Il vento del cambiamento ha appena cessato di soffiare sulla Polonia. Il 1989, l’anno magico, è trascorso portandosi via il vecchio regime con il suo partito unico e i piani quinquennali. S’è portato via pure l’euforia, lasciando un grande vuoto dentro il quale le speranze sembrano allungarsi senza più limiti. Tomasz Wasilewski, regista polacco di 35 anni, riporta l’orologio indietro di 25 anni e fissa la cinepresa nella Polonia post comunista del 1990, su quattro donne di provincia affamate di un futuro allo stesso tempo agognato e incerto. “United States of Love”, film in concorso alla Berlinale, non è la storia dei grandi eventi della transizione polacca: la rinascita dei partiti, le riforme economiche,le privatizzazioni, l’esplosione urbanistica.
Varsavia è lontana e il vento del cambiamento soffia nella vita di quattro donne, rinchiuse negli appartamenti tutti uguali dei casermoni real-socialisti ma decise ad assecondare le trasformazioni esterne passando da quelle private: nuovi tempi,nuovi sogni.
(Fonte: ANSA)