Un piccolo meraviglioso lembo di terra di 20 km quadrati, posto nel cuore del Mar Mediterraneo a 113 dal continente africano e a 127 km dalla Sicilia, è oggi improvvisamente e involontariamente sotto le luci della ribalta mondiale. Lampedusa è una splendida isola del gruppo delle Pelagie, ed è il territorio e il centro abitato più meridionale d’Italia, situato alla latitudine di 35°30′ N, più a sud di Tunisi e Algeri. Un’isola nei secoli attraversata dalle culture che hanno dominato quest’area d’Europa: Fenici, Greci, Romani, Arabi fino a quando nel 1630 Giulio Tomasi Principe di Lampedusa e Linosa, avo dell’autore de “Il Gattopardo”, fu insignito dal re di Spagna di questo titolo nobiliare. Su questa terra sbarcarono anche francesi e maltesi, mentre inglesi e russi provarono a comprarla. Alla fine l’isola nel 1860 divenne italiana rimanendo fino a qualche anno orsono un luogo sostanzialmente remoto, un paradiso naturalistico dimenticato nel mezzo del Mediterraneo, abitato da orgogliosi e capaci pescatori come quel “Braccio di ferro” di capitan Filippo che mi ha portato di notte a pesca di tonni e squali litigando con i colleghi di Mazara del Vallo che avevano invaso senza diritto le acque lampedusane.
Scarsamente abitata e non facilmente accessibile Lampedusa fino ad oggi non ha subito particolari speculazioni edilizie, né eccessivi sfruttamenti turistici, mantenendo il suo caratteristico ambiente arido e selvaggio con spiagge da sogno e remote calette e grotte ricche di una meravigliosa fauna marina, bagnata da un mare che non ha nulla da invidiare ai Caraibi tanto che ancor oggi, anche se con frequenza calante, Lampedusa è uno dei pochi luoghi del Mediterraneo dove le tartarughe marine Caretta Caretta depositano le uova.
Sì è vero il mio giudizio è di parte, la recente vacanza con Matilde mi ha fatto letteralmente innamorare di questo luogo, del colore turchese dell’acqua, delle atmosfere mediterranee e africane, di cene a base di pesce pescato qualche ora prima e di verdure e frutta dell’isola, di questa gente orgogliosa e gentile e del piccolo ma amorevole ospedale delle tartarughe.
È così cercando un parere più imparziale sulle bellezze dell’isola proviamo a fare una ricerca su internet. Alla domanda “quale sia la spiaggia più bella al mondo” ecco che esce “la spiaggia dei conigli”, situata nel lato sud di Lampedusa, che quest’anno ha ricevuto il “Travellers’ Choice Beaches Award”, premio indetto da Trip Advisor.
Ma è proprio qui, davanti alla spiaggia più bella del mondo, che lo scorso ottobre hanno perso la vita oltre 360 migranti. I disperati che in quest’area del Mediterraneo partono alla volta dell’Italia e dell’Europa sognando una vita migliore sono migliaia l’anno e per molti la porta d’entrata nell’Unione Europea è proprio Lampedusa. Questo fazzoletto di terra rimasto dimenticato per secoli diventa improvvisamente una frontiera tra due mondi. Chi sfrutta la disperazione e il sogno di una vita migliore di tanta gente del Nord Africa porta (a caro prezzo, su imbarcazioni inadatte e al di fuori delle più basilari norme di sicurezza, d’igiene e di civiltà) i migranti fino ad un passo dalle coste italiane, soprattutto quelle di Lampedusa, dove questi novelli sciagurati pirati abbandonano i migranti in balia del mare.
Al largo della spiaggia dei conigli, ad una profondità di 15 metri è fissata una statua della Madonna con Bambino, fatta costruire come ex voto dal fotografo subacqueo Roberto Merlo che in quelle acque rischiò di morire. Una statua che prima d’essere posta sui fondali di Lampedusa fu benedetta da Papa Wojtyla. Una statua che sembra oggi dover vegliare più sugli sfortunati migranti che su coraggiosi subacquei e pescatori.
Le vicende dei migranti hanno spinto Papa Francesco ad una visita a Lampedusa lo scorso luglio mentre dopo i recenti drammi pare che finalmente anche l’Europa si sia accorta che la sua frontiera meridionale passa anche, e soprattutto, per Lampedusa.
Sotto questa prospettiva ecco che anche chi dal centro d’Europa, magari proprio dalla Polonia, guarda a Lampedusa non può più limitarsi a percepirla come un luogo remoto sparso da qualche parte in mezzo al Mediterraneo. Nella nuova Europa che stiamo costruendo Lampedusa è il simbolo del nostro confine meridionale verso cui bisogna prestare la massima attenzione perché è la frontiera tra Europa e Africa, ma anche tra cultura occidentale e araba e l’incapacità di relazionarsi è il simbolo del ritardo delle nostre istituzioni europee e non tanto e non solo di quelle italiane.
Ma basta con la politica perché Lampedusa merita d’essere presentata ai lettori, soprattutto polacchi, per le sue fantastiche bellezze!
Un’isola arida e selvaggia, che appartiene geologicamente all’Africa, che si differenzia per una costa sud bassa e frastagliata con diverse piccole spiagge con sabbia bianca e finissima. E fare il bagno lì dà la sensazione d’essere ai Caraibi per la nitidezza con cui si vedono pesci e fondali, un vero paradiso per chi fa snorkeling e immersioni. In quest’area tra le varie baiette spicca oltre alla spiaggia dei conigli, dove passò gli ultimi giorni il celebre cantante Modugno, la magnifica Cala Pulcino. La costa nord è invece alta con rocce a picco sul mare che creano paesaggi incredibili che mi hanno ricordato la costa peruviana che si affaccia sull’Oceano.
L’isola seppur piccola è piena di luoghi interessanti, basta aver voglia di scoprirli in motorino da terra e noleggiando un’imbarcazione per navigarci intorno.
Un luogo memorabile e diverso che consiglio a chi cerca mete inusuali, le uniche che poi in fondo meritano d’essere ricordate.