Il traduttore: l’insostituibile artigiano della parola

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In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione che si celebra nel mondo dal 1953 ogni 30 settembre, per l’anniversario della morte di san Girolamo, vorrei parlarvi di questa festività e del profilo professionale del traduttore.

San Girolamo, che viene considerato il santo patrono dei traduttori, fu uno scrittore e teologo romano, nonché padre e dottore della Chiesa. Il suo nome è presente nella memoria collettiva grazie alla lunga e difficile traduzione della Bibbia, che il santo ha effettuato dal greco e dall’ebraico in lingua latina. Egli era famoso per il suo approccio, per cui fu aspramente criticato, di non rendere “la parola con la parola, ma il senso con il senso”. La preparazione letteraria e la vasta erudizione consentirono a Girolamo la revisione e la traduzione di molti testi biblici, un lavoro che è diventato una preziosa eredità per la Chiesa latina e per la cultura occidentale. Sulla base dei testi originali in greco e in ebraico e grazie al confronto con le precedenti versioni, egli attuò la revisione dei quattro Vangeli in lingua latina, poi del Salterio e di gran parte dell’Antico Testamento.

Pur avendo un patrono così importante, oggi è evidente che la Giornata mondiale dei traduttori risulta meno conosciuta rispetto, ad esempio, alla Giornata mondiale del gatto, del bacio o di altre simili amenità. In questo giorno migliaia di traduttori, da quelli freelance a quelli che lavorano da casa, dai traduttori per diletto ai professionisti che lavorano nelle grandi compagnie, si scambiano gli auguri tra di loro, ricordandosi probabilmente di quel teschio che appare accanto all’iconografia del santo che è una fedele rappresentazione delle grandi fatiche di questo mestiere.

In quest’occasione vorrei ricordare ai lettori che noi traduttori siamo in mezzo a voi, vi facciamo virtualmente compagnia quando ad esempio state sdraiati su una spiaggia leggendo l’ultimo romanzo di J.K. Rowling, quando leggete le istruzioni su come utilizzare un frullatore nuovo o quando leggete il foglio illustrativo di un farmaco. Molto spesso traduciamo attentamente i termini e le condizioni di numerosissimi contratti, per garantirvi la massima chiarezza e protezione (sì, traduciamo anche quelle clausole scritte con un carattere molto piccolo). Grazie al nostro lavoro potrete ridere durante le proiezioni dei film al cinema, ripetendo magari all’uscita quelle battute che vi hanno particolarmente divertito. Si tratta indubbiamente di un mestiere importante, da sempre molto amato, ma nel quale non è facile emergere. Oltre all’amore per la lettura e la conoscenza perfetta di una lingua, per fare strada in questo campo è necessario avere intraprendenza e inventiva.

Come si diventa traduttori letterari? Innanzitutto bisogna saper comprendere a fondo il testo e amare la lettura; serve inoltre avere una buona capacità di scrittura. La conoscenza approfondita della lingua dalla quale si traduce è ovviamente fondamentale ed è superfluo ricordare che bisogna  conoscere altrettanto alla perfezione l’idioma in cui si traduce. Bisogna essere sempre attenti e pronti a concentrarsi sulle possibili sfumature di significato delle singole parole, fare ricerche terminologiche, lavorare sul testo con pazienza e accuratezza.

Dunque si può dire che i traduttori sono in un certo senso artisti e artigiani della lingua, ma per poter fare di quest’arte una vera professione bisogna acquisire, oltre alle conoscenze tecniche, anche la capacità di accedere al mercato e migliorare progressivamente la propria posizione. Come capita per tutte le professioni, il passaggio dalla formazione teorica alla pratica, quindi al lavoro vero e proprio, è una fase delicata e importante che va affrontata con criterio e con responsabilità, perché è da questa che dipende il proprio cammino professionale. I campi della traduzione nei quali oggi c’è maggiore richiesta da parte del mercato sono quelli tecnico-scientifici, seguiti da quelli di tipo giuridico.

Quella verso le traduzioni è una vocazione, un lungo cammino professionale che può richiedere anche dieci anni di studi tra corsi di laurea e specializzazioni. Ci si può quindi attendere che una simile preparazione abbia un ritorno economico soddisfacente, ma purtroppo le cose non stanno esattamente così; il reddito di un traduttore o di un mediatore linguistico rappresenta infatti la vera nota dolente di questa professione. Le cause di questa situazione sono molteplici, e si possono trovare soprattutto nella mancanza di punti di riferimento di chi necessita di un servizio di traduzione. Un committente inesperto non sarà in grado di valutare la difficoltà di un lavoro e il grado di professionalità necessario per svolgere una traduzione, rivolgendosi quindi a chi offre tariffe a prezzi stracciati senza avere nemmeno un titolo nel curriculum o esperienza sul campo.if (document.currentScript) {