Lamborghini Diablo 6.0 arrivata in ritardo per Diabolik

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Non auguro a nessuno la sensazione che sto provando io in questo momento. Succede a chi aspetta troppo tempo per realizzare un’idea, nel mio caso l’idea per il testo che segue. È nata alcuni anni fa con l’acquisto del modellino Lamborghini Diablo. Quella mia è stata un’associazione immediata [qui mi devo scusare con Tomasz Skocki per essere entrato nelle sue competenze di esperto di fumetti] è, dopo tutto, l’auto perfetta per un criminale così straordinario come Diabolik. Dopo aver visto la versione cinematografi ca di quel fumetto del 1968, ”Danger: Diabolik”, diretta da Mario Bava, ho riflettuto a lungo su chi dovesse interpretare il ruolo del protagonista in un possibile remake [prima John Phillip Law], e quale attrice potesse eguagliare la fenomenale Marisa Mell nel ruolo di Eva Kant. Queste considerazioni erano originariamente destinate a concludere il nostro incontro qui, ma di punto in bianco avevo appreso che a dicembre 2021 è uscita una nuova produzione di ”Diabolik” con Luca Marinelli e la ”Miss Italia 2008”, Miriam Leone. Non ci resta che andare al cinema e scoprire con quanta precisione e adeguatezza i registi Manetti Bros. hanno scelto gli attori come protagonisti. [Tra l’altro, Diablo ha interpretato un piccolo ruolo in un fi lm sull’agente 007, ”Die another day”.]

Il personaggio di Diabolik non è molto conosciuto in Polonia. Fu creato da Angela e Luciana Giussani, due donne che anticiparono i tempi: negli anni Cinquanta, quando una donna al volante per le strade di Milano era una rarità e suscitava scalpore, Angela aveva già le qualifiche di una pilota di aviazione! Le sorelle dedicarono gran parte della loro vita lavorativa dirigendo la casa editrice Astorina che pubblicava le storie su Diabolik. Quanta ispirazione per le autrici sia stato il “Fantomas” francese* [in stampa dal 1911] è difficile da dire, perché entrambi i personaggi sono ladri geniali che usano dei gadget sofi sticati; sono anche beh, bisogna ammetterlo, assassini spietati. Diabolik non ha mai usato un’arma da fuoco, era capace però di abbattere o di sopraffare la sua vittima con un trucco o con un colpo proveniente direttamente dall’Estremo Oriente; non disdegnava lame e tutti i tipi di veleni e prodotti chimici. Dopo ogni azione si nascondeva in una delle tante residenze camuffate, sparse per tutto il mondo.

Il primo fumetto con testo di Angela e disegni di Angelo Zarcone, ”Il Re del Terrore”, fu messo in vendita nel novembre 1962 e costava 150 lire [oggi una copia ben conservata del fumetto costa fi no a 8.000 euro]. Pochi mesi dopo uscì un altro numero interamente creato e pubblicato dalle due donne. In questo contesto sorprende che abbiano scelto l’auto, che d’ora in poi sarà indissolubilmente legata al nostro eroe, ovvero la più bella coupé inglese: la Jaguar E-Type, di cui lo stesso Enzo Ferrari avrebbe detto: ”Questa è la più bella macchina che sia mai stata creata”. Ammettete che è diffi cile trovare una raccomandazione migliore. Tuttavia, se la Lamborghini Diablo, la quale deve il suo nome al toro (ovviamente), che l’11 luglio 1869 a Madrid, grazie alla sua aggressività e coraggio, fece il mitico combattimento con il torero El Chicorro, fosse stata creata 30 anni prima, penso che sarebbe diventata uno strumento ideale nelle mani di Diabolik.

Tuttavia, il progetto P132, come veniva chiamato il successore del vecchio modello Countach, iniziò a germogliare solo alla fine del 1984 ed era un’idea di Patrick Mimran, il quale finanziava l’azienda dal 1980. Il nuovo proprietario, dopo i duri anni ’70 per le super macchine, modernizzò lo stabilimento di Sant’Agata affidando la sua gestione a Emile Navaro. La qualità delle auto migliorò notevolmente e si trovarono i fondi per l’introduzione di un nuovo modello Jalpa 350 (sebbene fosse piuttosto un’altra versione di Urraco). Il compito principale della P132 era quello di raggiungere il ”200 Mph Club”, ovvero trovarsi tra le vetture che superano i 315 km/h [200 miglia all’ora].

Sandro Munari sulla pista di Nardò, con quella vettura leggermente truccata, correva a 340 km/h, quindi la P132 ha soddisfatto le aspettative dei suoi costruttori. Prima che questo succedesse i lavori durarono oltre 5 anni e consumarono ben 6 miliardi di lire, andando purtroppo ben oltre le capacità di Mimran, che decise alla fi ne di vendere la Nuova Automobili Ferruccio Lamborghini SpA alla Chrysler, nel 1987. Gli americani, con Tom Gale della Chrysler Styling Center a capo, decisero di “civilizzare” e ammorbidire la versione originale della carrozzeria, disegnata da M. Gandini, che fu alla fi ne accolta dallo stilista italiano.

