Milano è una città incredibilmente europea, con scintillanti vetrine dei maggiori brand mondiali, fiera della sua importanza e ricchezza. Tuttavia, allontanandosi dalla Galleria Vittorio Emanuele troviamo anche un’altra dimensione della città, dai confini indefiniti. Per scoprirla bisogna avere passione per il cinema, senso dell’orientamento e – per i polacchi – conoscere anche qualche parola di italiano. Le origini del cinema a Milano risalgono agli anni Venti del secolo scorso e tra gli innumerevoli registi che hanno girato film nel capolluogo meneghino ci sono personaggi che hanno scritto pagine indelebili della storia del cinema come ad esempio Michelangelo Antonioni. Perché invece è stata Roma a diventare la città del cinema italiana? Probabilmente grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia, fondato nel 1935, anche se Milano non ha mai smesso di restare un luogo importante anche in campo didattico per il cinema. Alla fine comunque si è deciso di designare Roma come ‘’The City of Film Unesco” mentre Milano viene associata alla moda e al design.
Cosa amano gli artisti del cinema? Soprattutto la bella luce e i contrasti. Entrambi si possono trovare a Milano, prima di tutto nella struttura architettonica della città, iniziando dalle antiche chiese fino ai grattacieli. I primi film girati a Milano risalgono agli albori del cinema con autori i fratelli Lumière che furono i primi a riprendere il Duomo, il più noto simbolo della città. Duomo che fu poi spesso protagonista in parecchi altri film tra cui la famosissima commedia ‘’Totó, Peppino e la malafemmina” (1956) di Camillo Mastrocinque quando Totò e Peppino, arrivati in treno da Napoli, chiedono informazioni ad un vigile in Piazza del Duomo, una scena memorabile giocata sugli stereotipi tra il Nord e il Sud dell’Italia.
Oltre al Duomo un altro emblema del capoluogo lombardo è la Galleria Vittorio Emanuele, piena di negozi delle grandi firme della moda e di caffetterie di lusso. Nonostante la galleria sia un indiscusso simbolo della moda durante l’estate si trasforma e sui suoi tetti vengono organizzate proiezioni di film italiani.
Superata la galleria si arriva alla Piazza della Scala con il famoso omonimo Teatro che compare nel film di Vittorio de Sica ‘’Ieri, oggi, domani” (1963), nell’inquadratura che apre su Anna, quando la protagonista va in giro per la città e parla liberamente con sé stessa.
Con una lunga passeggiata verso Nord raggiungiamo Porta Garibaldi il cui arco neoclassico stabilisce un simbolico confine tra la Milano antica e quella contemporanea. Poi continuiamo sempre dritto verso Piazza Gae Aulenti dove si trovano le torri dell’azienda Unicredit dentro le quali la luce è sempre accesa. Nel quartiere domina lo stile moderno in cui è stata anche costruita la stazione “Porta Garibaldi” della metropolitana. La futuristica architettura della zona è stata presentata in due film: “Né Giulietta né Romeo” (dir. Veronica Pivetti, 2015) e “Aspirante vedovo” (dir. Massimo Venier, 2013). Paradossalmente entrambi i film sono commedie.
Salendo in metropolitana è possibile scappare dalla modernità verso un luogo più accogliente cioè i Navigli. Non tutti sanno che nel 1978 Ermanno Olmi girò qui una scena de “L’albero degli zoccoli’’. I Navigli che appaiono nel film di Olmi sono una zona commerciale, punto d’incontro sia per aristocratici che per contadini. I turisti troveranno più interessanti le atmosfere dei Navigli che si trovano nella parte meridionale di Milano. Bisogna segnalare che questi ultimi non sono direttamente collegati con i canali dell’est, ma hanno una cosa in comune: il contesto sociale. Sui Navigli ci aspetta una vibrante e viva atmosfera e si sente un melodico “allora” dappertutto. È un posto magico pieno di accoglienti vicoli, di botteghe artistiche e librerie, di ristoranti e bar; il posto dove una foto o il girare una scenetta amorosa vanno sempre bene.
