Un buon punto per i biancorossi, contro un avversario apparso più pimpante. Errore dal dischetto per Lewy a inizio ripresa.
Tra Messico e Polonia il pareggio era certamente il risultato più atteso, non certo una inaspettata sorpresa, ancor meno forse dopo ciò che invece sembrava realmente impensabile, ossia il ko dell’Argentina con l’Arabia Saudita di poche ore prima. Vedendo le cose in quest’ottica, il punto col Messico è di vitale importanza. Chiaro, portarne a casa tre avrebbe dato molto più respiro (e grazie!) ai biancorossi, ma in questo modo l’attenzione può e deve restare altissima. Qualora il rigore calciato da Lewandowski poco prima dell’ora di gioco fosse bastato a garantire il successo (ma contro il leggendario insuperabile tentacolare Ochoa scongelato anche quest’anno per i Mondiali c’è davvero sempre poco da fare) si sarebbe sicuro un po’ “occultata” una costante che vivo sempre, e sicuramente non solo io, vedendo questa squadra: ogni volta che infatti gli avversari partono per una cavalcata offensiva, c’è davvero sempre da tenersi pronti per il segno della croce, affinché non si registrino gol subiti. Anche il Messico oggi si è reso più volte pericoloso, tra Lozano, Vega e compagnia, pur mai in maniera cosi eclatante, e nonostante la ripetuta strizza, per fortuna il pallone nel sacco di Szczęsny non ci è mai finito. Ora ci sarà l’Arabia Saudita da affrontare, sabato alle 14: pura informazione, nessun commento ulteriore. Vediamo. Non scriverò che è una partita assolutamente da vincer…
La nazionale polacca mi fa davvero emozionare, per 300 motivi diversi. Parliamo della mia seconda patria, e nonostante un crollo di valori in questa età contemporanea, continuo ad amare quel pallone che rotola sul prato verde con due porte e tanti omini che lo rincorrono. E ancor più poi se questa schiera biancorossa è piena di calciatori del campionato italiano come già raccontato, ed oggi ce n’erano ben 6 nello schieramento iniziale. In tutto 7 poi con Milik, subentrato un pochino tardi a due minuti dal novantesimo, giusto in tempo per giocare gli ultimi ventisei minuti (scherzi a parte, sette minuti di recupero sono a momenti il minimo sindacale in questa rassegna, la quota di default…). Essere lontano dalla Polonia in questo momento e non poter vivere lì questi di momenti, quantomeno in un pub visto che si gioca nel deserto lontano, eh… un po’ mi fa male. Non sono purtroppo neanche in Italia, dove avrei potuto tifare … no niente. E ancor più se mi invento coi miei forzati momentanei mezzi questa “simpatica” grafica (foto di ritorno dallo stadio con casuale effetto striato sotto la maglia come l’attuale divisa nella zona spalle) e devo ahimè colorarla con un risultato non totalmente positivo e un brutto simbolino accanto al nome di Lewa. Sguardo avanti, sempre, forza Polska!