La Biennale di Venezia: dopo 53 anni torna la storica rivista

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foto: Zofia Wadowska

Giovedì 24 ottobre la Biblioteca dei Giardini della Biennale di Venezia ha ospitato la presentazione de “La Biennale di Venezia”, la prima rivista dal 1971, il trimestrale che accompagna una delle mostre più famose al mondo di arte, architettura, cinema, danza, musica, teatro e moda. In passato la rivista ha visto 68 edizioni, evolvendosi da una funzione di archivio a una funzione di formazione di opinioni, diventando un campo di discussione per i temi più contemporanei. In questo modo, le opere dei creatori della Biennale sono state archiviate, ma hanno anche avuto una seconda vita. Artisti e curatori hanno potuto osservare le mostre da una prospettiva nuova e più ampia, e i temi sono diventati più accessibili a un pubblico più vasto.

A inaugurare la presentazione è stata Deborah Rossi, la direttrice del servizio Archivi della Biennale, che ha raccontato la storia della rivista e ha presentato al pubblico il tema dell’ultimo numero, intitolato “Diluvi prossimi venturi”. L’edizione si concentra sul rapporto dell’uomo e della società con l’acqua, secondo un approccio interdisciplinare tipico per La Biennale. I testi sono scritti da scienziati, sociologi, artisti, architetti, e sono illustrati da fotografie d’archivio e contemporanee, immagini e diagrammi.

La conferenza è stata tenuta da un architetto marocchino il cui lavoro si basa in gran parte sul concetto di „designing for an arid future”, progettare per un futuro arido. Il suo approccio si è sviluppato attraverso le esperienze dell’infanzia trascorsa nella città marocchina di Fez, osservando le abitudini della sua famiglia e della società, il punto di svolta è stata invece l’esperienza di partecipare a un eco-safari. Uno dei suoi progetti più importanti è il masterplan per la rivitalizzazione del brutalista complesso termale di Siza Harazem, un progetto governativo degli anni Sessanta che, a causa di una notevole incuria e della mancanza di fondi, è caduto in rovina e i sistemi di circolazione dell’acqua, molto ben progettati, non funzionano più come un tempo. Il numero attuale della rivista include gli articoli su progetti di Aziza, insieme ad altri su scala minore e urbana, reportage e interviste con persone di diversi settori.

Il rilancio di questa rivista dimostra che la Biennale di Venezia svolge funzione importante nel campo della ricerca interdisciplinare, è un’istituzione pubblica interessata a temi sia locali che globali. La lettura dell’ultimo numero ci spinge a riflettere sullo stato del mondo, soprattutto sul rapporto con l’acqua, e su come le città polacche si trovino in questa situazione.