Appena ci si addentra nella raccolta di racconti di Sebastiano Giorgi Corte Polacca. Avventure oniriche tra Venezia e Varsavia, pubblicata dalla casa editrice Austeria, il mondo sembra diventare più leggero e anche un po’ più instabile. O, almeno, più ricco di sorprese. E tale sensazione diventa più che mai intensa quando ci si lascia irretire da questa successione di singolari vicende abbozzate con tratto sincero e ironico dal protagonista, il fumettista Checco, a cui fanno da sfondo la Varsavia contemporanea e settecentesca, ma che sono intrinsecamente connesse con Venezia.
Il contrasto tra stabilità e instabilità si percepisce bene a bordo di un vaporetto veneziano. Allo stesso modo, in un ritmo cadenzato e ipnotico, i diversi spazi temporali rimangono collegati in una sequenza di storie in cui riflessioni preoccupate sull’attualità sociale si mescolano a descrizioni di situazioni private che portano consolazione in questo mondo difficile mondo contemporaneo. Una casa e una persona cara danno un senso di stabilità (I genitori di Agata), altrimenti difficile da trovare nello spazio dominato dai problemi attuali che vacilla sull’orlo di un precipizio; come la Venezia spettrale di Agamben. I racconti del volume di Corte Polacca, infatti, pur mantenendosi in una poetica ironica e leggera, sono – come sottolinea anche Alessandro Baldacci nella sua brillante introduzione – rivestiti da un tono malinconico, analizzato da Giorgi nel racconto da me preferito Nostalgie. La nostalgia, sentimento tipicamente veneziano, viene ritrovata dall’autore nei polacchi: «Per lungo tempo sono stato convinto che il veneziano di mezza età […] detenesse una sorta di record mondiale, o almeno europeo, di grado nostalgico. Lo pensavo finché non ho scoperto […] i sentimenti che pervadono l’animo di molti polacchi» (Nostalgie). Ci sono altre affinità inaspettate tra Venezia e Varsavia, che si completano a vicenda come lo yin e lo yang (Compro casa), come il confronto tra la riva destra Varsavia e la Giudecca.
A ciò si aggiunge un sentore di assenza spettrale: le passeggiate con gli assenti (Nostalgie) si amalgamano alla vita quotidiana veneziana e varsaviana. Così un altro piano su cui il protagonista cerca un’alternativa alla realtà odierna è la Varsavia dei Lumi, in cui viene trasportato in base all’azione di psicofarmaci assunti involontariamente che hanno un effetto distopico. Non a caso ho invocato qui la teoria classica della narrazione fiabesca, poiché il mondo di queste storie potrebbe essere descritto facendo riferimento alla struttura di una fiaba magica. Una fiaba e un fumetto allo stesso tempo, come già suggerisce l’eccellente copertina di Guido Fuga, fumettista che ha lavorato con Hugo Pratt su Corto Maltese.
Fare jogging nel Parco Łazienki diventa così un’occasione per tornare all’epoca di Stanisław August Poniatowski (Risveglio) e per incontrare i veneziani Giacomo Casanova e Canaletto (Francesco de Futuris; Camera oscura). Checco peraltro prende il nome da un italiano realmente esistito, l’assistente di Bellotto. Di lui e di altri numerosi italiani presenti in Polonia all’epoca dell’ultimo re polacco mi sono occupata in una pubblicazione, per cui ho letto con maggiore curiosità i dialoghi condotti con essi dal loro connazionale narratore. Dialoghi in cui compaiono sia la famiglia veneziana Bragadin, sia Sweet Dreams degli Eurythmics in formato mp3.
I racconti di Giorgi sono caratterizzati da un innegabile tratto fantastico e comico, da un lato, e da un impegno giornalistico nei confronti dell’attualità, dall’altro. Non mancano quindi critiche aperte della percezione contemporanea dell’Italia dominata dagli stereotipi, della Venezia–Disneyland, come nei ricordi della blogger del racconto Tutto bene! La ricetta per risolvere i problemi di Venezia contenuta nel racconto di Veneasy, inoltre, tiene conto proprio della superficialità con cui moltitudini di turisti si avvicinano alla città lagunare.
Ricerca di soluzioni e azione, attività: sono queste le caratteristiche del protagonista, affiancato da una compagna di vita, «una donna meravigliosa», capace di reagire con vero entusiasmo ai progetti di vita anticonvenzionali del suo amato (Catarsi). Agata, inoltre, è in effetti la vera protagonista di questi racconti, il punto di riferimento stabile per tutti gli altri personaggi femminili – contemporanei e del secolo dei Lumi – che compaiono nelle storie.
Poiché, sebbene il ritmo di questi testi sia dato dall’incertezza incalzante dell’esistenza, dell’identità e del futuro, le escursioni, i viaggi e le esplorazioni sono sempre accompagnati da un gesto di ritorno a un mondo stabile definito dal vero sentimento. Un ritorno a Varsavia, un ritorno a Venezia.