Maria Montessori, medico, insegnante, filosofa, una delle più grandi donne italiane dell’epoca che va dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, è nota soprattutto per il suo metodo educativo innovativo, chiamato appunto dal suo nome: MONTESSORI. Usato in molte scuole materne ed elementari di tutto il mondo. Secondo il suo concetto la scuola non dovrebbe essere un luogo in cui gli insegnanti semplicemente trasmettono nozioni, o in cui i professori trasferiscono la propria conoscenza ai rappresentanti delle giovani generazioni. La metodologia Montessori basa invece l’insegnamento sul presupposto che i bambini devono liberamente (il che non significa senza controllo!) sviluppare le loro capacità nel modo meno invasivo possibile, nonché adattato alle capacità di assimilazione delle informazioni sul mondo. Allo stesso tempo, però, come punto di partenza bisogna prendere un set di materiali educativi e didattici elaborati con estrema precisione ed attenzione.
Nel suo metodo si tratta, in via di principio, di dare agli allievi la libertà di scelta, la quale successivamente, naturalmente e autonomamente, si trasforma nella disciplina e nell’autocontrollo. Secondo la metodologia proposta da Montessori sono i bambini stessi a selezionare, o meglio, ad adottare liberamente i materiali di apprendimento su cui lavorano, e anche a regolare la velocità con la quale si procede nell’insegnamento. Non bisogna quindi mettere i bambini dietro i banchi, rigidi e spaventati di fronte alla lavagna, ma invece offrirgli la possibilità di movimento più o meno libero all’interno dell’aula.
Maria Montessori è stata una donna eccezionale, e non solo per l’essere una pioniera di metodi didattici rivoluzionari, sicuramente una delle più illustri italiane del ventesimo secolo. Nacque nel 1870 a Chiaravalle, un piccolo paese a pochi chilometri da Ancona nelle Marche, ma praticamente l’intera infanzia e la giovinezza le trascorse a Roma, diventata la capitale del Regno d’Italia poco prima del trasloco della famiglia.
Proprio all’inizio del percorso formativo dimostrò delle straordinarie capacità nel campo delle scienze, soprattutto in matematica e biologia. Seppur tra mille difficoltà differenti, di natura familiare e formale, alla fine riuscì ad iscriversi alla Facoltà di Medicina presso l’Università di Roma “La Sapienza”, con il sostegno, tra gli altri di Papa Leone XIII, il quale riteneva che il medico era una delle professioni ideali per le donne. Così Maria (specializzata in neuropsichiatria) è stata una delle prime donne italiane nella storia a laurearsi in Medicina. Tuttavia i suoi interessi di ricerca andarono in molte direzioni, soprattutto verso la formazione e l’educazione dei bambini e degli adolescenti con problemi di salute mentale o con altre disabilità, così come lo studio del comportamento dei bambini cresciuti “in natura”, ovvero al di fuori della società. In particolare Montessori si rifaceva agli studi di Jean Marc Itard dalla fine del XVIII secolo.
Da questi interessi deriva il suo famoso metodo educativo, didattico e pedagogico, che fu esteso ad un più generale studio dello sviluppo dell’istruzione nei bambini, compresi anche quelli senza alcuna disabilità fisica o mentale. “Il primo compito dell’educazione è agitare la vita, ma lasciandola libera perché si sviluppi”. Secondo Montessori un bambino deve essere trattato come un’entità completa, in grado di sviluppare delle energie creative, e che mantenga la predisposizione morale per certi tipi di emozioni pure (es. carità e amore), che a volte rischiano di essere soffocate, “schiacciate” dagli adulti.
