Il benvenuto ce l’hanno dato il rumore del ruscello e i limoni sugli alberi. Le nuvole che inizialmente annunciavano la pioggia, si sono dissipate definitivamente. Mentre scendevamo lungo le vie ancora vuote, ci accompagnavano i raggi forti del sole ed lo sciabordio dell’acqua il cui suono, di notte, deve diventare veramente calmante. Quanto le spiagge del Mar Adriatico sono di solito sabbiose, tanto le coste del Mar Ligure sono di solito rocciose, tagliate dalle falesie, sulle quali sono state costruite in modo solido e quasi impossibile le città con delle case colorate, dipinte come per una mostra. Non so se i loro abitanti se ne rendano conto, quanta confusione e quante emozioni suscitano le loro case, in realtà spesso trascurate, che contengono solo il minimo indispensabile, in cui però cova una bellezza modesta verso la quale sono rivolti gli occhi di tutto il mondo.
La seconda delle cinque terre
“Cinque terre” è un tratto di costa della riviera ligure nella provincia della Spezia che comprende cinque città collocate in un paesaggio pittoresco: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Queste città sono situate abbastanza vicino, per questo siamo in grado di visitarle tutte in un giorno, soprattutto se viaggiamo in macchina. A Manarola l’80% dei passanti sono turisti, che a volte sbattono uno contro l’altro all’incrocio di due vie, indecisi in quale ristorante entrare. Quelli collocati vicino al mare sono concentrati sul turismo. Vale la pena mangiarci se vogliamo pranzare con una vista del mare davanti. Altrimenti si può cercare una trattoria nascosta dentro la città e là provare i piatti tipici della zona, ovvero i frutti di mare ed il pesce. Le colli che circondano la città sono divise in modo regolare dalle vigne, e a volte divise dagli alberi d’oliva che le coprono orgogliosamente con la propria ombra. Davanti ad una delle case notiamo un mulino ad acqua di legno, dall’altra parte della strada invece i limoni grassottelli pendono da un albero e attraggono tutti i passanti con il proprio puro profumo aspro-dolce. Sulla piazza davanti alla chiesa sono seduti gli anziani di città esponendo al sole i loro volti pieni di rughe e sempre sorridenti. Fino alla costa ci accompagnano i cani locali, presi subito dopo in braccio dai figli dei loro padroni. Un itinerario roccioso ci conduce lungo la linea d’acqua fino ad un piccolo golfo al quale stanno seduti sulle rocce gli inglesi, facendosi una pausa in marcia.
Arrivati a Manarola possiamo a viso aperto permetterci di rallentare il passo, il tempo sembra adeguarsi al nostro ritmo il quale, immerso nell’italianità rallenta da solo. Il sentiero che va lungo la costa diventa una lunga terrazza con una vista panoramica, sulla quale velocemente si crea un traffico di persone, visto che ogni passante vuole fermarsi un attimo per godersi la veduta. Sul sentiero notiamo dei piccoli spazi di sosta, con dei nomi evidentemente strani come “piazzetta degli uccelli morti”. Degli animali morti non ci sono, per fortuna, possiamo quindi tranquilli riprendere il fiato all’ombra.
Tutte le città del Parco Nazionale Cinque Terre sono collegate con un itinerario di trekking, e per tutti quelli meno attivi sia da Genova sia dalla Spezia circola un treno con cui senza problemi e senza fretta visiteremo tutte e cinque i paesi. Il sentiero più importante e il più romantico del Parco Nazionale è la Via dell’Amore che collega Riomaggiore e Manarola. Insieme alle 5 città fa parte del Parco Nazionale Cinque Terre e del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO.
Cosa ci meraviglia?
Quanto lo sfarzo suscita l’ammirazione, tanto la semplicità è piacevole e suscita l’apprezzamento. Per questo la folla resta a bocca aperta dalla meraviglia, visitando una basilica o un palazzo, ma respira a polmoni pieni toccando i vecchi muri di una casa di pietra nascosta nell’ultima strada, oppure toccando una dura erba di una falesia, dalla quale le piccole rocce sotto i nostri piedi scivolano e cadono nel profondo del mare. Si svegliano in noi degli istinti primigeni di una voglia di convivenza con la natura e di formare un’unità con essa e creare in suo onore una bellezza mozzafiato.
Il turchese del mare brilla al sole, e lo specchio d’acqua illuminato getta raggi chiari verso le case sulle rocce, i cui colori sembrano vivere. Così come secoli fa, i greci costruivano davanti al monumento di Zeus un bacino pieno d’oliva, la quale illuminata dai raggi solari gettava una luce d’oro al dio. Così chiunque dovesse dubitare, una volta visto il monumento che brilla di color d’oro riprendeva la propria fede. E nello stesso modo oggi a Manarola il ruolo dell’olio d’oliva lo svolge l’acqua del mar Ligure. Lo specchio d’acqua, riflettendo la luce solare, illumina tutta la città, mostrando la bellezza della convivenza dell’architettura con la natura, in modo che se qualcuno dovesse dubitare, crederà.
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