Per centinaia d’anni l’architettura europea (ma non solo) era influenzata dallo stile greco che divenne così popolare grazie alla sua ricezione nel mondo romano. Questo influsso è indiscutibile: lo stile greco era una fonte d’ispirazione fortissima nel Rinascimento e nell’epoca del Classicismo, ma non solo. Anche l’architettura odierna, sebbene completamente diversa, a volte prende l’ispirazione da ciò che ci è rimasto dai classici. Quando si parla dell’architettura greco-romana, è molto probabile che tante persone subito pensino agli ordini architettonici greci, come ad esempio l’ordine dorico. Va detto però che quelle colonne, così ben conosciute dalle pagine dei manuali, non sono certo le uniche cose che ci hanno lasciato i classici.
Architettura
Come sempre è un buon idea cominciare dal termine più generale: l’architettura. Che cosa è? Si può definirla come l’arte di progettare e costruire spazi fruibili ai fini dei bisogni umani. In realtà l’etimologia di questa parola è abbastanza semplice. Sicuramente si può dire che la parola sia in italiano, sia in polacco, è arrivata dal latino. Più probabilmente è anche una parola derivata dal nome della professione architetto (in latino architectus). Architectus è però una parola proveniente dall’antico greco e che è composta da due altre parole: ἀρχή (arché) e τέκτων (tékton). La prima è una parola abbastanza diffusa e che si può trovare in tantissime parole (per esempio arcangelo, arcidiocesi) e che ha il significato della principalità, originalità o superiorità. L’altra parola significa “artigiano” oppure “costruttore”. Insieme creano la parola ἀρχιτέκτων (architékton) che si potrebbe tradurre come “capo costruttore” o “primo artefice” e che indica la persona che organizza la costruzione di qualche struttura. Da questo viene architectura che significa l’abilità di concordare delle capacità materiali con le conoscenze teoriche.
Basilica
Conoscendo già l’origine del nome della disciplina, possiamo passare ai termini più particolari. La parola “basilica” adesso fa pensare soprattutto a un grande santuario cristiano, con almeno tre navate (come per esempio la Basilica di San Pietro in Vaticano). Può sembrare sorprendente però il fatto che il nome proprio viene da un edificio completamente diverso. Nel senso di santuario “basilica” ha preso il nome dal latino basilica, che indicava un edificio pubblico che era centro di affari e di amministrazione della giustizia. Questo tipo di edificio è stato adottato nella tarda antichità dai cristiani, che cercavano di costruire santuari capaci di ospitare molte persone, e nei secoli successivi subì varie evoluzioni. Basilica alla sua volta viene dal nome dell’edificio che era l’ispirazione per la costruzione della basilica romana: βασιλικὴ στοά (basiliké stoá), cioè “portico dell’arconte re” in Atene (βασιλικὴ vuol dire regio, principesco). L’edificio è stato molto apprezzato dai romani e poi il suo nome, usato spesso, per ellissi è diventato basilica e in questa forma si è diffuso nel territorio dell’Impero romano.
Portico
Detto questo va spiegata anche la parola “portico” che sia in polacco, sia in italiano è venuta dal latino. L’etimologia di questa parola è abbastanza semplice: proviene dalla parola latina porticus che a sua volta deriva da porta (che nel latino aveva quasi lo stesso significato che in italiano). Alla parola porta è stato aggiunto il suffisso -icus che porta il significato di derivanza o appartenenza a qualcosa. La parola greca invece, cioè nominata prima “στοά” più probabilmente viene dalla radice *steh₂-, che significherebbe “stare in piedi”. Quindi mentre i greci si concentravano sull’aspetto della stabilità delle colonne, per i romani più importante sembrava la forma che fa venire in mente una struttura fatta dai numerosi ingressi.