Dal 2 ottobre dalla penna di Andrew Borowiec arriva in libreria ‘Il ragazzo di Varsavia, la vera storia del bambino soldato’ (Newton Compton Editori, pp. 376, euro 9,90). Non aveva nemmeno sedici anni, Andrew Borowiec, quando nel 1944 prese parte alla rivolta di Varsavia, la più grande ribellione organizzata di fronte all’insensata violenza nazista. I combattimenti proseguirono senza tregua per due mesi, in una carneficina che perfino Heinrich Himmler definì “la peggior guerriglia di strada dalla battaglia di Stalingrado”. Questo libro raccoglie l’eccezionale testimonianza del più giovane sopravvissuto a quel massacro, un vero bambino-soldato che ha dovuto mettere nero su bianco l’orrore cui i suoi giovani occhi avevano assistito, al punto di trascrivere subito le sue impressioni già nel campo di prigionia dove venne rinchiuso alla fine della Rivolta. Un resoconto così urgente e necessario che Borowiec ha sentito il bisogno di nascondere al mondo e custodire al sicuro per tutti questi anni. Borowiec è nato a Lodz (Polonia) nel 1928, a quindici anni entrò nella Resistenza polacca, dov’era conosciuto con il nome di battaglia ”Zych”, partecipando attivamente alla famosa Rivolta di Varsavia. Catturato dai nazisti, è stato internato in un campo di prigionia con il numero 47489. Dopo la guerra si è laureato in giornalismo alla Columbia University e ha lavorato per diverse testate. Autore di sei libri, attualmente vive a Cipro con sua moglie Juliet.