Questo mese dedichiamo il nostro angolo linguistico ai modi di dire con la parola vita. Ho scelto solo alcune espressioni, di largo uso, dato il carattere divulgativo della rubrica, ma sono a disposizione per chiarimenti, approfondimenti e suggerimenti. Nei prossimi mesi illustrerò altri aspetti della lingua italiana (e non ci saranno solo espressioni idiomatiche!), perché ritengo che sia importante per i lettori stranieri di questa rubrica poter leggere qualcosa sulle evoluzioni e gli sviluppi dell’italiano per raggiungere una buona competenza lessicale.
Con modo di dire o, con una definizione più tecnica, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale che rimanda a un significato traslato o figurato.
Le espressioni idiomatiche hanno una propria autonomia lessicale e sintattica, data la loro stabilità di sequenza, e spesso è molto difficile riuscire a capire il significato (e quindi poi ad usarle correttamente) analizzandone le singole parti che le compongono.
La dolce vita, espressione resa famosa dall’omonimo film di Federico Fellini del 1960, sta ad indicare, soprattutto nell’immaginario collettivo degli stranieri, una vita spensierata, dedicata al piacere e al divertimento. Lo stesso film ha dato origine anche a un altro termine, il dolcevita (meno comunemente scritto dolce vita), il maglione, spesso aderente, a collo alto (con il collo alto ripiegato su se stesso). Il termine è usato anche in funzione appositiva, cioè maglione dolcevita. Nel film alcuni attori indossavano questo tipo di maglione e da qui si è diffuso l’uso del termine.
Fare la bella vita ha un significato simile a quello della dolce vita, perché significa darsi al divertimento, al “dolce far niente”, mentre una vita mondana è una vita elegante e frivola, scandita da feste e ricevimenti. Una vita di relazione è quella che si svolge in società, è quella dell’individuo, in quanto parte di una società o di una comunità.
Le espressioni con la parola vita, però, non hanno sempre una connotazione positiva: infatti fare la vita, espressione usata più frequentemente in passato, significa esercitare la prostituzione. Oggi, si userebbero probabilmente altre espressioni per esprimere il concetto, ma, fare la vita si trova nei romanzi del Novecento e si può ancora sentire, quando vogliamo usare un’espressione più delicata e meno esplicita. Abbiamo poi ragazza di vita, cioè la prostituta, e anche ragazzo di vita, di pasoliniana memoria, per indicare chi vive o proviene da un ambiente sociale degradato e violento.
Passare a miglior vita è un modo delicato, meno diretto, per indicare il morire. Lasciamo questo mondo di fatica, dolore e sofferenza per andare in un mondo migliore.
È una questione di vita o di morte, indica un problema di grande o vitale importanza, un fatto a cui attribuiamo un significato decisivo o a volte eccessivo.
L’espressione il costo della vita è una di quelle di facile comprensione, perché i termini che la compongono non assumono significati metaforici, e sta ad indicare le spese che sono necessarie al proprio mantenimento.
E, insomma, su con la vita! È un’esortazione a non scoraggiarsi, a non avvilirsi, perché, tutto sommato, la vita è bella. E concludo con buona vita, che ricordiamo da recenti canzoni di Ornella Vanoni, Eros Ramazzotti o Gigi D’Alessio, un’espressione di commiato che viene generalmente usata per augurare fortuna e felicità, ma che negli ultimi tempi ha assunto anche un significato più sarcastico e a volte è utilizzata per congedarsi definitivamente da qualcuno, quasi un sinonimo di addio!