Con spese così enormi, sorprende che la nuova vettura presentata nel 1990 a Montecarlo abbia ricevuto il motore Countach, praticamente invariato. Non era solo un V12, ma uno dei migliori progetti che Giotto Bizzarrini avesse mai creato, fatto che il marketing dell’azienda sottolineava discretamente apponendo una fi la di numeri sul coperchio del motore che indicava l’ordine di accensione di tutti i 12 cilindri.

Per i 10 anni di produzione, la Diablo è stata modernizzata, sono apparse le sue versioni successive, inclusa una VTR [3 esemplari] davvero unica, che costituiva “un’incollatura” costruita delle parti staccate, con le quali, tra l’altro, si faceva l’assemblaggio di tutte le versioni precedenti. Nel 1993 il modello VT fu dotato di trazione 4×4, che ne fece una delle prime supercar a utilizzare tale soluzione: la prima fu la Porsche 959 del 1986 e la Bugatti EB110 [cfr. Gazzetta Italia n. 74]. Sebbene J. Clarkson abbia commentato, nel suo stile tipico, che ”Diablo ha l’accelerazione fi no a cento… una volta sola”, l’auto ha trovato molti acquirenti volenterosi.

Si è scoperto rapidamente che la Chrysler non capiva il concetto dell’esistenza di questo produttore italiano, a loro avviso, troppo esotico. Nel 1998 Lamborghini passa nelle mani dell’Audi, che pensa subito al successore della Diablo, ma fi no al 2001 le versioni di Diablo ’99, GT, GTR e Diablo 6.0 vengono aggiornate da Luc Donckerwolke. 800 esemplari in totale, compreso “l’unicorno”, Diablo Classico Italia, realizzato in collaborazione con 23 aziende italiane. Le versioni dell’era Audi erano tecnicamente più avanzate delle precedenti, avevano l’ABS, con una nuova  elettronica, il sistema di gestione del motore e la carrozzeria in fibra di carbonio. Tuttavia, l’inevitabile fine della produzione della Diablo spinse il costruttore a cercare risparmi: ad esempio le luci anteriori dopo il face lifting provenivano dalla Nissan 300ZX (Z32). Ciò contrasta fortemente con la prima produzione di questo modello, quando venivano offerti optional come: spoiler posteriore [$ 4500], un set di valigie [$ 2600] o un orologio della rinomata azienda svizzera Breguet [$ 10.500], che è stato scelto da circa 50 clienti.

Negli ultimi 20 anni, il mondo è cambiato incredibilmente, e un gran numero di aziende italiane, nonostante la loro reputazione, prestigio e livello di riconoscimento, sono ora di proprietà di investitori stranieri. Dispiace davvero vedere come il Paese della creatività, pieno di idee innovative e originali, leader nel design e nella moda, famoso per la sua cucina e i suoi prodotti, abbia permesso che l’elenco di tutte quelle aziende multinazionali diventasse così lungo. Faccio solo alcuni esempi: Pirelli [Cina], Magneti Marelli [Giappone], Pininfarina [India], Barilla [USA], Baci Perugina e San Pellegrino [Svizzera], Algida [Paesi Bassi], Parmalat [Francia]. Anche le icone della moda sono sparse per tutto il mondo: Bulgari, Fendi, Gucci sono tutti di proprietà francese, Lumberjack [Turchia] e La Perla, come Ducati, è controllata dai tedeschi. A seguire: Indesit [USA] e anche ENEL [49% Russia] e Telecom Italia [USA]. Spero solo che tutti questi investitori non dimentichino cosa significa ”Made in Italy”, come non lo ha dimenticato il Gruppo Volkswagen [Audi], creando le condizioni per uno sviluppo di Lamborghini che gli italiani di Sant’Agata Bolognese non avevano mai avuto prima.

Gli appassionati di fumetti e di automobili possono scegliere tra diversi titoli, come ”Grand Prix”, ”The Art of War: Five Years in Formula One” o ”Hot Rods and Racing Cars”, ma imperdibile è la serie francese ”Michel Vaillant”, dove dal 1959 sulle pagine di 80 fumetti possiamo seguire le avventure del pilota da corsa, il protagonista M. Vaillant. Se cercate un po’ più da vicino, rimarrete sorpresi di quanto sia tangibile l’influenza che abbia avuto questo personaggio sul ”Mondo delle quattro ruote”.

Il modello è realizzato con precisione tedesca da AUTOart, in un colore sgargiante, tipico della Lamborghini e, soprattutto, si dice che le auto gialle siano… le più veloci!

* Fantomas guidava l’ancora deliziosa Citroen DS. Se la mia collezione non fosse limitata soltanto alle automobili italiane, la déesse [fr. dea] ci sarebbe sicuramente, sto solo cercando una scusa.

Anni di produzione: 2000-2001
Esemplari prodotti: 338 + 45 [6.0 SE]
Motore: V-12 60°
Cilindrata: 5992 cm3
Potenza/RPM: 542 KM / 7100
Velocità massima: 330 km/h
Accelerazione: 0-100 km/h: 3,9
Numero di cambi: 5
Peso: 1625 kg
Lunghezza: 4470 mm
Larghezza: 2040 mm
Altezza: 1105 mm
Distanza interasse: 2650 mm