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La ricerca di un team di scienziati polacchi mostra che la prima mummia egiziana riconosciuta al mondo di una donna incinta si trova nel Museo Nazionale di Varsavia. Si è creduto a lungo che nascosto sotto i rotoli di bende fosse il sacerdote Hordehuti ma nuove analisi utilizzando un tomografo moderno hanno dato nuovi risultati. La scoperta è stata fatta nell’ambito del Warsaw Mummy Project. Un articolo sui risultati è appena apparso sul Journal of Archaeological Science. La dottoressa Marzena Ożarek-Szilke, l’antropologa ed l’archeologa della Facoltà di Archeologia dell’Università di Varsavia, che è una degli autori dell’articolo, ricorda in un’intervista a PAP che, poco prima che la stampa fosse pubblicata per la pubblicazione, insieme con il marito Stanisław, hanno notato un piccolo piede nel ventre della donna deceduta. Finalmente, dopo l’uso di vari filtri e scansioni e molte ore d’esperienza di Marcin Jaworski, esperto nel campo della visualizzazione ed allo stesso tempo archeologo, è stato possibile vedere con maggiore precisione l’intero feto. Si è scoperto che la donna era nella 26.-28. settimana di gravidanza. Ciò significa che questa mummia è l’unica finora riconosciuta al mondo con un feto nel grembo materno, sottolinea l’autore principale della pubblicazione, il dottor Wojciech Ejsmond dell’Istituto delle culture mediterranee ed orientali dell’Accademia polacca delle scienze. Ożarek-Szilke afferma che lasciare il feto nella pancia è un mistero e che i tessuti contengono tracce del sangue del defunto. Come parte della prossima fase pianificata del progetto, gli scienziati vogliono analizzare la sua composizione. Grazie a questo, potrebbe essere possibile scoprire la causa della morte di una donna incinta, in quanto alcune tossine indicative di malattie specifiche possono essere rilevate ancora oggi. La mummia arrivò in Polonia nel XIX secolo, probabilmente grazie a Stanisław Kostka Potocki, il ministro dell’istruzione, che sostenne attivamente la creazione della collezione di antichità presso l’emergente Università di Varsavia. Secondo il dottor Ejsmond, si è creduto a lungo che ci fosse una “mummia di donna” all’interno della bara. Questo è ciò che dicono i documenti del XIX secolo. Fu solo nel periodo tra le due guerre che furono letti i geroglifici sulla bara, che indicavano chiaramente il suo proprietario: il sacerdote Hordehuti. Si riteneva quindi che l’uomo stesse riposando all’interno. Solo nel corso di recenti studi è stato accertato che si tratta di una donna. Attualmente la mummia, appartenente all’Università di Varsavia, è depositata presso il Museo Nazionale di Varsavia dal 1917. Insieme al sarcofago è esposto nella Galleria permanente di Arte Antica di recente apertura.