Agata Budny-Ciszewska ha conseguito il dottorato in belle arti nella facoltà Media Art presso l’Accademia delle Belle Arti di Varsavia e la laurea magistrale in grafica presso l’Accademia Europea delle Belle Arti. L’artista si dedica alla grafica d’arte e alla pittura ed è la fondatrice della scuola e della galleria d’arte “Wytwornia” a Ostroleka. È anche membro dell’Associazione Internazionale di Grafici SMTG (Stowarzyszenie Międzynarodowe Triennale Grafiki) a Cracovia ed ha inoltre partecipato a numerose mostre personali e collettive in Belgio, Bulgaria, Spagna, Polonia, Gran Bretagna e Francia.
Come mai la decisione di spostarsi in Toscana?
Ci andavo spesso e me ne sono innamorata. Il profumo dei fiori, il sapore del Chianti, la musicalità della lingua, il suono delle campane della chiesa, il sole, le lucertole che attraversano la strada, le linee grafiche delle vigne, le signore anziane che sorseggiano il prosecco (e nonostante ciò l’età media sui necrologi è dagli 80 anni in sù), e persino i cimiteri che sembrano appartamenti, l’amore che gli italiani mostrano verso i figli, i mercati settimanali, il buongusto, l’uniforme alla moda dei carabinieri, la ceramica, i vicini, la parola “allora”… Potrei continuare all’infinito. La decisione di spostarmi in Toscana più a lungo è stata senz’altro spontanea. Siamo venuti a trovare degli amici in Toscana e ci siamo innamorati di un luogo speciale.
Di che posto si tratta?
È un piccolo villaggio, situato presso la cittadina toscana di Montespertoli. Viviamo qui con tutta la famiglia: il mio compagno, le mie due figlie e io, in una villa meravigliosa che ha più di cinquecento anni. Ci stiamo ambientando, la casa è piena di mobili e quadri antichi e forse anche di fantasmi? Il posto ci piace un sacco. La casa è molto spaziosa, abbiamo un giardino di rose bellissimo dove possiamo organizzare degli eventi di pittura en plein air. Visto che sono un’artista grafica sto preparando il mio studio grafico dove sarò in grado di applicare diverse tecniche tradizionali di stampa.
Che cosa avete lasciato in Polonia?
Io ho lasciato il mio lavoro e la mia galleria d’arte a Ostroleka. Attualmente se ne prende cura mia sorella, ovviamente in stretta collaborazione con me. Insieme teniamo vivo questo posto, tutt’ora espongo lì i miei quadri e le mie opere grafiche. Il mio compagno è americano, prima era preside in una scuola internazionale a Varsavia, ora dà ripetizioni di inglese online, per cui non ha importanza dove viviamo. Attualmente stiamo lavorando su un nostro progetto d’autore che abbiamo chiamato “Be more bored“.
Di che progetto si tratta?
Un laboratorio offline per ragazzini, adolescenti e adulti che si basa su arti visive, stesura di storie brevi e meditazione. Il presupposto del progetto “Be more bored“, ossia “Sii più annoiato“ è quella di stare a contatto con la natura e di focalizzarsi su essa, nonché di fare un passo indietro e riuscire a liberarsi dal telefono e da internet. In questo modo il nostro progetto ha lo scopo di aiutare i partecipanti a capire quanto perdiamo noi stessi nel mondo digitale.
Come è nata quest’idea?
L’ispirazione è sorta grazie alla lunga collaborazione didattica con i giovani, dopo anni di osservazioni e grazie all’esperienza. Il mio compagno, insegnante, ha notato che i ragazzi sono sempre più assenti, con i pensieri che volano via dalla classe, non sono in grado di concentrarsi, di conversare, né di raccontare storie. Io invece ho lavorato per un paio d’anni in Polonia come insegnante d’arte all’università, dove tenevo lezioni di grafica. Ho notato che i miei studenti non erano in grado nemmeno di fare uno schizzo semplice senza l‘uso di internet. Le persone senza internet nel telefono avevano dei grossi problemi. Per potenziare la loro creatività ho deciso di fargli depositare tutti i telefoni per la durata della lezione per invogliare i miei studenti a creare l‘arte in modo autonomo, anche se realizzano una idea semplice va benissimo l’importante è che sia creata autonomamente, senza l’influenza dei dispositivi. Da sempre sono affascinata dalla storia, mi piace riscoprire i misteri, ne ho parlato nella mia tesi di dottorato. Con il nostro progetto vogliamo far apprezzare ai nostri partecipanti che magari solo seguendo un sentiero rurale possono essere creativi, imbattendosi ad esempio, in una tra le vecchie cappelle ricoperte di bellissimi affreschi, mai restaurate, il che gli dà un aria di mistero, stimolando così l‘immaginazione, e allo stesso tempo la riflessione su che cosa effettivamente c’era lì.
A chi è indirizzato questo laboratorio?
Per ora l’offerta è indirizzata ai turisti che vengono in vacanza in Italia e hanno bisogno di impegnare in qualche attività i propri figli. Il laboratorio può essere tenuto in lingua inglese, polacca e italiana. In futuro pensiamo di aprire una vera e propria scuola con l’idea portante “dell’essere più annoiati“, ovvero di essere più concentrati e meno distratti dall‘eccesso degli stimoli che ci attaccano da tutte le parti. Mentre io mi occupo della preparazione del programma basato sulle arti visive, il mio compagno è focalizzato più sulle nozioni linguistiche e sulle questioni organizzative.
I vostri figli sono fan di tecnologie avanzate?
Ho notato che i coetanei di mia figlia, di undici anni, sono dipendenti dalla PlayStation e dai giochi sul telefono. Per loro le attività che io normalmente svolgevo alla loro età, come giocare a calcio in giardino sono completamente innaturali. L’idea di abitare in campagna è sorta proprio per questo. Abbiamo dei vicini meravigliosi che hanno figli della stessa età dei nostri. È stupendo vederli giocare a nascondino e correre insieme in cortile, piuttosto che vederli passare tutto il tempo davanti allo schermo del computer. La mia figlia di tre anni tutti i giorni impara nuove canzoni italiane in asilo, è una vera e propria rivalutazione dell’infanzia. Gli italiani sono estremamente sereni e sorridenti. Solo ascoltando la loro conversazione, anche per una persona che non parla italiano, è come ascoltare la musica. Il modo in cui parlano, la loro espressività, la gesticolazione, il fatto che parlino con una voce assai alta è per me un’enorme carica di energia. Ci sentiamo parte di questa comunità che ci ha accolto con la porta aperta e ci ha fatto essere parte, senza trattarci come estranei. Devo ammettere, che nel mio paese, tra i polacchi non mi sono mai sentita così a mio agio.
Vedo che avete veramente trovato il vostro posto nel mondo.
Senz’altro. In Toscana c’è il sole, il bel tempo, è un posto stupendo con dei paesaggi meravigliosi che ti stupiscono sempre di più. Giorno dopo giorno aprendo la stessa finestra si può vedere qualcosa di totalmente diverso, colori diversi, luce diversa, vista annebbiata. È il sogno di ogni artista! Il tutto crea un qualcosa di magico che da anni mi attirava. Anche se non è sempre facile, poiché l’Italia è una donna complicata, abbiamo deciso di conquistarla. E forse proprio quest’idea di conquistarla la rende così affascinante?
traduzione it: Natalia Kogut