Film e festival
Attualmente in Lombardia vengono effettuate circa 20-30 produzioni audiovisive all’anno. È il risultato della ricchezza della provincia grazie alla quale il governo può destinare una rilevante somma al cinema. Dall’altra parte bisogna notare che nella regione esiste la Lombardia Film Commission il cui scopo è promuovere sia l’ambiente cittadino che naturale della regione oltre alla creazione di migliori condizioni economiche, tecniche e legali per le future produzioni audiovisive.
Parlando di cinema, si devono menzionare anche le mostre e i vari festival. Milano non è certamente Venezia ma anche qui vengono organizzati importanti eventi culturali. Uno di questi è il Milano Film Festival il cui programma propone produzioni italiane e internazionali, suddivise in vari sezioni e presentate in particolari sale cinematografiche. Il festival è stato fondato nel 1996 e sin dall’inizio i fondatori hanno voluto diffondere il cinema alternativo, artistico ed originale. Dopo la sua ventitreesima edizione sembra che i milanesi abbiano sposato il progetto.
Il film è uno sforzo di comunicazione. Così credono anche gli organizzatori del Fashion Film Festival, una rassegna creata dall’incontro tra moda e cinema. L’evento, organizzato annualmente dal 2014, è un concorso di film focalizzati sulla moda, ma soprattutto è una piattaforma di discussioni e di incontri con straordinari personaggi: disegnatori, stilisti, registi e fotografi. Nonostante sia una manifestazione recente il programma è internazionale e di alta qualità perciò il festival è diventato uno degli eventi principali del calendario culturale di Milano.
Molti pensano che una cine-città inizi con una scuola. Una scuola del cinema, ovviamente. La presenza di un istituto didattico specializzato nel campo dell’audiovisivo ha sempre un impatto sullo sviluppo di una città perché, prima o poi, gli studenti usciranno con le videocamere nelle strade. A Milano si trova una buonissima scuola, la migliore nel Nord Italia, che iniziò la sua attività negli anni Sessanta del secolo scorso. La Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti offre corsi di specializzazione: regia, sceneggiatura, ripresa e fotografia, produzione, montaggio, suono, animazione e tra i professori sono presenti grandi professionisti del settore.
La scuola è localizzata all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi, fuori dal centro, e al suo interno ospita: studio televisivo, postazioni di montaggio, mediateca. Tutto ciò che può desiderare l’anima di un novizio. Inoltre, accanto alla scuola si trova il Museo Interattivo del Cinema (MIC) che è più un centro di divertimento e di educazione che un museo storico. Ha una collezione di vari oggetti conservati e storiche fotocamere. Dentro si trovano anche la Biblioteca Morando e l’Archivio dei Film della Fondazione Cineteca Italiana, fondato nel 1947, che è il primo archivio dedicato all’arte audiovisiva in Italia. Tra le attrazioni principali ci sono dispositivi e applicazioni con cui si può interagire. All’inizio della visita riceviamo un tablet e così ci mettiamo in viaggio nel mondo del cinema: una creazione di un film d’animazione, una composizione di una colonna sonora, un disegno di un poster oppure una foto su uno fondo prescelto. È ovvio che l’offerta del museo è dedicata principalmente ai bambini e agli adolescenti ma ogni appassionato di cinema ne sarà attratto.
Miracolo a Milano
A Milano tutte le strade portano alla Piazza del Duomo. Trovandoci lì una notte, con la luce riflessa dal Duomo, ci coglie il pensiero di liberarci e volare su per vedere dall’alto il panorama della città, come hanno fatto i protagonisti di ‘’Miracolo a Milano” di Vittorio de Sica. Purtroppo, la mia vacanza, al contrario dell’immaginazione, ha la sua fine. I ricordi mi rimarranno scolpiti per sempre mentre gli studenti della Civica Scuola di Cinema stanno già scrivendo nuove storie. Sarebbe possibile, per caso, riprendere una scena nella Galleria Vittorio Emanuele completamente chiusa e vuota? È un’idea ardita che forse sarebbe piaciuta anche al maestro De Sica.