Nel corso della storia lo złoty polacco è scomparso e riapparso diverse volte, un po’ come il paese di cui è moneta. Sia il suo valore sia il suo aspetto sono cambiati nel tempo. I ritratti di grandi polacchi e sovrani sono stati stampati sulle banconote soltanto a partire dal secolo scorso. La prospettiva, al momento teorica ma più volte considerata, di un futuro ingresso della Polonia nell’eurozona provoca apprensione anche ai polacchi più europeisti. Lo złoty infatti è un pezzo di storia del paese, una moneta alla quale molti si riferiscono colloquialmente chiamandola złotówka (che si applica anche alla moneta da uno złoty).
In origine esistevano denarii d’argento (X sec.) e il grosz, equivalente a 16 denarii. Una moneta d’oro e rame nota come złoty czerwony (złoty rosso) aveva invece il valore di 32 grosz e talvolta prendeva anche il nome di ducato o fiorino. Intorno al 1480 la moneta principale divenne il grosz d’argento e 1 złoty venne a valere 30 grosz. Nel corso del XVI secolo fece la sua comparsa il talar, una grossa moneta d’argento che valeva quanto un ducato d’oro.
Durante il regno di Giovanni II Casimiro, la zecca reale fu amministrata da Andrzej Tymf, e la moneta che vi veniva coniata, che conteneva 3,36 grammi d’argento, prese proprio il nome di tymf o tynf (una battuta di moda all’epoca diceva che uno scherzo ben fatto valeva un tynf). Le spartizioni avvenute a fine Settecento, che fecero sparire la Confederazione polacco-lituana dalle cartine politiche del continente europeo, determinarono anche la scomparsa di una moneta nazionale. Gli occupanti russi, prussiani e austriaci imposero infatti le loro monete. E’ anche vero però che la prima banconota in cui apparve l’iscrizione złoty polacco risale al periodo dell’insurrezione di Kościuszko.
Dopo che la Polonia ebbe riacquistato l’indipendenza nel 1918, la moneta nazionale venne ripristinata, sebbene il marco restasse in circolazione ancora per alcuni anni. Durante l’occupazione nazista le banconote da 1 złoty erano la divisa principale del Governatorato Generale, chiamate comunemente młynarki, da Feliks Młynarski, a capo della banca centrale. Lo złoty è rimasto in vigore anche dopo la liberazione. Nei primi anni Cinquanta il governo lo deprezzò, causando una perdita di valore dei risparmi dei polacchi. A fine anni Settanta la banconota con il valore nominale più alto divenne quella da 2.000 złoty, ma nel decennio successivo ne apparvero da 5.000, 10.000 e persino 100.000. La guerra contro l’inflazione fu una delle priorità del governo Balcerowicz. Le iniziative di politica economica volute dai pubblici poteri e lo sviluppo dell’economia hanno portato negli ultimi trent’anni lo złoty a tornare una moneta abbastanza stabile.