Con l’inasprirsi della crisi del debito la necessità di un’Europa Federale acquista sempre più forza. In questo scenario la BCE sta assumendo il ruolo di ultimo cavaliere in grado di salvare il vecchio continente da una fine annunciata. La strategia della BCE comincia a delinearsi in maniera più chiara nelle dichiarazioni del suo Governatore Mario Draghi e merita qualche riflessione.
Prima in merito al piano di riacquisto illimitato dei bond dei Paesi in crisi il Governatore ha dichiarato:
– “acquisteremo bond solo di quei Paesi che accettano rigide condizioni e verificheremo esattamente se le condizioni sono state rispettate”.
– “ovviamente, se un Paese non rispetta gli accordi, non riattiveremo il programma. Abbiamo annunciato che le operazioni verranno sospese, non appena il Paese in questione verrà sottoposto ad un controllo”
Poi in merito alla proposta di Wolfgang Schaeuble (Cdu), che ha chiesto un supercommissario alla valuta, che controlli i conti dei Paesi dell’Eurozona:
– “sarebbe intelligente se i governi la esaminassero attentamente. Di una cosa sono sicuro, se vogliamo ristabilire la fiducia nell’Eurozona, i Paesi devono cedere a livello europeo una parte della loro sovranità” anche se “hanno già adottato delle misure che sarebbero apparse impensabili un anno fa” queste “non sono sufficienti”. “Molti governi non hanno ancora capito di aver perso la loro sovranità nazionale da molto tempo perché si sono pesantemente indebitati e sono alla mercé dei mercati finanziari”.
La BCE ormai chiaramente dice: “se volete uno scudo contro i mercati, rinunciate alla vostra sovranità e lasciatemi verificare come gestite e spendete le vostre risorse.”
Nel dire questo la BCE si allinea con coloro i quali affermano che la politica ha fallito e che la sola salvezza è lasciare mano libera a commissari e funzionari “europei” nella migliore delle ipotesi con background bancario, altrimenti con alle spalle pluriennali esperienze presso le varie commissioni europee, vissute lontano dalla realtà e dai popoli.
Assisteremmo in questo caso ad una Unione Europea federata attraverso i debiti e attraverso un controllo dei conti di matrice “teutonica” sulla quale i cittadini non avrebbero più alcuno strumento di controllo.
Federare l’Europa sotto un’unica bandiera è un sogno che hanno coltivato in molti nei secoli. Dalla seconda metà del secolo scorso statisti Europei di primo piano, hanno ricominciato a lavorare a questo progetto con l’ambizione di realizzarlo pacificamente, non per mano di un Re o un dittatore, ma attraverso il volere dei cittadini.
Per alcuni era la realizzazione di un ideale per altri una pragmatica necessità coerente con l’attualità geopolitica internazionale, condizionata da macro blocchi o nazioni-continenti che sempre più saranno confrontati al problema della sostenibilità energetica, sociale, economica, ecologica etc.
Realizzare l’ideale poteva essere fatto politicamente, ma è proprio qui che “la politica ha fallito” per miopia, mancanza di visione e a volte interessi personali.
I pragmatici hanno quindi deciso di occuparsi di raggiungere il traguardo diversamente, “facendo leva sulla crisi del debito” (casus belli?) ed eccoci quindi ad un passo dal realizzare l’Unione Europea Federale Finanziaria, o Pax Bce ben meno ideale e poetica di un continente unito senza frontiere e dove 3000 anni di tradizioni si fondano in un concerto sinfonico.
Alcuni interrogativi restano irrisolti: un Super Commissario Finanziario capace di bloccare la spesa degli Stati mostrando la spada del debito e con il solo mandato di controllarne i conti, come potrà non essere un ostacolo a politiche finalizzate a rilanciare la macchina economica europea? Continuare ad appesantire i bilanci delle famiglie in nome dell’Europa non rinforzerà le posizioni estremiste degli anti europeisti? Se il tiranno diventa l’Europa stessa, siamo sicuri di essere ancora nel tracciato di De Gasperi, Schuman, Bech, Adenauer e di tutti gli altri “padri fondatori”?