Il metodo pedagogico sviluppato da Maria Montessori prevede, quindi, che solo dando “una mano libera” al bambino è possibile promuove lo sviluppo della sua creatività. Inoltre soltanto la scelta autonoma può liberare i suoi autentici interessi, ovvero un giovane deve avere la possibilità di seguire senza vincoli i propri istinti. Il ruolo dell’insegnante è solo quello di permetterne lo sviluppo integrale al fine di evidenziare i tratti di personalità del bambino mentre lo conduce alla auto-disciplina innescata in un modo del tutto naturale. È importante permettere al bambino di muoversi in classe, perché la personalità è plasmata dalla trasformazione parallela delle capacità mentali e motorie (psicomotorie). Gli elementi fondamentali del metodo Montessori si possono riassumere in alcuni punti:
- Imparare attraverso l’azione (attività, lavoro di gruppo e/o con l’insegnante);
- Libertà di scelta con tutte le sue conseguenze (i bambini possono selezionare il tipo di lavoro: individuale, in gruppo, in coppia, pur mantenendo certe regole sociali; in questo modo imparano a valutare le proprie competenze);
- Concentrazione (i bambini praticano la costanza e la precisione nello svolgimento dei compiti);
- Silenzio e ordine (i bambini imparano la passione per la pace, l’ordine e l’atmosfera di lavoro e sviluppano la capacità di concentrazione su diverse attività);
- Disciplina e regole sociali (diverse fasce di età in uno stesso gruppo, di solito tre anni di differenza tra i bambini, dovrebbero incoraggiare l’autocontrollo, e non creare un’atmosfera di coercizione, secondo la regola: “non disturbare gli altri, aiutali, non metterti sempre in competizione, abbi fiducia nelle persone”);
- Osservazione e corso individuale di sviluppo del bambino (l’insegnante osserva i bambini e ha verso di loro un atteggiamento di rispetto e regola il ritmo di lavoro secondo le loro capacità e competenze).
La metodologia pedagogica Montessori prevede anche l’utilizzo di materiali didattici non convenzionali, caratterizzati soprattutto dalla semplicità e precisione, ma anche dall’estetica. Essi vengono adattati alle diverse esigenze di sviluppo del bambino. Devono essere elaborati e costruiti in modo tale da consentire ai più giovani di controllare da soli i propri errori. La difficoltà degli esercizi in questi materiali è graduale. Altrettanto importante è l’ambiente in cui i bambini lavorano e trascorrono il loro tempo a scuola, perché in maniera molto significativa può agevolare lo sviluppo armonioso della personalità, contribuire alla creazione di un’atmosfera accogliente e rilassante. Il bambino si sente bene, è felice, ed ha il desiderio di continuare ad imparare. L’insegnante svolge nel processo di insegnamento un ruolo di guida, diventa un mediatore tra il mondo da conoscere e scoprire e la psiche del bambino.
Il grandissimo merito che Maria Montessori aveva nel campo della teoria e della pratica dell’apprendimento precoce si dimostra in numerosi premi e riconoscimenti che la famosa pedagoga ha ricevuto non solo in Italia ma in tutto il mondo. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, ha ricordato le parole del suo predecessore, Paolo VI pronunciate in occasione del 100° anniversario della nascita di questa grande donna italiana. Leggiamo sulle pagine de “L’Osservatore Romano” No. 10 (17) 1995: “[…] il segreto del suo successo, in un certo senso le radici stesse della sua pertinenza scientifica vanno cercati nella sua anima, in quella particolare sensibilità spirituale e femminile allo stesso tempo, che le ha permesso di fare una scoperta innovativa del bambino ed ha permesso di costruire su quella base un sistema educativo originale. Maria Montessori rappresenta perfettamente numerose donne che hanno contribuito al progresso della cultura […] ”
Durante i suoi numerosi viaggi presentò e promosse il suo metodo didattico. La seconda guerra mondiale la trovò in India, dove fu trattenuta fino al 1944, in qualità di cittadina di uno stato nemico. Tornò in Europa solamente 8 anni prima della sua morte, accolta con tutti gli onori. Sulla sua tomba, a Noordwijk nei Paesi Bassi, dove morì e fu sepolta nel 1952 si legge: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.
Il metodo Montessori rimane un non convenzionale o addirittura un esclusivo approccio alla didattica. Viene utilizzato principalmente con bambini disabili, mentre è meno diffuso negli asili e nelle scuole statali. In Polonia esiste un’Associazione Montessori (Stowarzyszenie Montessori) che riunisce una parte delle scuole che adottano il metodo anche con bambini senza alcuna disabilità. In Italia invece opera la Fondazione Italia, e in campo internazionale è attiva principalmente The Association Montessori Internationale AMI.