Magda Stachula, la regina del domestic noir

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Nella vita privata moglie e madre di due figli, di professione scrittrice, autrice di sei thriller psicologici. Magda Stachula ha sempre voluto scrivere, ma è stato solo durante la maternità che è tornata al suo vecchio sogno e in poco tempo ha ottenuto un grande successo. Nel 2019 Giunti Editore ha pubblicato una traduzione italiana del suo primo libro, e sono previste altre traduzioni.

L’ispirazione per il romanzo d’esordio, “La donna perfetta” (casa editrice Znak, 2016), è stata l’osservare la vita a Praga attraverso una telecamera, posta su uno speciale tram Mazací tramvaj. Il libro presto è diventato un bestseller ed è stato definito noir domestico polacco. Quali sono caratteristiche di questo genere?

Domestic noir è una corrente che appartiene al romanzo criminale, o meglio al thriller, che non ha ancora una traduzione in polacco. Domestic ovvero associato alla casa, noir in quanto inquietante, buio. Queste due parole riflettono bene sia l’ambientazione del romanzo che l’atmosfera oscura prevalente. Romanzi di questo genere letterario sono vicini ai thriller psicologici, perché descrivono ossessioni e relazioni tossiche. L’azione si svolge di solito in un ambiente famigliare, dove succedono gli atti di violenza. Ciò che spaventa di più nei libri del genere è il fatto che il male accade dove dovremmo essere al sicuro, ovvero a casa.

Dove nasce il tuo fascino per le telecamere di sorveglianza?

Ho lavorato per un’azienda che importava le telecamere di sorveglianza per la città. Ne sapevo molto e da lì è nata una specie di fascinazione. Ho cominciato a osservare la vita in diverse parti del mondo attraverso le telecamere. Ho guardato il tempo, come si veste la gente e cosa succede nelle varie città. Una volta ho iniziato ad osservare la vita a Praga e lì ho trovato qualcosa di straordinario, perché la telecamera non era statica, come in altri luoghi, ma si muoveva montata su un tram che oliava i binari. Non è un tram con cui si può viaggare, ma grazie alla telecamera puoi vedere dal vivo cosa sta succedendo in tutta la città. Ho pensato che questo potrebbe essere un bel tema per un thriller e ho iniziato a scrivere. Ero molto determinata, scrivevo 7-8 ore al giorno, non sapendo se qualcuno avrebbe voluto leggere il mio romanzo. Mi sono dovuta organizzare perfettamente perché ho due figli. Il figlio maggiore all’epoca frequentava l’asilo e il più piccolo rimaneva con mia madre. Io invece mi chiudevo per scrivere nell’appartamento di mia madre, che chiamavo ”il mio ufficio”. Ho finito in tre mesi!

E poi tante persone hanno voluto leggere il romanzo…

Prendendo spunto dal mio manuale preferito ”Come scrivere un libro: Memorie di mestiere” di Stephen King, ho aspettato un mese prima di mandare il manoscritto alle case editrici. Poi l’ho riletto, ho fatte minime modifiche e l’ho inviato agli editori. Non potevo crederci quando il giorno dopo è arrivata una risposta positiva. È stato un segno meraviglioso, perché di solito ci vogliono diversi mesi per una risposta. Dopo 6 settimane ho firmato il contratto e ho avuto l’impressione che si stesse avverando un sogno della mia vita. Sono stata molto fortunata perché anche gli editori hanno voluto un rapido processo di pubblicazione. Era il momento in cui il mondo era dominato dai thriller psicologici nella tendenza domestic noir tipo ”La ragazza scomparsa” o ”La ragazza del treno”, e il mio romanzo era il primo di questo genere in polacco, quindi anche questa coincidenza ha aiutato al mio esordio. Il romanzo ”La donna perfetta” è stato pubblicato 9 mesi dopo che l’idea è nata nella mia testa. E poi tutto è successo a razzo: uscita del libro, campagna pubblicitaria, le recensioni positive della critica e un posto nella lista dei bestseller di Empik.

Dal 2016 ha pubblicato ben sei libri! Come fa a sfornarli così velocemente?

Ho deciso che voglio pubblicare un libro all’anno per i miei lettori e cerco di mantenere la parola. Quando ”La donna perfetta” è rimasta chiusa nel cassetto per un mese, per non stressarmi, ho iniziato a scrivere un altro libro. Quando ho ricevuto una risposta positiva a proposito del primo romanzo, avevo già gran parte di quello successivo, che è stato poi pubblicato con il titolo ”Trzecia” (casa editrice Znak, 2017). Ho sempre voluto scrivere, già da bambina scrivevo i primi racconti che chiudevo nel cassetto. Quindi possiamo dire che avevo leggerezza della parola e inoltre leggevo molto che sicuramente poi mi ha facilitato a scrivere il primo romanzo. L’unico problema era l’organizzazione. Ho dovuto trovare un giusto equilibrio tra la vita professionale e quella privata. Non volevo scrivere sacrificando la vita familiare. I bambini crescono così in fretta, non volevo e non voglio perdere nulla del loro sviluppo, perciò ho pensato che un libro all’anno fosse un piano realizzabile. Verso il mio mestiere ho un atteggiamento molto professionale e ambizioso, lo tratto come un lavoro vero e proprio e ho un sacco di storie nella mia testa. Inoltre mi piace molto il processo di creazione, quindi credo che sia un altro motivo per cui i miei romanzi escono abbastanza regolarmente.

