Il termine Moda deriva dal latino modus, che significa maniera, norma, regola, ma più precisamente è definito come l’aspetto e il comportamento di una comunità sociale secondo il gusto particolare del momento.
La parola Tradizione (dal latino traditiònem derivato da tràdere, cioè consegnare, trasmettere) è definita come il complesso delle memorie, notizie e testimonianze trasmesse da una generazione all’altra. Appare forse evidente l’antitesi tra questi termini (l’imporsi della Moda nel “momento” e il perdurare della Tradizione nel “tempo”) e la poca capacità di conciliazione…
Qualcuno potrebbe dire: “e che bisogno c’è di conciliarli? Sono aspetti entrambi ricchi di implicazioni, da cui ricavare anche separatamente spunti di crescita individuale e comune”. Giustissimo! Ma se ci fossero dei modi per avvicinare queste due ricchezze? Non sarebbe ancor più significativo e piacevole? Non coinvolgerebbe maggiormente le persone e le generazioni, attenuando le distanze e aumentando lo scambio? Stop con le domande e proviamo a dare delle risposte, una in particolare: Vino Party.
A quanto pare si sta diffondendo questo nuovo momento di aggregazione che sta facendo invecchiare rapidamente l’Happy Hour. Dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Asia all’Australia, le capitali del Trend scoprono e lanciano la bellezza della tradizione e la bontà delle cose genuine, che danno sapore e piacere all’oggi. Si tratta di incontrarsi per conoscere vini e cibi di qualità, italiani perlopiù, reperiti, proposti e gestiti da chef di rango in un’atmosfera informale e rilassata, in una sorta di aperitivo terroir-chic.
Ecco allora che i prodotti D.O.P o I.G.T. (ma anche S.T.G. o I.G.) di cui potete trovare ampia descrizione online, vengono abbinati ai vini D.O.C., D.O.C.G. e I.G.T. più adatti, in molteplici e gustosissimi connubi.
Qualche esempio? Salumi come il Culatello di Zibello, i Prosciutti crudi di Parma o San Daniele richiedono vini altrettanto profumati ed eleganti, come il Colli Orientali del Friuli Sauvignon, o uno Chardonnay dell’Alto Adige. Salumi appena affumicati come il Prosciutto di Sauris andranno benissimo con un Ribolla Gialla dei Colli Orientali del Friuli. Le decise affumicature di prodotti quali lo Speck o la pancetta affumicata ci possono portare ad un vino rosso morbido e con tannini discreti quali Alto Adige Pinot Nero o Lagrein. Apriamo un’altro capitolo eccezionale: i formaggi. Le loro caratteristiche ci portano numerosa possibilità di abbinamento. Formaggi a pasta molle e con delicati aromi di latte possono abbinarsi a vini bianchi quali Pinot Bianco, Roero Arneis o Ischia Bianco. Formaggi a crosta lavata come Taleggio, Tome e alcune Robiole, richiedono la sapidità e freschezza di un Colli Orientali del Friuli Picolit ma anche rossi quali Dolcetto di Dogliani o un Rosso Piceno Superiore.
Formaggi a media maturazione o a pasta semidura staranno benissimo con un Collio Sauvignon, o vini rossi di discreta evoluzione per formaggi a media stagionatura, ed ecco quindi un Merlot di Lison-Pramaggiore o un Oltrepò Pavese Pinot Nero. I formaggi stagionati richiedono in genere vini rossi di corpo, con alcuni anni di maturazione il botte e poi in bottiglia. Il Parmigiano Reggiano, re dei formaggi, sarà esaltato dall’eleganza di un Franciacorta Brut o di un Metodo Classico.
I formaggi erborinati come il Gongorzola o altri internazionali vanno accostati o a rossi di struttura oppure, se la tendenza amarognola è importante, occorre la morbidezza di vini passiti o liquorosi dolci come un Cinque Terre Sciacchetrà, alcuni Vin Santi Toscani o un Passito di Pantelleria.
Ho fatto solo alcuni esempi di panoramica, per incuriosire, per stimolare la ricerca e il divertimento, e per “provocare” forse una reazione rispetto alle abitudini di cui spesso si è prigionieri e la cui via d’uscita è data proprio dalla possibilità di conciliare Moda e Tradizione.