M.B. Morgan è un’autrice polacca che vive in una piccola città vicino a Cracovia. Per formazione: politologa, giornalista, sommelier. Per passione: scrittrice di romanzi, blogger, traduttrice e viaggiatrice. Ha lavorato nel settore finanziario per diversi anni, ma ora ha deciso di concentrarsi sulle sue passioni, realizzandosi, tra l’altro, come scrittrice. Durante i suoi viaggi, ritorna spesso in Italia, paese in cui ha trascorso oltre due anni della sua vita, assorbendo con tutti i sensi la cultura locale della “dolce vita”. Una cultura che rimane invariabilmente una delle sue più importanti ispirazioni per la scrittura.
L’anno scorso hai esordito con il romanzo “Celebrità”.
Si. Dico spesso che “Celebrità” è, in un certo senso, il “figlio della pandemia”. Poco prima che scoppiasse, ero abbastanza impegnata con diverse collaborazioni legate alla professione di sommelier. Stavo anche pensando di avviare un’attività, di organizzare dei viaggi enogastronomici in Toscana e Piemonte. Sfortunatamente, la situazione che abbiamo dovuto affrontare tutti quanti ha messo in discussione i miei piani abbastanza rapidamente. Da questa frustrazione assieme alla nostalgia per l’Italia e per lo stile di vita italiano, è nato “Celebrità”, un romanzo leggero e piacevole con un forte accenno al viaggio, alla cucina e al vino, le cose che amo di più. A quel tempo, non pensavo affatto che sarebbe stato possibile pubblicare questo
libro, e se qualcuno mi avesse detto che un anno dopo avrei atteso altre tre anteprime, mi sarei messa a ridere.
Come mai questo interesse per l’Italia?
Sono stata in Italia per la prima volta nel 2009. Era il penultimo anno dei miei studi e mi sono innamorata subito di tutto ciò che intendiamo con l’espressione “italianità”. Tornata in Polonia, ho iniziato subito ad imparare la lingua, ascoltavo la radio italiana
senza sosta, e ogni volta che avevo tempo e soldi li spendevo subito per viaggi anche brevi in Italia. Tuttavia, questo non mi bastava, così finalmente nel 2011 ho deciso di andare in Italia per un periodo più lungo. Ho lavorato come ragazza alla pari per il primo anno, vivendo con una stupenda famiglia italiana nella pittoresca Genova. Sono stata molto fortunata perché non solo ho incontrato delle persone meravigliose, ma anche perché il loro appartamento si trovava proprio sulla spiaggia di Boccadasse. Inutile dire che una camera con vista sul mare era il mio sogno diventato realtà.
Cosa ti ha affascinato di più del Bel Paese?
Le persone. Il loro atteggiamento verso la vita, la loro sincerità e la loro capacità di godere delle piccole cose. In Italia ho imparato l’importanza della nostra vita quotidiana, non solo il conto alla rovescia per il fi ne settimana o le vacanze. Gli italiani, come nessun altro, riescono a deliziarsi di un tramonto apparentemente ordinario o di un bicchiere di vino bevuto in compagnia di amici. Ed è proprio questa atmosfera che volevo catturare in “Celebrità”.
Quindi è da qui che il vino entra nella tua vita? La professione di sommelier non è molto popolare in Polonia?
Purtroppo no, ma anche questo sta cambiando di anno in anno. Il vino è entrato nella mia vita in modo del tutto naturale. Il mio compagno di allora era piemontese, e lì il vino è, più o meno, affare di tutti. In breve tempo sono riuscita a stabilire contatti con aziende vinicole interessate a un “supporto” in termini di marketing e di aiuto per entrare nel mercato polacco. È stato da loro che ho imparato le basi della produzione, della degustazione, dopodiché il vino è diventato una mia passione. Dopo essere tornata in Polonia, ho iniziato a frequentare i corsi per sommelier, raggiungendo il livello WSET3. Ho anche avviato un blog e ho iniziato a scrivere i racconti dei miei viaggi enologici.
Il tuo secondo libro non è così idilliaco e facile da leggere come “Celebrità”, perché?
Sì, è vero. “Insegnami ad amare” è anche una storia d’amore, ma un po’ “più profonda”, che fa riflettere. In esso ho mostrato un volto completamente diverso dell’Italia, che potrebbe sorprendere chi conosce questo Paese solo superficialmente. Dopotutto, le cose non sono sempre serene in Italia, e come persona che ha lavorato lì per un po’ con l’etichetta di straniera e che si è anche circondata in gran parte di altri immigrati, penso di poter dire qualcosa al riguardo. Naturalmente, non voglio etichettare nessuno. Gli italiani sono persone meravigliose, ma, come in ogni paese, si possono trovare anche persone un po’ meno “simpatiche”, come il padre della mia protagonista. In ogni caso, l’Italia mi è servita più che altro come sfondo, per mostrare come il razzismo, ad esempio, sia ancora un grosso problema al giorno d’oggi.
L’accostamento tra una celebrità compiacente e un immigrato che ha attraversato un vero e proprio inferno per raggiungere l’Italia è stato piuttosto audace.
Fin dall’inizio ho pensato di basare questa storia sui contrasti, che sono numerosi. Naturalmente ero preoccupata del fatto che affrontare temi difficili come il razzismo o l’emigrazione clandestina in un libro che è, per così dire, una storia d’amore potesse non essere ben accolto, ma guardando le recensioni posso dire a cuor sereno che è stata una buona decisione. Soprattutto ora che questi temi sono così attuali anche nel nostro Paese.
L’azione del prossimo romanzo sarà ambientata in Italia?
Nel terzo libro ho “tradito” per un attimo l’Italia a favore della Grecia, ma posso già annunciare che la prossima uscita porterà i miei lettori ancora una volta nella penisola appenninica. E questa volta sarà finalmente la mia amatissima Liguria. Non vedo l’ora!