Le sue storie nascono come frutto dell’immaginazione o le consulta con gli esperti?

Tutte le storie nascono nella mia testa. L’ispirazione per ”La donna perfetta” era il tram di Praga. Prima di iniziare il secondo romanzo, ho iniziato a chiedermi cosa sarebbe successo se ad una psicoterapeuta arrivasse una donna che le assomiglia ma ha 15 anni in più. Il rapporto tra una psicoterapeuta e il paziente è particolare, alcune domande non si possono fare, ero quindi curiosa su che cosa potrebbe nascere nella mente della persona che conduce una terapia e ho iniziato a tracciare la trama attorno a questa domanda. La prima scena del terzo romanzo l’ho sognata. Appena sveglia ho buttato giù gli appunti perché sapevo che poi sarebbero diventati l’inizio di “W pułapce” (casa editrice Znak, 2018). Durante la scrittura faccio anche ricerche approfondite, ma la tappa più importante è andare nella città in cui si svolge l’azione. Molto spesso è la mia città natale, Cracovia, ma hos critto anche su Praga, Berlino, Porto e Copenaghen. Visito ogni città per carpire la sua atmosfera e immaginare meglio dove dovrebbero muoversi i miei protagonisti.

Forse il successo dei libri è legato anche al fatto che le protagoniste sono donne con cui si identificano le sue lettrici?

La stragrande maggioranza dei miei lettori sono donne, ma scelgo le donne come mie eroine perché è più facile per me immedesimarmi con la protagonista. So come sono le donne, cosa pensano, cosa vogliono e cosa temono. Credo che le donne siano psicologicamente più complesse, fanno più conversazioni con se stesse, hanno più dilemmi e visioni, ed è estremamente interessante per l’autore entrare in questo tipo di personalità. Nel maggio 2021 è stato pubblicato il mio ultimo thriller „Odnaleziona” (Edipresse Books, 2021), che è una continuazione delle avventure di Lena di „Oszukana” (Edipresse Books, 2019), il personaggio principale è una giovane ragazza che fugge dal suo passato a Copenaghen. In questa storia ho accennato, tra gli altri, il problema del traffico di esseri umani e dopo l’uscita di „Oszukana” ho ricevuto molte e-mail da lettori che hanno scritto di aver acquistato questo libro come avvertimento per le loro figlie o nipoti, quindi sì, i miei libri parlano di donne e sono scritti principalmente per le donne, anche se ho anche fedeli lettori tra gli uomini.

In Italia è uscita la traduzione de “La donna perfetta”, ci sono in programma traduzioni in altre lingue?

La prima traduzione era in ceco a causa del tram che è molto famoso a Praga, quindi anche tutta la promozione è stata costruita attorno al tram ed il titolo è stato cambiato in „Mazací tramvaj”. Poi c’è stata la traduzione in italiano fatta da perfettamente da Marcin Wyrembelski. Ora è in preparazione una traduzione in ucraino e sono in corso colloqui abbastanza avanzati con la Romania. Per ora è stato tradotto solo il mio primo romanzo, ma sono già in corso gli accordi per pubblicare il sequel, “Strach, który powraca” (Znak, 2020).

Come è stato accolto il tuo libro in Italia?

Molto bene. Ho notato una grande risposta da parte dei lettori sui social. L’editore italiano ha costruito molto bene la promozione. Marcin mi ha mandato le foto di Bologna e di Firenze, dove si può vedere il romanzo esposto in vetrina delle librerie. Anch’io, prima della pandemia, sono stata a Torino, sono entrata in una piccola libreria dell’aeroporto e ho visto il mio titolo in prima fila. È bello vedere il frutto del proprio lavoro apprezzato in questa maniera.

C’è una città italiana che potrebbe diventare in futuro un’ambientazione per un tuo romanzo?

Amo l’Italia in modo incondizionato. Mi piacciono molto Bologna, Firenze e Milano. Mi piace anche Torino che è completamente diversa dal resto delle città italiane. Mi piace molto l’atmosfera e l’approccio alla vita. Ho studiato francese a scuola e Parigi è sempre stata il mio sogno, ma quando finalmente ci sono andata mi ha un po’ deluso. Verso l’Italia non avevo particolari aspettative e forse per questo quando sono arrivata a Roma mi sono innamorata a prima vista, quindi è possibile che ambienterò uno dei miei prossimi thriller proprio lì.

foto: Maja Kupidura