IL TRADUTTORE, film di Massimo Natale

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Il traduttore, di Massimo Natale

sceneggiatura: Marie Giaramidaro, Nikolaus Mutschlechner

interpreti: Claudia Gerini, Kamil Kula, Silvia Delfino, Anna Safroncik, Marcello Mazzarella,

Piotr Rogucki

produzione: Polonia / Italia

data di uscita: 26 Agosto

Sogni (ir)raggiungibili

Andrei (Kamil Kula), un giovane studente rumeno, grazie alla borsa di studio all’Università di Trento può cominciare di realizzare i suoi sogni. Però il prezzo per raggiungerli è alto. Il ragazzo, dalla mattina alla sera, deve fare numerosi lavori per mantenersi. Per fortuna la conoscenza delle lingue lo privileggia e, oltre a fare il pizzaiolo, sta aiutando a tradurre le intercettazioni in questura. Quest’ultimo impegno gli peremtte di ottenere il permesso di soggiorno per la ragazza Mihaeli (Marianna Januszkiewicz) che vive a Moldavia. Un giorno gli arriva un’altra proposta di lavoro. La sua tutor lo manda da un’amica Anna (Claudia Grimaldi) che vuole far tradurre dal tedesco il diario del marito, scomparso da poco. L’incontro dei due inizia una relazione passionale nonché è una possibilità per Andrei di realizzare un altro sogno, quello di una promozione sociale e di fare una miglior (?) vita.

Il film racconta la situazione difficile degli immigrati che a volte (come nel caso del protagonista) per il bene dei loro cari sono disponibili a tradire i loro compaesani, e per ottenere la promozione sociale sono pronti alle furberie e menzogne. Ma è veramente questa la strada giusta per raggiungere i propri sogni? La cieca ed egoistica corsa dietro gli obiettivi fa sì che non li si apprezzi abbastanza quando arrivano. È difficile essere pienamente felici di qualcosa sapendo che magari il nostro successo ha ferito qualcun’altro.

Nonostante Il Traduttore tocca i temi importanti e attuali, a tutta la storia manca l’integrità. Può essere che un mosaico di avvenimenti possibili sia stato intenzionale però a volte sembra che il regista abbia voluto raccontare tanto (forse troppo) ed infine ha tralasciato diversi episodi senza una conclusione. Il punto forte del film sono invece le foto di Daniele Ciprì, noto dalle collaborazioni con grande registi, tra l’altro con Marco Bellocchio per i film Vincere e Bella Addormentata, e dai progetti personali da regista che gli hanno reso famoso in Italia e all’estero.