In via Kremerowska 11, a pochi passi dal Rynek di Cracovia, c’è una splendida e accogliente libreria in cui, sorseggiando un buon caffè, si può partecipare a incontri, presentazioni di libri, corsi di lingua e soprattutto trovare tante pubblicazioni italiane. Ideata e gestita dalla dinamica Krystyna Juszkiewicz-Mydlarz, una delle prime laureate di italianistica della capitale della Małopolska, la libreria Italicus è da anni un punto di riferimento per gli appassionati del Bel Paese.
“Abbiamo molti libri di glottodidattica, linguistica, dizionari ma anche narrativa, guide, audiolibri e film DVD”, racconta Krystyna che è stata capace di trasformare una passione nel suo lavoro. “Nel 1973 mi iscrissi all’Università Jagellonica, Facoltà di romanistica che proprio in quell’anno, in seguito ad un accordo bilaterale italo-polacco, inaugurava un corso di italianistica. C’erano 15 posti, io non ci pensai più di tanto e mi iscrissi”.
Una scelta che le avrebbe cambiato la vita dato che una volta laureata iniziò ad insegnare prima al XIII Liceo di Cracovia e a vari corsi, poi all’Università Jagellonica come lettrice. “Nel frattempo facevo anche l’interprete e la traduttrice per aziende italiane, lavoro che mi ha dato l’opportunità di imparare molte cose su come gestire un’azienda. Così nel 1992, poco dopo la fine del sistema socialista, decisi di investire i miei risparmi in una attività di importazione di libri dall’Italia alla Polonia. In realtà era una scelta un po’ azzardata, oltre che una conseguenza della mia esperienza come insegnante, perché i libri italiani erano assenti sul mercato polacco, quelli importati erano cari per i polacchi, senza contare che la lingua di Dante era considerata una sorta di lingua esotica. Ma in realtà si scoprì subito che in Polonia c’era bisogno di moderni materiali per insegnare l’italiano; anche se qualcosa cominciava a fornirci l’Istituto Italiano di Cultura. In quell’epoca praticamente creammo dal nulla il percorso di studio per insegnare l’italiano. Io credevo molto nel progetto e mi sono detta: “a me i libri piacciono, li compro e se non li vendo me li tengo”. Così partì per Perugia e Per Roma, per andare alla sede della Guerra Edizioni e Bonacci Editore, investì i miei pochi risparmi in libri. La notizia si sparse velocemente tra italianisti e iniziarono ad arrivarmi richieste di libri italiani da tutta la Polonia. I primi libri in conto vendita li mandai anche ad una libreria di Varsavia specializzata in linguistica. Da quei primi anni eroici, con le casse di libri sotto il tavolo del soggiorno-cucina e l’eterno imbarazzo, quando capitavo in Italia, se far shopping comprando una bella gonna o investendo in un ennesimo libro”, Mydlarz arriva all’apertura della sua prima libreria nel 1999 in via Grzegórzecka, poi il trasloco nel 2004 in via Bronowicka fino al definitivo trasferimento nel 2012 nell’odierna bella sede di via Kremerowska dove nella sala centrale è possibile bersi un caffè sfogliando pubblicazioni in offerta della libreria, incontrare amici e ascoltare i tanti autori italiani che vengono di volta in volta presentati.
Ma quali sono i libri italiani più venduti in Polonia?
“Italicus vive soprattutto di pubblicazioni dedicate alla didattica dell’italiano ma con grande piacere da qualche anno promuovo una sezione di narrativa, spesso cercando di abbinare le versioni italiana e polacca di uno stesso titolo. Tra gli scrittori italiani più noti e tradotti in Polonia ci sono Fallaci, Saviano, Eco, Camilleri, Terzani, Tabucchi, Rodari con le sue fiabe, e poi nuovi come Mazzantini, Carofiglio, Ferrante, Martigli e Patrignani, tra i polacchi tradotti in italiano – oltre a colonne della cultura polacca come Miłosz, Kapuścinski, Lem, Szymborska, Twardowski – segnalo Olga Tokarczuk, Marek Krajewski e le poesie di Ewa Lipska.”
L’italiano oggi non è più una lingua esotica?
“Direi di no, c’è un ampio pubblico fatto di insegnanti, studenti, intellettuali, traduttori e amanti della cultura italiana, ma resta comunque un settore di nicchia, ma una nicchia bellissima in cui sono felice d’aver costruito la mia vita.”