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Grazie al lavoro dei registi polacchi Elwira Niewiera e Piotr Rosolowski rivive la storia di un personaggio unico: il cattolico Principe Waszynski, al secolo Moshe Waks, ultimogenito di una famiglia ebrea di Kovel, città un tempo polacca ed oggi ucraina. Quattro anni di ricerche in vari paesi hanno consentito ai due registi di ricostruire la vita di un uomo camaleontico, che dedicò la sua esistenza a lasciarsi dietro le spalle un passato complicato per trasformarsi in un aristocratico principe polacco che viveva a Roma nel bel mondo della cinematografia italiana degli anni Sessanta. Il film “The Prince and the Dybbuk” è stato presentato ieri alla Mostra del Cinema di Venezia, in concorso nella sezione Documentari. Il titolo prende il nome da “Dybuk” – pellicola mistica su una leggenda yiddish – che è il film che più caratterizza l’opera cinematografica di Waszynski che prima di abbandonare la Polonia girò ben 40 film nella Varsavia libera tra le due guerre. Waszynski si aggregò poi all’armata del generale Anders di cui filmò l’avanzata lungo l’Italia realizzando la pellicola “Wielka droga”. Bel Paese da cui poi non volle più allontanarsi e in cui divenne principe attraverso una rocambolesca serie di vicende, tra cui il matrimonio con una ricca e anziana contessa italiana. Waszysnki in Italia fu uno dei protagonisti dei mitici anni Sessanta del cinema realizzando da regista alcuni film con De Sica e Anna Magnani e poi lavorando come produttore esecutivo anche al fianco di Sofia Loren nel colossal “La caduta dell’Impero Romano”. Il film “The Prince and the Dybbuk” è ispirato sul libro “L’uomo che volle diventare principe” di Samuel Blumenfeld, pubblicato in Polonia nel 2008.