Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl
Secondo le stime dell’OMT (Organizzazione mondiale del turismo) presentate durante l’ultimo vertice sul clima COP25, le emissioni di CO2 da parte dell’industria del turismo aumenterà perlomeno del 25% entro il 2030. Secondo i dati del 2016 il solo trasporto turistico costituiva il 5% dell’emissione totale di CO2 legata all’attività umana. Magdalena Milert, un’esperta in materia di architettura e gestione del territorio, ha paragonato le navi da crociera alle città galleggianti; “la gente a bordo consuma allo stesso modo le risorse naturali e produce i rifiuti”. Come ha sostenuto l’esperta, il problema maggiore è appunto il conferimento dei rifiuti, visto che “i passeggeri producono fino a 40 litri di acque reflue e 340 litri dell’acqua contaminata per persona quotidianamente”, il che supera notevolmente la produzione analoga negli edifici residenziali. Inoltre Milert ha attirato l’attenzione sulla grande quantità di carburante usato che provoca le emissioni proporzionalmente enormi di CO2, ossido di azoto e di zolfo. L’esperta ha segnalato anche l’impatto negativo del turismo di massa relativo all’industria alberghiera. Gli alberghi sono spesso situati in òluoghi di grande delicatezza ambientale che devono affrontare lo sfruttamento eccessivo e l’impatto antropico significativo. “Alla presenza dei turisti sono legati: abbandono di rifiuti, addensamento della popolazione, rumore, disturbo della quiete dei residenti locali e degli animali”. Infine un ruolo negativo svolge la stagionalità del turismo, a causa della quale tutti i fenomeni menzionati si intensificano in una sola volta.