L’articolo è stato pubblicato sul numero 69 della Gazzetta Italia (giugno-luglio 2018)
Incontriamo Kasia Smutniak al Kino Muranow di Varsavia in occasione di Cinemaitaliaoggi, la rassegna di film italiani che ha registrato un enorme successo in Polonia. Elegante ed affascinante, decisa quanto sensibile, Smutniak racconta la gioia di sentirsi una donna pienamente realizzata sulla rotta Polonia-Italia.
“Sono due paesi con profondi legami culturali comuni, i polacchi questo lo sanno bene, basta scavare nel nostro passato per ritrovare subito l’Italia, da Bona Sforza al nostro Inno, agli artisti e agli architetti che per secoli hanno lavorato nelle città polacche. Piuttosto sono gli italiani a non sapere quanto abbiamo in comune.”
Hai iniziato come modella per affermarti come attrice, era il cinema il tuo sogno?
“Dopo le prime esperienze come modella ho deciso di prendermi un anno sabbatico in Italia, diciamo il paese ideale in cui riposarsi e pensare. Bè questa riflessione è andata così bene che l’anno sabbatico si è allungato da uno a due anni, poi tre e… insomma una vita. Il cinema non era il mio sogno da bambina diciamo che è capitato, ed è stata una svolta bellissima. Comunque tra moda e cinema c’è interazione costante e io collaboro tuttora con alcuni stilisti, quindi anche la moda continua a far parte della mia vita.”
Vista da Roma la Polonia di oggi che effetto ti fa?
“Sono profondamente polacca quanto ormai italiana, è una grande ricchezza sentire l’appartenenza a due culture. Recentemente mi sono resa conto di quanto mi sia italianizzata quando sul set di “Volterra” nuovo film di produzione polacca diretto da Jacek Borcuch, non riuscivo ad adeguarmi ai ritmi culinari polacchi! Avevo bisogno degli orari italiani e della pasta! Scherzi a parte il film è molto intrigante, ambientato in Italia e incentrato sul personaggio di una poetessa polacca e vincitrice del Premio Nobel, interpretata da Krystyna Janda. La poetessa conduce una vita tranquilla a Volterra in Toscana quando un giorno riceve una notizia sconvolgente che cambia la sua vita per sempre. Le emozioni escono fuori durante la cerimonia per la consegna del premio di cittadina onoraria di Volterra, invece di esprimere in maniera cortese la sua gratitudine, la poetessa tiene un discorso politicamente scorretto scatenando un gran casino. Ma non vi racconto di più! Andate a vederlo, nel cast ci sono Antonio Catania, Lorenzo de Moor, Vincent Riotta, Robin Renucci ed io che interpreto la figlia della poetessa.
Tornando alla domanda devo dire che vista da Roma la Polonia emerge come un paese in grande sviluppo economico ma in cui le donne sono spesso in piazza per difendere i loro diritti. Sono sempre andata fiera dell’emancipazione femminile in Polonia, dove le donne fin dal dopoguerra sono state protagoniste della vita lavorativa e sociale del paese, una emancipazione femminile maggiore se rapportata a quella italiana, ma da qualche anno ho la netta sensazione che il rapporto stia cambiando, in Italia le donne sono sempre più forti e conquistano maggior spazio nella società mentre in Polonia mi pare si stia diffondendo una visione conservatrice che tende a riportare la donna in un ambito solo familiare. Mi auguro poi che nel mio paese si capisca l’assoluta importanza di continuare a far parte del contesto europeo che per la Polonia è fonte di sviluppo economico e apertura culturale.”
Nel film Made in Italy interpreti il ruolo di una donna italiana che è più forte e decisa del marito nell’affrontare le complicazioni della vita quotidiana, concordi?
“Sì. E sono molto contenta d’aver lavorato al fianco di due grandi personaggi come Ligabue, regista, e l’attore Stefano Accorsi in un film che rappresenta storie di vita autentiche in una Italia che è sicuramente un paese in difficoltà ma in cui, grazie all’impegno quotidiano della gente comune e di tantissime donne, sta rinascendo la speranza di rilanciare un paese che è assolutamente straordinario.”
Italia e Polonia sono unite anche nel rinnovato successo delle loro produzioni cinematografiche?
“Sì concordo, molti nuovi film italiani stanno imponendosi sui mercati internazionali, così come conferma ad esempio il successo in Polonia di “Perfetti Sconosciuti” e della rassegna Cinemaitaliaoggi. Per quanto riguarda la cinematografia polacca ci sono registi che amo molto come Szumowska e Pawlikowski, ma credo che oggi per fare buoni film bisogna avere anche tanto coraggio e determinazione nel superare le pressioni che possono arrivare dal sistema.”
Ti ricordi il ruolo di madrina alla Mostra del Cinema di Venezia?
“E come no! Era il 2012, mi sono divertita moltissimo, splendida esperienza, a Venezia ci torno sempre volentieri.”
Progetti per l’estate?
“A giugno sono impegnata in una nuova produzione, poi nel mese di luglio vado in Nepal con l’Associazione Pietro Taricone, che porta il nome del mio primo marito scomparso alcuni anni fa. L’associazione sviluppa e sostiene progetti mirati a offrire educazione all’infanzia disagiata. In tale contesto l’associazione si pone come primo obiettivo di costruire una scuola per i bambini del Mustang, in Nepal, con un progetto educativo volto a preservare il loro patrimonio culturale che altrimenti rischierebbe di scomparire.”
Foto dal film “Made in Italy”: