nord Atlantica Oana Lungescu, replica che non c’è nessuna minaccia contro la Russia e che sempre più si continueranno a cercare relazioni costruttive con Mosca, coerentemente a quanto prescritto dal Diritto Internazionale.
E se il segretario generale della NATO Stoltenberg incita i Paesi europei a spendere di più nel settore Difesa, il Presidente della Commissione Difesa al Senato USA John McCain ammonisce che se non sarà rafforzata la presenza americana nelle missioni baltiche, l’impossibilità di opporre una realistica deterrenza all’espansione neo-imperialistica della Russia comporterà la fine della stessa ragion d’essere dell’Alleanza.
Come che sia, sappiamo tutti purtroppo che quando si comincia a parlare di posizionamento ed invio di truppe, le prospettive di guerra si fanno sempre meno fredde. E ancor più si arroventeranno se la saggezza non prevarrà su rigurgiti di strategie obsolete. Prima che comincino a riproiettarsi le scene peggiori di un bruttissimo film già visto e che dovrebbe restare all’indice. Dove è stato già messo dalla storia.